Cernusco: in versione Signore degli anelli il sindaco toglie i canestri. UPAI lo attacca

Di playground ce ne sono di tutti i tipi, che versano nelle condizioni più variegate e popolati da gente dai modi più disparati. In genere chi va a fare i sempreverdi "quattro tiri" o la classica "partitella" non ha grosse pretese e si accontenta di poco. Così accade spesso che i campetti realizzati secondo tutti i crismi - dimensioni regolamentari, linee del campo aggiornate finanche con il semicerchio sotto al canestro chiamato in gergo "smile", pavimento variopinto e, se va di lusso, tabellone in plexiglass - siano deserti, mentre i campi più sgangherati riscuotono un maggiore giro.

I consiglieri di minoranza Gabriele Gavazzi, Valeria Pirovano e Samantha Brusadelli

Il campetto di piazza della Vittoria

E in questa seconda casistica alcune mancanze o variazioni sul tema sono davvero curiose. Si parte dall'altezza del canestro che rappresenta un'inconsapevole politica di inclusione per dare la soddisfazione a tutti, ma proprio a tutti, di arrivare a toccare il ferro. Ci sono poi campetti in cui la struttura metallica che regge il canestro è troppo spostata verso la linea di fondo, facendo avvicinare eccessivamente il tabellone alla lunetta dei liberi. Così piegare le gambe per caricare il tiro diventa non solo superfluo ma anche controproducente. Esiste anche il problema inverso, quando il canestro è troppo arretrato. Entrambe le evenienze costituiscono un alibi granitico, ma anche no, per quelle esecuzioni che si trasformano in sassate o che sono tanto mosce da non prendere nemmeno il primo ferro. C'è l'enigma dell'arco dei tre punti, che a volte finisce per intersecarsi con la linea laterale o con quella di metà campo perché il playground è troppo stretto o troppo corto. E così a stabilire quanto vale il canestro (1, 2 o 3 punti) è il giocatore più sfacciato. Si potrebbe anche dire che lo decide la strada, ma si diventerebbe dei nostalgici del passato o degli invasati del presente. Tutto ciò quando le righe ci sono, perché ci sono campetti in cui nessuno, nemmeno i veterani, ha memoria di averle mai viste lì. Eppure qualche traccia sbiaditissima qua e là si intravede, probabilmente risalente al Paleolitico.

 

L'anello vale un capitolo a parte. Può essere corredato da una retina in acciaio (certamente più affascinante) o in nylon (certamente meno durevole). Il più delle volte però il ferro ne è orfano di qualunque tipo. Peccato perché agevola nel prendere le misure per il tiro ma, come detto, ci si accontenta. Il cerchio poi può essere deformato, sbilenco, con i segni di qualche saldatura di fortuna. Chi ha fatto costruire il campo di turno non avrà voluto spendere qualche briciola di denaro in più per un canestro reclinabile, dotato cioè di un sistema a molla che rende più resistente l'anello. Quando il ferro è collegato al tabellone con quattro misere viti, prima o poi succede che i ragazzi siano costretti a giocare su una sola metà campo perché dall'altra parte l'anello non c'è più. Qualcuno avrà provato ad aggrapparsi facendo cedere e collassare il canestro. Trovarsi in metà di mille sotto l'unico canestro rimasto è una scocciatura, ma chi vive il campetto nutre anche un certo rispetto per quella schiacciata finita male. Anzi, quella sorta di rito di iniziazione urbano è passata a pieni voti, con lode. Dall'arido punto di vista esterno è solo un atto di vandalismo come un altro.

 

La fenomenologia del playground potrebbe chiudersi qui, ma a Cernusco Lombardone si sono voluti superare. A fare il bullo e a rimuovere gli anelli è stato il Comune. Se a commettere il gesto sono dei giovani si grida al furto e la zona viene reputata luogo di teppismo, ma se a compierlo è l'amministrazione comunale allora l'area è "in manutenzione", come recita il foglio A4 siglato dal Comune e appiccicato spartanamente sul materassino di protezione del parco Urano. Nel parchetto ci sono giochi per i più piccoli, il ping pong e, appunto, un campo da basket ben fatto e a quanto pare piuttosto frequentato.

 

Il parco Urano

A sollevare la questione in Consiglio comunale è stata la consigliera di minoranza Samantha Brusadelli, la quale ha rimarcato che l'intervento risale al 31 luglio, in piena stagione estiva. "Mi chiedo cosa abbiate fatto da allora. Mi domando perché si possa continuare a giocare a ping pong, a pallone o girare in bici, mentre l'unica attività esclusa è il basket". Per Brusadelli è stata un'occasione mancata di vicinanza ai giovani dopo il periodo difficile della pandemia.

 

Si dice che si dovrebbe prendere esempio dai migliori. Invece il Comune di Cernusco ha tratto spunto dalla Giunta di Merate, che nel febbraio scorso ha fatto togliere tabelloni e canestro nel campetto di Cassina, oggetto di polemica da parte di alcuni residenti che se lo sono ritrovati senza mai averlo voluto. A Cernusco hanno forse fatto di peggio perché, come ha ricordato la consigliera Brusadelli, quel playground e la relativa area giochi è stata chiesta proprio dai residenti attraverso il meccanismo del bilancio partecipativo, in uno dei rari casi di sua concretizzazione. Viene da supporre che prima delle elezioni comunali IFNC abbia promesso a qualche residente, senza spargere troppo la voce e senza scriverlo nel programma elettorale, di togliere il campo da basket.

 

Ha tentato goffamente di difendersi in aula il sindaco Gennaro Toto. "Dal nostro punto di vista quel campo non era in sicurezza ed era oggetto di aggregazione negativa. Dobbiamo regolamentarlo". Sorriso ironico di Brusadelli, che ha immediatamente evidenziato l'illogico nesso causa-effetto tra l'anello del canestro e la sicurezza del quartiere. Il primo cittadino, alias il Signore degli anelli, ha voluto precisare che una decisione definitiva non è ancora stata presa. Sarà previsto un incontro con i residenti durante l'iniziativa "Un caffè con la Giunta" e il tema potrà essere discusso nelle Consulte. Due le opzioni: un "revamping del campo da basket", aggiungendo recinzioni (per regolare gli orari di apertura), protezioni, illuminazione, telecamere e defibrillatore; oppure una complessiva rimodulazione della finalità di gioco sostituendo il basket con altre attività. In entrambi i casi si va alle calende greche, ora che si cerchino i bandi di finanziamento, si risulti beneficiari, si affidino i lavori e li si eseguano. Ne passeranno di pomeriggi di gioco negati.

 

La soluzione? Ragazzi, andate a giocare altrove. Questo il messaggio del sindaco, che ha citato il campetto dell'oratorio (oh Signur!), quello di un altro Comune (ma davvero?) e infine quello di piazza della Vittoria, al quale verrà rifatta la pavimentazione. Si spera almeno che non venga utilizzato quel materiale antiinfortunistico a prova di bimbi di tre anni, che d'estate sprigiona un caldo anomalo. Se questo fosse il piano, sarebbe più dignitoso lasciarlo così com'è.

 

A nulla è servita l'irritazione di Brusadelli. La giustificazione del Signore degli anelli è che sono pervenute all'amministrazione comunale diverse segnalazioni di disturbo, rilevate anche dalle Forze dell'ordine. I ragazzi farebbero "uso di sostanze" ha sostenuto Toto. Ha sbottato ancora la consigliera di minoranza: "Non capisco quale beneficio abbia portato il far evitare di giocare a basket. Le persone possono giocare fino alle 23 di sera anche a pallone. Se il motivo è l'uso di sostanze stupefacenti allora dovreste chiudere anche il campo di piazza della Vittoria. Durante la giornata di pulizia che avevamo organizzato come Un Passo Avanti Insieme avevamo trovato rifiuti che presuppongono attività non lecite. Ma non penso che siano due canestri a causare il problema".

 

Si potrebbe potare la siepe tenendola più bassa e ordinata, si potrebbero organizzare dei controlli da parte dell'Associazione Carabinieri, lautamente ricompensata dal Comune in base ad un protocollo d'intesa siglato [clicca QUI]. Ma il fatto è stato affrontato semplicisticamente: a certi residenti infastidisce il suono dei palleggi e il Comune li ha assecondati sbrigativamente. Dimenticando che per qualcuno quel battito è vita.

 

Marco Pessina
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