Mandic: scompenso cardiaco nella donna, le principali cause e come va affrontato
Il dottor Stefano Maggiolini
La dottoressa Gorgoglione ha subito inquadrato cosa si intende per scompenso cardiaco, una malattia per cui il cuore è affaticato e non riesce a svolgere il suo corretto lavoro di "pompa", non garantendo dunque un corretto apporto di sangue agli altri organi. "Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel nostro Paese, ha spiegato la dottoressa. Motivo per cui bisogna stare attenti e prevenire. Una donna su tre muore per cardiopatia ischemica. Due donne su tre con diabete muoiono per cardiopatia ischemica."
Ciò che succede nel corpo e nei vasi sanguini degli uomini non è uguale a quello che succede nelle donne, e questa differenziazione ha proprio a che vedere con il sesso. "Gli steroidi sessuali, estrogeni e androgeni, e i loro recettori sono i determinanti fondamentali delle differenze di genere nel sistema cardiovascolare. La funzionalità degli estrogeni è essenziale per il mantenimento di una normale funzionalità dell'endotelio vasale".
La dottoressa Maria Grazia Gorgoglione
È quindi per questo motivo che la malattia coronarica è meno frequente nelle donne in età fertile che negli uomini, ma rimane un importante fattore di rischio. Questo tuttavia non vale per tutte le donne. Una donna obesa infatti, anche giovane, è a maggior rischio di scompenso cardiaco, specie se concomita una sindrome metabolica. Per tutte le donne però la menopausa segna senz'altro un momento importante. "È una fase naturale che oltre alla cessazione delle mestruazioni è caratterizzata da una ridotta funzione ovarica, con l'assenza di produzione di follicoli ovarici e ridotta produzione di estrogeni. Oltre a possibili sintomi come vampate di calore, i cambiamenti ormonali che avvengono in questa fase determinano anche l'aumento della massa grassa, soprattutto a livello addominale" ha spiegato la dottoressa Gorgoglione.
Questa cosa non è da sottovalutare, perché il tessuto adiposo viscerale produce numerose sostanze che stimolano l'infiammazione e favoriscono l'insorgere di arteriosclerosi, di malattie cardiache e tumorali. Inoltre, riducono la sensibilità all'insulina favorendo il diabete mellito di 2° tipo. "Con un ritardo di dieci anni rispetto all'uomo, in questa fase anche alla donna possono comparire problemi cardiovascolari, come l'ipertensione arteriosa, il diabete mellito di secondo tipo e l'ipercolesterolemia". È importante per le donne in questa fase prendersi cura di sé, perché non è raro invece che per aspetti psicologici e socio-culturali - ansia, depressione, ruolo di cura nella famiglia - tendano invece a porre per ultima la propria cura.
Esistono due categorie di scompenso, quello dovuto a una riduzione della contrattilità cardiaca, associata o meno a dilatazione dei ventricoli, con riduzione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro, e lo scompenso con aumento delle pressioni di riempimento. Nell'uomo prevale lo scompenso secondario a cardiopatia ischemica, nella donna prevale lo scompenso secondario a ipertensione e diabete. Qualunque sia il tipo di scompenso, ciò a cui tutti devono prestare attenzione sono i sintomi, che sono sempre dovuti alla riduzione di potenza del cuore e al ristagno di liquidi in alcuni organi. I principali sintomi sono dispnea, mancanza cronica di energia, difficoltà a dormire di notte a causa di problemi di respirazione, addome gonfio e palpitazioni. "Cosa si può fare per prevenire tutto questo? - ha domandato la dottoressa. - Importante evitare il fumo, continuare o iniziare a fare attività fisica dopo la menopausa, camminare all'aria aperta, tenere monitorata la pressione arteriosa e fare esami di controllo consultandosi con il proprio medico di medicina generale". La dottoressa ha ricordato infine che i sintomi possono essere comunque assenti nella cosiddetta fase pre-clinica della malattia, che può quindi essere individuata solo casualmente o approfondendo le indagini. La diagnosi precoce in questo senso è estremamente utile per mettere in atto tutti i provvedimenti clinico-terapeutici. Tale diagnosi viene effettuata grazie all'elettrocardiogramma, l'ecocardiogramma e il dosaggio ematico del Bnp.