Osnago: illustrati i progetti di cooperazione finanziati dal Comitato lecchese per la pace



Dal 2002, 20 anni, una rete di Comuni lecchesi si è data una struttura per poter sostenere dei progetti che mirano allo sviluppo delle condizioni di vita nei Paesi del terzo mondo o in via di sviluppo, grazie alle associazioni del nostro territorio che operano direttamente o indirettamente in quelle zone. È stato infatti costituito il Comitato Lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli. Inizialmente come capofila c’era la Provincia di Lecco, poi nel 2010 il Comune di Casatenovo. Nel 2017 è passato sotto la gestione del Consorzio Villa Greppi, per tornare al Comune di Casatenovo nel 2020. La presidente è Maria Grazia Caglio, vice sindaca a Osnago con delega alla Pace.



In occasione della Giornata internazionale della pace, è stata organizzata la presentazione dei quattro progetti vincitori del bando dal valore complessivo di 34.400 euro, finanziato con i contributi che i Comuni aderenti al comitato versano ogni anno. L’appuntamento di sabato 24 settembre, che ha avuto luogo presso la sala civica “Sandro Pertini” di Osnago, è stato pressoché disertato dai Comuni che puntualmente avevano ricevuto l’invito a partecipare. Dei 24 Comuni aderenti al Comitato oltre ai padroni di casa hanno risposto presente soltanto Verderio con il consigliere Alessandro Origo (con delega ai Progetti sovracomunali) e Dolzago con il consigliere di maggioranza Stefano Mapelli. In un periodo attraversato da conflitti e dall’incremento della disparità nella distribuzione della ricchezza, nessun altro Comune ha sentito l’urgenza di ascoltare cosa viene fatto con i soldi che loro stessi offrono per andare incontro alle popolazioni afflitte da povertà e guerre. Chapeau alla coerenza.


Pietro Mariani
Il tema del bando quest’anno ruotava attorno all’emergenza idrica per la difficoltà di accedere all’acqua. Ad essere premiata con il maggior contributo (10 mila euro, circa un terzo del valore complessivo dell’iniziativa) è stata l’associazione Centro Orientamento Educativo. Il sodalizio, nato nel 1959, è attivo in Bangladesh dagli anni Novanta per stare a fianco della comunità dalit, emarginata in quanto considerata fuori casta dalla cultura imperniata sulla religione indu sebbene lì la religione più diffusa sia l’islam. A conoscere bene quella realtà è Pietro Mariani, che è stato sul posto questo giugno dopo tre anni di assenza a causa del Covid. È stato lui a raccontare ad Osnago in cosa consiste il progetto finanziato dal Comitato Lecchese per la pace. Ha spiegato che in Bangladesh manca l’acqua potabile in molte aree per la forte concentrazione di arsenico e questo è causa di molte malattie. Accade particolarmente nel Sud-ovest del Paese, dove il 60% della popolazione è dalit. Tra gli obiettivi del progetto c’è anche di costruire servizi igienici e pompe manuale per l’approvvigionamento di acqua dal sottosuolo. Rientra anche il rafforzamento delle cure nei servizi ospedalieri rivolti in particolare ai dalit, che versano in condizioni di estrema povertà. L’investimento vale anche sulle campagne informative di carattere preventivo.


Micol Dell'Oro
Al secondo posto c’è Mani Tese, con un contributo di 9 mila euro per un progetto che ne vale 15 mila. A beneficiarne saranno le popolazioni del Benin nordoccidentale, come ha spiegato Micol Dell’Oro. Mani Tese non è presente sul posto direttamente per una questione di sicurezza. I rischi sono troppo alti per il forte radicamento di gruppi jihadisti. Anche in questo caso l’acqua è scarsa e quella che c’è è spesso contaminata, causa di malattie quali la dissenteria, l’ameba, la bilarzia, il colera, la campylobatteriosi, il tifo, le epatiti A ed E, le parassitosi intestinali, la schistosomiasi, la dracunculiasi. L’iniziativa si sviluppa in due villaggi con la riparazione di due pozzi a pompa manuale. È prevista la formazione della gente locale per questo tipo di lavoro di manutenzione e la nascita di comitati di gestione per servirsi della risorsa idrica in una modalità comunitaria. Il percorso di formazione mira anche a sopperire alla mancata conoscenza delle corrette pratiche igienico-sanitarie che si correlano alle patologie sopracitate. Al termine del progetto saranno organizzate delle conferenze nel Lecchese sull’acqua come bene comune con dei collegamenti in diretta con i protagonisti delle azioni messe in campo nel Benin.


Stefano Mandelli
“Ndox mu sell – acqua potabile per tutti” è il progetto di Ingegneria Senza Frontiere sviluppato in Senegal, nella regione di Thiès. Il Comitato per la pace gli ha riconosciuto 8 mila euro. Con questi soldi si contribuisce ad allacciare una scuola primaria e una scuola media all’acqua potabile, anche tramite la realizzazione di pompe funzionanti grazie ai pannelli fotovoltaici. A descrivere l’iniziativa presso la sala civica di Osnago è stato Stefano Mandelli. Per raggiungere questi risultati, ISF coinvolgerà diversi soggetti istituzionali e non profit, organizzando convegni e seminari in Italia sullo sviluppo della cooperazione internazionale. In tutto la stima del costo del progetto è di 8 mila euro.


Andrea Panizza
Les Cultures infine si è aggiudicata 7.400 euro dal comitato sui 18.850 preventivati. Il nome del progetto è Aman Iman – L’acqua è vita”. Andrea Panizza ha spiegato che le risorse sono state destinate in Niger, un contesto assai povero e instabile a livello politico. “La situazione è deteriorata, ci si muove con la scorta armata. Per questo non possiamo essere presenti sul posto direttamente come è accaduto fino al 2007-2008. Come interlocutori abbiamo delle associazioni locali che si occupano dello sviluppo rurale e la dirigenza scolastica”.


La scuola di Emalawlé in Niger
Il progetto infatti è rivolto ad una scuola. È stato realizzato uno scavo per arrivare alla falda e garantire l’acqua potabile ai servizi igienici di nuova realizzazione, in un Paese in cui il tasso di alfabetizzazione è bassissimo. L’acqua servirà anche per l’irrigazione di un orto scolastico. In Italia questo progetto sarà portato nella scuola Santo Stefano di Lecco come esempio di “educazione alla cittadinanza mondiale”.
M.P.
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