Seggi - file separate uomini e donne

Il fatto di dividere le file ai seggi in “maschio e femmina”, è solo un motivo pratico-organizzativo che risale al 1967.
I due registri sono divisi “uomo/donna” per facilitare il conteggio agli scrutatori a fine votazione. Se c’è un problema riguardo ad un voto, si può subito dimezzare l’errore sapendo se il nome corrisponde ad un uomo o ad una donna.
Nel 1967 non c’era nessuna discriminazione di genere.
Sono d’accordo sul fatto che magari si possa fare una sola fila, così da non creare imbarazzo, ci penseranno poi le persone dei seggi a scrivere il nome su un registro piuttosto che sull’altro.
Ma bisogna anche dire che dal 1967 ad oggi le cose sono cambiate, e qui nascono i problemi per tutte quelle persone transessuali che hanno documenti che non corrispondono alla propria identità.
Non tutte le persone transessuali possono permettersi di intraprendere la rettifica anagrafica, che consente di cambiare il genere sui documenti: l’iter burocratico (disciplinato dalla legge 164 del 1982) è lungo e complesso, e necessita tra le altre cose di una sentenza di un giudice in un tribunale civile.
Ci possono volere mesi, a volte anche anni, e per chi non ha la possibilità di accedere al gratuito patrocinio ci sono spese legali onerose da affrontare.
Speriamo che la nuova squadra di governo neoeletta (che ha già fatto sapere che vuole mettere mano alla Costituzione), ne prenda atto e faccia qualcosa per risolvere anche questo tipo di problema (che poi non è un problema).
Anonimo
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