Sulle elezioni

Scegliere chi votare... Pensiamo ai programmi (parole), ma pensiamo soprattutto a ciò che è stato fatto finora e con che modalità (fatti). Condividiamo o no leggi o proposte di legge? Al di fuori del Parlamento, condividiamo o no posizioni, "battaglie", proposte, problematiche...? Chi se ne fa portavoce? Che conseguenze avranno certe scelte nella vita di tutti i giorni, nella vita reale, che è quella che poi conta?
C'è poi l'astensionismo, consapevole o per menefreghismo. Difficile individuare l'uno o l'altro. Che peso avrà?
Io non "respiro" una bella atmosfera. A livello di informazione alcuni argomenti sono quasi "tabù", come se non esistessero o non se ne potesse parlare, salvo che poi emergeranno in tutta la loro drammaticità dopo le elezioni. Grandi numeri e grandi progetti, belle parole che però sono di difficile comprensione nei loro riverberi sulla vita di ogni giorno. I partiti sono più occupati a screditare gli avversari che a parlare di se stessi... E c'è una società (intesa come collettività) profondamente divisa; una divisione sottotraccia, ma reale. Chiunque prenderà più voti alle elezioni di domenica (la parola vincere non mi sembra la più adeguata), sarà chiamato a formare un governo e si troverà non con una "patata bollente" tra le mani, ma parecchie. Mi auguro almeno sia politico.
Mariacristina
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