Reteselute/2, il CdA: ''Una liquidazione la si fa sul serio se no è simulata. C’è un’anomalia tecnico-giuridica di fondo''
Sandro Feole
Più duro ancora Sandro Feole che, in riferimento alla procedura di liquidazione avviata dai Comuni e poi condotta dal collegio dei liquidatori, ha parlato di "anomalia tecnico-giuridica". Ha poi spiegato: "O la si fa sul serio oppure è un atto simulato". Feole ha dovuto motivare il perché il bilancio su cui sta lavorando adesso Retesalute non possa far altro che considerare la procedura di liquidazione un atto "solo formale e non sostanziale, facendo prevalere il principio della sostanza". Durante l'anno di messa in liquidazione non sono stati bloccati gli ammortamenti e gli accantonamenti. Inoltre "la revoca della liquidazione è appiccicata a una parete di vetro come l'olio. Per Legge il patrimonio netto deve essere positivo, mentre in quel momento era ancora negativo". La copertura delle perdite non era ancora avvenuta effettivamente da parte dei Comuni, pur avendola approvata nei Consigli comunali. Una situazione che peraltro rimane ancora incompiuta in quanto ci sono ancora due Enti locali che ancora non hanno versato la cifra di competenza così come ripartito dal collegio dei liquidatori (Merate per 85.874 euro e Olgiate Molgora per 35.004 euro).
Antonio Colombo
Feole e gli avvocati Roberto Corbetta e Maddalena Reitano, hanno più volte ribadito, anche in maniera seccata, di non poter essere chiamati a esprimere un parere su un'azione legale che non hanno voluto e impostato loro, a fronte delle insistenze di alcuni sindaci.
Non sono state risparmiate parole nemmeno verso quei segretari comunali (dell'Unione dei Comuni de La Valletta Brianza, Barzago, Missaglia, Casatenovo, Barzanò, Airuno, Cremella, Robbiate, Paderno d'Adda, Ello, Verderio, Calco e Merate) che in autonomia rispetto alle amministrazioni comunali hanno avanzato una serie di critiche alla gestione attuale, chiedendo tra le altre cose un maggior rigore nel paragonare i costi delle tariffe applicati da Retesalute con quello di aziende di altri territori. Ma dal peso delle tariffe l'azienda speciale può o meno reggersi in piedi. "L'insistenza continua all'analisi dei benchmark rispetto alle tariffe di altre aziende induce a ritenere che i soci immaginino delle alternative. In queste condizioni il CdA sarebbe tenuto a verificare se l'azienda può continuare o no. È un nostro dovere. Non voglio raccomandare niente a nessuno, è un argomento di estrema delicatezza. Vediamo quello che ci viene scritto e poi prendiamo le nostre decisioni".
Nella passata assemblea dei soci anche alcuni sindaci avevano mostrato preoccupazione e una particolare attenzione sul tema delle tariffe. E anche il sindaco di Merate ha voluto dire la sua in replica all'intervento del dott. Feole definito "semi-minaccioso". Per Panzeri quello del calcolo delle tariffe "non è un aspetto secondario o opzionale. Possiamo fare un atto di fede, e lo abbiamo fatto, ma il problema è quando i responsabili di servizio ce ne chiedono conto. Una delle sfide di Retesalute è di diventare un'azienda competitiva sul mercato". Feole ha quindi ribattuto: "L'azienda è come se fosse amputata perché ha perso molti dipendenti per via della situazione finanziaria. Dovete decidere se voler bene a questa azienda, aspettare le protesi e che queste abbiano effetto".
Chiara Cogliati
L'andamento gestionale procede per forze di cose a piccoli passi, nel tentativo di concludere la fase di rodaggio ed entrare in pieno regime. Qualche segnale positivo c'è. Il presidente del CdA ha ad esempio informato che sono pervenute 9 domande per l'incarico di direttore generale e ben 23 per gli assistenti sociali. Le assunzioni di queste figure avverranno ad ottobre.
Preoccupa dall'altro lato l'instabilità politica dell'assemblea dei soci. Le divergenze tra Merate e Casatenovo sono palesi. E poi non è passata inosservata l'assenza alla seduta del blocco dei Comuni dell'Oggionese (Nibionno, Sirone ed Ello) e il bastian contrario Cassago Brianza.