Retesalute/1: l’Assemblea approva il ripiano delle spese di giudizio, ma Panzeri non vuol ''tirare fuori'' gli indennizzi
La recente sentenza in primo grado del Giudice del Lavoro, che ha rovesciato come un calzino le accuse mosse da Retesalute contro due sue ex dipendenti di aver causato le perdite dell'azienda, è stata al centro della discussione dell'Assemblea dei soci, che si è svolta giovedì 22 settembre. E non poteva essere altrimenti. Era atteso il pronunciamento dell'Assemblea circa l'opportunità di ricorrere in Appello. Era inoltre necessario prendere atto, sotto il profilo dei conti del bilancio, della condanna comminata all'azienda speciale a sostenere le spese del giudizio e dei compensi professionali e la corresponsione di ulteriori 22 mila euro perché, secondo la Giudice, la causa non è stata altro che una lite temeraria. In tutto la clamorosa sentenza costerà a Retesalute 93.309 euro.
Prima di questa mazzata il consuntivo 2021 avrebbe chiuso con un utile di 12.516 euro. Deducendo però i 93 mila euro e rotti si chiuderebbe il 2021 (il CdA per competenza e prudenza, in base ai principî contabili, ha optato di imputare i costi della sentenza nel bilancio 2021) con un passivo di 80.793 euro. L'Assemblea dei soci ha deciso di colmare la potenziale perdita e restaurare il consuntivo facendolo tornare in utile di 12 mila euro. I sindaci hanno dunque deciso di iniettare ulteriori 93 mila euro.
A strascico della procedura di liquidazione poi ritirata, i contributi straordinari da parte dei Comuni non finiranno qui, ha allertato la vice presidente del CdA Chiara Cogliati, mantenendosi inizialmente generica. A domanda specifica, è stato poi dettagliato che i costi generali della liquidazione valgono 295.172 euro. Di questi però 96 mila euro sono già stati pagati, 52 mila euro possono essere sottratti in virtù degli sconti ottenuti dai fornitori quando l'azienda speciale era in stato di messa in liquidazione e 93 mila euro sono i costi appunto della sentenza che saranno coperti dai Comuni. Tirando le somme, avanzeranno circa 50 mila euro. Forse però la dott.ssa Cogliati era rimasta generica per non esplicitare ai soci che esiste un filone della vicenda nel penale per una delle due ex dipendenti, processo che potrebbe concludersi in maniera non molto dissimile dall'altro, con conseguente aggravio dei costi ai danni di Retesalute.
Intanto sui 93 mila euro, tutti i Comuni presenti all'assemblea dei soci hanno deciso di concedere un contributo straordinario per coprire tale cifra. Si è astenuta solo l'Unione dei Comuni Lombarda della Valletta, rappresentata dal consigliere Peter Sironi, secondo il quale l'assemblea non era a conoscenza di questi 93 mila euro da "ripianare". Nonostante i diversi tentativi da più parti per far capire che uno dei motivi principali della convocazione fosse proprio questa decisione, Sironi è rimasto irremovibile. Diverse le posizioni dei due sindaci di Merate e Casatenovo. Il primo, Massimo Panzeri, ha dichiarato: "Faccio fatica a riconoscere i 22 mila euro per lite temeraria. Parlo per Merate, a tirare fuori questi 22 mila euro non ci sto", rispondendo indirettamente all'interrogazione del gruppo di minoranza "Cambia Merate". Per Panzeri dunque i Comuni dovrebbero versare in tutto 71 mila euro. Parole che hanno generato sussulti in ogni dove nell'aula consiliare di Merate dove si stava svolgendo l'assemblea. Qualcuno ha fatto notare che se i restanti 22 mila euro li mettesse Retesalute sarebbe comunque come se facessero i Comuni, visto che ne sono i soci e fruitori dei servizi che l'azienda offre. Poco dopo l'intervento austero di Filippo Galbiati, che ha posto la questione in termini diversi: il problema non sono i 22 mila euro per la lite temeraria, quanto l'eventuale riconoscimento di qualche responsabilità in capo ai precedenti amministratori [il collegio dei liquidatori, ndr] per come è stata gestita l'intera partita legale, che comporta delle spese sin qui calcolate in 93 mila euro. Per il sindaco di Casatenovo bisognerebbe investire sui consulenti interni ad ogni Comune, ovvero i segretari comunali, per ottenere da loro un parere che affermi o escluda che ci possano essere delle responsabilità di terzi. Una posizione che ricalca quella del gruppo di minoranza di Merate che chiede al sindaco "se l'Azienda intenda rivalersi su soggetti terzi eventualmente responsabili della indebita proposizione dell'azione [legale, ndr]".
Il sindaco Massimo Panzeri
Il consuntivo sarà a breve inviato al revisore dei conti per un suo parere atteso in quindici giorni. Poi l'assemblea dei soci potrà riunirsi nuovamente per l'approvazione.