Osnago: tensione in Consiglio sull'antenna. Il sindaco conferma che verrà autorizzata

Come da pronostico, l'antenna alta 34 metri si farà alle Marasche. La legislazione - lo si sapeva fin dall'inizio - è dalla parte di Iliad. L'amministrazione comunale ha dapprima scomodato Enti che non avevano competenza per esprimere un parere prima di concedere l'autorizzazione e poi un legale che ha ribadito quanto le norme stabiliscono. Una mossa condotta per ripararsi dalle polemiche che però, puntuali, sono arrivate. In aula si è arrivati al limite del tumulto. Del resto, nel silenzio generale, di infrastrutture simili ce ne sono sul territorio, ha evidenziato il sindaco Paolo Brivio. Cernusco ha due installazioni, Merate otto, Ronco Briantino una, Carnate cinque, Lomagna due, Missaglia e Montevecchia una ciascuno.

Il sindaco in risposta ad un'interpellanza ha dapprima aggiornato il Consiglio sulle ultime novità per poi lasciare ampio spazio al dibattito. Per Arpa Lombardia -  l'unico soggetto tenuto ad esprimersi - "non si rilevano condizioni per le quali la realizzazione dell'impianto possa comportare il superamento dei limiti di esposizione e dei valori di attenzione".

ATS Brianza ha rinviato al parere di Arpa. Mentre la Commissione Paesaggio del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone che agisce in sostituzione di analoga commissione comunale che Osnago non possiede autonomamente ha ricordato che l'area è fuori dai confini del Parco e non ci sono vincoli paesaggistici. L'unica prescrizione che il Parco ha avanzato è che "il colore dell'antenna sia di colore grigio-azzurro con tonalità più scure partendo dall'alto al fine di meglio integrare l'inserimento nel contesto".

Nel frattempo Iliad ha prodotto in agosto uno studio e un'asseverazione per attestare la conformità paesistica dell'impianto e il fatto che la sua costruzione non altera i valori di superfici drenanti richiesti nel comparto Marasche. Da parte sua l'avvocata Paola Brambilla consultata dal Comune ha scritto: "La verifica positiva di Arpa non ritengo possa consentire altra soluzione che concludere favorevolmente la procedura con la prescrizione del rispetto dei criteri mitigativi disposti dalla Commissione Paesaggio".

Esprimendo un diniego all'autorizzazione da parte del Comune, ci sarebbe di sicuro un ricorso al TAR da parte della società e "ci sarebbe la sconfitta pressoché certa per il Comune in sede di giudizio" ha riconosciuto il sindaco. "In caso di contenziosi su impianti di telefonia mobile le società ricorrenti hanno chiesto ai Comuni indennizzi variabili tra i 10 mila e i 400 mila euro - ha riportato l'avv. Brambilla - Per di più eventuali statuizioni di condanna costituiscono ad ogni effetto danno erariale". In casi simili il TAR infatti invia una segnalazione alla Corte dei Conti.

Il sindaco ha così comunicato: "Non si ravvisano argomenti tecnici, giuridici o urbanistici per negare l'autorizzazione richiesta da Iliad. Il 20 settembre si concluderà la Conferenza dei servizi con la concessione dell'autorizzazione". L'amministrazione ha comunque chiesto informalmente ad Arpa di poter sollecitare quando l'antenna sarà realizzata la verifica della rispondenza delle emissioni elettromagnetiche ai valori calcolati da Arpa stessa sulla base della documentazione ottenuta da Iliad. Arpa avrebbe già accettato in via ufficiosa di effettuare questi controlli.

Su tutte le furie il gruppo di minoranza che si è fatto forza delle circa 200 firme che ha raccolto con una petizione. "La simulazione di Arpa non tiene conto che sul territorio di Osnago ci sono già tre antenne 5 G che attualmente risultano spente sull'acquedotto. L'Istituto Superiore di Sanità dice che ancora non si hanno sufficienti elementi per valutare se queste onde arrechino danni" ha commentato il capogruppo di minoranza Marco Riva.

Per Riva c'è stata leggerezza nella valutazione delle carte perché non è stato considerato dall'Arpa che ci sono delle abitazioni di Cernusco nel raggio di 200 metri e che nelle simulazioni non vengono sommate le emissioni dell'antenna predisposta sull'acquedotto di Osnago. Il consigliere ha aggiunto che "nel parere dell'avvocato si dice che è vero che questi chiedono i soldi, ma è anche vero che devono dimostrare di aver ricevuto un danno". Dunque per Orgoglio Osnago bisogna rischiare e affrontare eventualmente Iliad al TAR: "Anche se c'è una piccola chance di vittoria secondo me è rispettoso per cercare di soddisfare la richiesta dei cittadini che ci chiedono più informazioni" ha sancito Riva.

Nella replica il sindaco ha dichiarato: "Capisco l'amarezza, che è anche nostra. Non abbiamo elementi e competenze per dire che il parere di Arpa sia approssimativo". Ma Vittorio Bonanomi, dai banchi dell'opposizione, ha gridato alla vergogna. "Ha paura di pagare 40 mila euro? - ha domandato rivolgendosi al primo cittadino - Senza battere ciglio e senza averci fatto sapere ancora le cause del dissesto avete alzato tutti la manina per ripianare con 150 mila euro le perdite di un'azienda speciale di cui Osnago fa parte. Questa è vergogna". Il parallelismo con Retesalute lo ha mosso anche Riva secondo il quale per ripulirsi la faccia dopo l'esperienza dell'azienda speciale, l'amministrazione comunale dovrebbe dare ascolto ai residenti che chiedono di opporsi all'installazione dell'antenna.

La tensione si è alzata quando Bonanomi ha tirato in ballo il Parco del Curone, provocazione che ha esaltato anche alcuni residenti presenti tra il pubblico in aula consiliare: "Fanno i paladini dell'ambiente e poi calano le braghe davanti ai colossi della telefonia. Il massimo che dicono è di dare una tinteggiata di azzurro. Lei dice che chiederà ad Arpa di verificare che i valori delle emissioni non siano superiori a quelli consentiti. E se fossero superiori lei cosa farà? Andrà lì, schiaccia il tasto e gliela fa spegnere?". Tra gli applausi del pubblico il consigliere ha di nuovo gridato alla vergogna. Dallo stesso pubblico si sono alzate grida per rivendicare la tutela della salute dei cittadini. Sulla linea di Bonanomi, anche Riva si è scagliato contro il parere del Parco del Curone: "Una presa in giro, scritto a mano con errori grammaticali poi corretti". Il capogruppo di minoranza ha quindi sollecitato la maggioranza consiliare a rendere disponibile a tutta la popolazione la documentazione relativa all'iter autorizzativo e a organizzare un incontro pubblico con gli Enti che hanno espresso dei pareri in merito, incassando un parere positivo da parte di Brivio.

Il sindaco ha ribadito più volte che il Comune non ha strumenti per opporsi ai pareri di Arpa Lombardia e dunque per opporsi all'antenna. Sarebbe un'operazione kamikaze. L'assessore Felice Rocca e Paolo Brivio hanno poi affermato che non vi sono ancora studi che certifichino i presunti danni che il 5G arrecherebbe alle persone. Parole che hanno acceso ancora gli animi tra il pubblico. A tutela dei cittadini ci sarebbero i controlli di Arpa. Se si riscontrassero l'antenna "si potrà spegnere o si dovrà modificare per farla rientrare nei limiti consentiti" ha scandito Brivio, che si è detto poi pentito di aver coinvolto il Parco del Curone in questa vicenda dopo le critiche addossate all'Ente presieduto da Marco Molgora.

Ancora colpi di scena. Prima con il sindaco che ha alzato la voce e ha minacciato - testualmente - di “sbattere fuori” il consigliere Bonanomi. Poi con Marco Riva che ha proposto di trasformare l’interpellanza in mozione, con la richiesta di impegnare l'amministrazione comunale a non autorizzare l'installazione dell'antenna. Infine sempre con il capogruppo di minoranzza che ha proposto di basare l’opposizione all’eventuale ricorso di Iliad al TAR sulla preoccupazione dei cittadini. Dunque l'Ente locale dovrebbe difendere le proprie ragioni appellandosi al fatto che i cittadini sono preoccupati. Ipotesi seccamente scartata dal sindaco perché senza senso dal punto di vista logico e giuridico.

M.P.
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