Porchera: la 37ª festa della Madonna Addolorata si chiude con la processione

È stato solo un raccolto numero di anziani fedeli a prendere parte alla processione della statua della Madonna Addolorata nel pomeriggio di domenica 11 settembre, momento conclusivo della 37ª festa della Madonna Addolorata di Porchera.

La tradizionale celebrazione della frazione olgiatese si è aperta due giorni prima, con una serata per riflettere attorno a "i misteri del dolore" insieme a don Venanzio di Aizurro. Il giorno successivo, sabato 10, è stato dedicato a sport e divertimento, mentre domenica la festa è iniziata con la celebrazione della santa messa, seguita da un pranzo in compagnia.

Complice forse la sovrapposizione con la festa dello sport e delle associazioni a Olgiate, i fedeli intervenuti alla processione partita dall'Area Nava non sono stati molti, ma la cerimonia guidata da don Giancarlo Cereda è stata ugualmente molto sentita dai partecipanti, che accompagnati dal corpo musicale G. Verdi di Airuno, percorrendo via Cesare Cantù sono giunti fino in piazza San Zeno e hanno preso posto in chiesa.

Durante la processione è stato recitato il santo rosario dei dolori di Maria, che hanno ispirato la riflessione che don Giancarlo ha proposto ai fedeli una volta giunti nella parrocchia. Quali sarebbero i dolori di Maria, se vivesse il nostro tempo? "In primis la guerra in Ucraina" ha detto don Giancarlo, spiegando che indipendentemente dalla propria religione, dei fratelli non dovrebbero mai uccidersi tra di loro. Un altro dolore derivato da questa guerra è poi il profondo abisso che si sta creando tra oriente e occidente. "Andare in processione a pregare vuol dire tenere conto anche di questo".

"Un altro dolore, purtroppo ancora presente, è il covid, che ci ha divisi, ci ha fatto chiudere le chiese e ci ha separati" ha continuato don Giancarlo, citando poi - come altro dolore - le persecuzioni verso i cristiani e missionari, che proprio recentemente non hanno mancato di verificarsi.

Il sacerdote ha quindi citato, in conclusione, due dolori intrinsechi nell'uomo: l'egoismo e l'indifferenza. In particolare, citando l'egoismo, il religioso si è riferito a tutti coloro che non pensano agli altri, soprattutto a chi fugge dalle guerre e giunge nel nostro paese. Nel secondo caso, invece, ai diversi concittadini e fedeli di Porchera che avrebbero potuto prendere parte alla cerimonia, ma non l'hanno fatto, forse per indifferenza.

 

E.Ma.
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