Verderio: il vescovo Delpini per i 100 anni dell'asilo con le suore dell'Immacolata. ''I rapporti che danno gioia sono quelli della verità''

E' stata una cerimonia semplice, ben curata e partecipata così come da sempre la presenza delle suore dell'Immacolata si è caratterizzata in paese: un servizio svolto nel silenzio, discreto, attento ai bisogni delle famiglie e bene inserito nella comunità.


L'ingresso di monsignor Mario Delpini nella chiesa dedicata ai santi Giuseppe e Floriano

Venerdì sera si è tenuto il momento più solenne di questi giorni di festa per i 100 anni dell'asilo "Giuseppina Gnecchi", iniziati giovedì con un concerto e con la presentazione del pregevole libro preparato in due anni di duro lavoro dallo storico Giulio Oggioni, alla presenza dell'arcivescovo Mario Delpini.
Chiamato a partecipare da don Rino a questa ricorrenza, il prelato milanese ha accolto con gioia questa occasione per incontrare non solo la comunità di Verderio ma soprattutto le sue suore.

Dal 1922, infatti, le religiose dell'Immacolata di Genova fondate da sant'Agostino Roscelli, operano in paese nell'asilo dedicato a "Giuseppina Gnecchi" della nobile famiglia locale che si adoperò per realizzare la struttura e darle un futuro, sostenendola.

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Un servizio umile e discreto, attento e premuroso nei confronti dei bambini e delle loro famiglie ma anche della comunità nel suo insieme dove le religiose sono state sempre accolte e benvolute, in virtù proprio della loro predisposizione alla fratellanza.

Nel corso della sua omelia monsignor Delpini si è soffermato su tre aspetti che caratterizzano "l'umanesimo cristiano" di cui sono testimonianza le suore ma di cui tutti dovremmo essere portati, in quanto persone di Fede.

In virtù di questo umanesimo il vescovo ha invitato tutti a non nascondersi e a non sottovalutarsi. "In ciascuno c'è la predisposizione alla bontà, all'impegno per il bene, al desiderio di dare gioia agli altri, portando in sé la libertà di scegliere il bene".

Il secondo tratto caratterizzante è quello di essere fatti per costruire la fraternità, di essere chiamati a prendersi cura gli uni degli altri. "Siamo fatti per condividere, toglietevi le maschere, non nascondetevi" ha detto il prelato "i rapporti che durano e danno gioia sono quelli della verità".

 

In prima fila i rappresentanti dell'amministrazione comunale

Giulio Oggioni con il vescovo e don Rino

La corale che ha allietato la cerimonia

Da ultimo l'invito a non avere paura di Dio, con un parallelismo all'operato delle religiose. "Il bene ricevuto dalle suore è incalcolabile, è stato un servizio offerto e lo è tuttora a generazioni intere. Hanno fatto e stanno facendo tanto e hanno contribuito a edificare l'umanesimo cristiano".

Al termine della celebrazione è stato letto il messaggio della superiora della Congregazione, trattenuta in Argentina dai numerosi impegni che le impone l'incarico. Prima dei saluti e delle foto finali, monsignor Delpini ha voluto omaggiare personalmente Giulio Oggioni, storico del paese che in un bellissimo libro illustrato ha raccontato questi cento anni, con dovizia di particolari storici e aneddoti che rappresentano un patrimonio per la memoria che resterà nel tempo.


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S.V.
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