Merate: rincari dell'energia oltre il 200% a fronte di consumi identici. E qualche negoziante espone le bollette...in vetrina

L'impennata dei prezzi di luce e gas sta facendo tremare tutti: dai privati, ai commercianti fino alle aziende e agli "enti".

I rincari rispetto allo scorso anno arrivano anche al 200% con cifre anche triplicate e consumi che rimangono i medesimi.


I costi dell'energia stanno ammazzando le attività commerciali, ad esempio, nel campo della ristorazione che non possono farne a meno di queste fonti e che hanno due strade: ridurre i margini di guadagno per mantenere gli stessi prezzi oppure aumentarli a danno dell'utenza.


Da qui l'iniziativa a livello nazionale lanciata da FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) di esporre le bollette in vetrina così da mostrare concretamente di che rincari stiamo parlando.

La bolletta dell'energia elettrica con fornitura dal mercato libero esposta nell'esercizio commerciale di via Manzoni


"Questa iniziativa - spiega Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio - ha l'obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po' di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell'energia del 300% si lavora una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l'attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare".


Tra i primi ad avere aderito c'è la piadineria di via Manzoni a Merate che sulla vetrina ha appunto affisso la bolletta del gas da pagare entro i primi giorni di settembre, con il confronto tra il 2021 e il 2022.


A fronte del 5% in più di kWh consumati in più tra i due anni presi in considerazione (si è passati da 2.447 a 2.571 kWh), la bolletta è triplicata schizzando da 596,47 euro a 1.827,97 euro pari al 206% in più (il costo a kWh è passato da 0,24 a 0,71 euro).

Una cifra folle e insostenibile per attività che non hanno beneficiato di nessun nuovo vantaggio negli ultimi 12 mesi e che arrivano da due anni di pandemia, in alcuni casi con diversi mesi di chiusura totale.

S.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.