Montevecchia: la memoria di san Giovanni Battista martire


Domenica mattina la parrocchia di Montevecchia ha celebrato il patrono San Giovanni Battista, che cade nella giornata del 29 agosto. Come da rituale, all'esterno della chiesa è stato bruciato il pallone di ovatta, simbolo della vita del martire che bruciata per la Fede nel Signore.

Nell'occasione si fa memoria della passione di san Giovanni Battista, che il re Erode Antipa tenne in carcere nella fortezza di Macheronte nell'odierna Giordania e nel giorno del suo compleanno, su richiesta della figlia di Erodiade, ordinò di decapitare. Per questo, precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità. Nei paesi della Brianza, quando il Santo Patrono è un Martire, è usanza bruciare un pallone sul sagrato della chiesa parrocchiale, come viene è stato fatto anche a Montevecchia.

Decollazione di S. Giovanni Battista - Bernardino Campi 1591 - Olio su tavola 220 x 156 - attualmente custodito nel Museo Diocesano 'Carlo Maria Martini', Milano e proveniente dal Santuario 'Beata Vergine del Carmelo, Montevecchia'


Vangelo di Marco 6, 17-29

In quel tempo. Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

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