Brugarolo: parla la compagna di Riccardo, il centauro ferito nell'incidente di Barzanò. ''Amputati braccio e gamba, ora cosa sarà di lui?''. Non  si trova l'uomo alla guida della Mégane


Giustizia per Riccardo. Il terribile incidente della mattina di Ferragosto a Barzanò, che gli ha causato l'amputazione del braccio e della gamba sinistra, rischia di rimanere impunito.
Il marocchino classe 1986 che si trovava alla guida della Renault Mégane che, secondo la ricostruzione ancora al vaglio degli inquirenti, dopo avere tamponato una Fiat Cinquecento e fatto capottare una Yaris, provocando il ferimento della conducente, e si è schiantato contro Riccardo che proveniva dalla parte opposta in sella alla sua Harley Davidson, non si trova. Dopo essersi allontanato dal luogo dell'incidente mentre i testimoni prestavano aiuto al ferito, ha fatto perdere le proprie tracce. Risulta senza fissa dimora, dunque senza alcun domicilio né occupazione, e l'auto sulla quale viaggiava era sottoposta a fermo amministrativo.

In una manciata di secondi la vita di Riccardo e della compagna è stata stravolta. Quella che fino a poche ore prima era una esistenza normale, fatta di lavoro, vacanze, occupazioni quotidiane è stata cancellata con un colpo di spugna da una azione scellerata.

Riccardo, classe 1977, residente a Brugarolo (e non a Vercurago, dove aveva vissuto fino al 2019, come si era inizialmente pensato) ricorda tutto dell'incidente. Quando i medici dopo 8 ore di operazione durante la quale, per salvargli la vita, sono stati costretti ad amputargli i due arti, lo hanno risvegliato, ha raccontato gli istanti prima del trasporto in elicottero. Dunque l'arrivo dell'auto in velocità sulla provinciale dalla parte opposta dopo avere urtato la Cinquecento e la Yaris, lo stridere dei pneumatici sull'asfalto, la Mégane che gli viene addosso e che, col paraurti anteriore, gli schiaccia in maniera irreversibile la parte sinistra del corpo. Ha sentito il dolore, ha ben presente il volo che ha fatto dopo l'urto, ricorda le voci dei ragazzi che gli si sono fatti attorno in attesa dei soccorsi. E infine l'arrivo dei medici che lo hanno sedato.

"Riccardo era partito alle 9 dalla nostra casa di Brugarolo per fare un giro con la moto" ha raccontato la compagna "l'aveva acquistata da 10 giorni e la voleva provare dato che a settembre saremmo dovuti andare in vacanza. Verso mezzogiorno sono arrivati degli amici per la grigliata. Attorno all'una e un quarto hanno invece suonato i carabinieri e mi hanno detto cosa era successo. Siamo corsi a Varese e dopo otto ore ci hanno detto che la situazione era gravissima".

I medici lo hanno sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico per salvargli la vita. Purtroppo le condizioni del braccio e della gamba erano tali che hanno dovuto procedere con l'amputazione totale.

 

"Quando sono usciti dalla sala operatoria mi hanno spiegato l'accaduto. È stato terribile. Al risveglio Riccardo era molto arrabbiato. Non è possibile che per un disgraziato una persona si è vista rovinare la vita. Nulla sarà più come prima. Riccardo faceva l'elettricista. Ora cosa ci aspetterà? Io ho anche una sorella disabile da assistere, non ho più nessuno. Il mio mondo era Riccardo e quello che facevamo prima ora non ci sarà mai più. C'è la prospettiva delle protesi ma ci aspetta un duro percorso".

I carabinieri sono ora al lavoro per individuare l'uomo, già identificato per lesioni gravi, omissione di soccorso, guida senza patente, e per ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto e accertare le eventuali responsabilità dei coinvolti.

 

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