Merate: occorrono pompieri professionisti. Va aperto un tavolo con il Comando di Lecco

La questione viaggia sotto traccia, ignorata dalla maggioranza ma ben nota agli addetti ai lavori. E' emersa soltanto in una occasione quando il sindacato Co.Na.Po. di Lecco, guidato da Edgardo Lanfranchi ha posto risolutamente il problema: il distaccamento dei pompieri di Merate è ormai insufficiente per uomini e mezzi a rispondere adeguatamente alle esigenze di un territorio vasto con oltre 100mila abitanti e un numero eccezionale di imprese.

Il distaccamento di via degli alpini

La risposta non si è fatta attendere dai volontari per bocca del vice presidente dell'Unione Pompieri Volontari Pietro Malvestiti. La carenza di personale anche a seguito dimissioni, pensionamenti e passaggio nei ranghi dei professionisti nonché la prolungata mancanza di corsi di preparazione hanno in effetti complicato il quadro operativo del distaccamento di via degli Alpini e in qualche occasione non è stato possibile predisporre una partenza. Che, peraltro, dovrebbe essere una "seconda partenza" in quanto la prima sarebbe di competenza dei pompieri in servizio permanente, di stanza a Lecco, in una sede che da vent'anni andrebbe sostituita.
La questione, pur maneggiandola con la necessaria delicatezza, non è di secondaria importanza. Un tempo i pompieri di piazzetta San Bartolomeo agli ordini dell'Ing. Arturo Comotti intervenivano per incendi a cascinali, aree boschive, qualche canna fumaria, allagamenti, soccorso persone. Operazioni certamente rilevanti e rischiose ma diciamo più in linea con la tradizione del vigili del fuoco volontario che a Merate è una istituzione fin dal 1844 con la costituzione su iniziativa e finanza del marchese Paolo Rescalli della prima Compagnia Zappatori Pompieri affidata al conte  Alessandro Della Torre di Rezzonico.
I tempi, però, sono cambiati, la tecnologia corre, i rischi soprattutto chimico-batteriologici aumentano con progressione algebrica, i materiali si modificano così come gli inneschi. Insomma per quanto preparato e competente un volontario non sarà mai all'altezza di un professionista.

Foto d'epoca dei vvf di Merate

E qui, dunque, si pone il problema. Merate ha predisposto il piano di ampliamento del polo del soccorso di via degli Alpini stanziando 1.199.625 euro, finanziato con 600mila euro dalla Regione e con i rimanenti 600mila euro dal Comune applicando l'avanzo di amministrazione. Nel 2021 i comuni limitrofi hanno contribuito per 32.739,70 euro. L'interesse del territorio è per il distaccamento mentre per la protezione Civile ogni comune pensa per sé.
Si tratta di un grosso investimento e il sindacato autonomo si pone la domanda se sia davvero opportuno spendere tanto per una struttura che è sempre meno in grado di operare ai massimi livelli. Spesso occorre l'intervento di Lecco ma per giungere nel territorio di competenza del distaccamento meratese, anche a sirene spiegate occorre mezzora o più. Troppo per definirlo un intervento di emergenza.
Di qui la necessità di aprire un tavolo di confronto con il Comando di Lecco e i sindaci almeno di Merate e Casatenovo allo scopo di ottenere dal Ministero un contingente di vigili del fuoco permanenti da inserire nel distaccamento di Merate ai quali i volontari - una cinquantina - si affiancheranno come seconda partenza e supporto per qualsiasi necessità richiesta.
Peraltro è noto che sono da tempo in corso colloqui informali con Casatenovo per l'eventuale apertura di un distaccamento gestito da permanenti. Si tratta per ora di una ipotesi a tavolino ma sembra che un'area sia già disponibile. Un problema in più per Merate se il sindaco di Casatenovo dovesse avviare un sondaggio tra i colleghi del circondario e verificare la disponibilità ad un minimo di compartecipazione alla spesa che, ovviamente, dovrebbe essere per la quasi totalità a carico del Ministero.
Le voci si rincorrono tra mezze conferme e incerte smentite.
Ma la questione, come dicevamo, è aperta. E va sicuramente affrontata quanto prima.

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