San Rocco: se ci sarà una moria di pesci la responsabilità sarà solo di Elena Calogero
Elena Calogero
Ecco i fatti.
Non appena appreso che sarebbero iniziate le opere di asportazione delle piante acquatiche infestanti, di origine brasiliana e sudamericana, quindi tutt'altro che autoctone e il conseguente prelievo dei pesci, la leader del Movimento 5 Stelle meratese ha inviato una diffida al Comune intimando di non intervenire e meno ancora di prelevare la fauna ittica senza prima averla scansionata per accertare che le specie presenti nello stagno possano convivere con quelle che sguazzano nel lago di Sartirana o nel fiume Adda. Contemporaneamente, con una rapidità che ha del prodigioso dalla regione sono arrivate due altre diffide da due uffici diversi che hanno di fatto imposto l'altolà ai volontari. Qualche tentativo di prelevare i pesci senza però asportare le piante che ricoprono interamente il bacino è fallito.
Ma è una corsa contro il tempo. L'immissario Roggia Ruschetta è asciutto e le poche acque ancora nell'invaso artificiale si stanno ritirando. Ancora pochi giorni e resterà soltanto una pozza in mezzo, difficilmente raggiungibile dalle rive.
Insomma se non si interviene rapidamente è possibile una moria di pesci, quegli stesso pesci che secondo la Calogero correrebbero seri rischi se immessi a Sartirana. Eppure per quel che si sa, nello stagno ci sono tinche, scardole, gobbi, boccaloni, forse qualche anguilla, tutte specie presenti anche a Sartirana.
Il problema è che sia i volontari sia i dipendenti comunali afferiti all'assessorato all'ambiente hanno timore a operare a causa appunto delle continue diffide. Alcuni dicono che la Calogero sia quasi ogni mattina a Sartirana a fotografare i volontari. Nella fase di chiusura sembra siano state eliminate una quindicina di nutrie che si stanno moltiplicando pericolosamente. Ora però nessuno si azzarda a continuare la caccia.
L'assessore Fabio Tamandi, pur da molto lontano, in vacanza con la famiglia, si tiene in contatto quotidiano con pescatori, volontari e collaboratori. Per parte sua qualsiasi iniziativa sarebbe stata autorizzata. Ma i funzionari comunali nicchiano, temendo eventuali sanzioni da parte della regione.
Va anche detto che l'unico autorizzato in provincia a utilizzare lo storditore per i pesci è impossibilitato a intervenire per ragioni personali ed è anche difficile reperire bracci meccanici per estirpare le piante infestanti.
L'unico tentativo che forse si farà d'intesa con parco Adda Nord è quello di creare una buca abbastanza profonda con la speranza che i pesci vi si infilino, prima che lo stagno si prosciughi del tutto. E' un tentativo che si farà la prossima settimana mentre già giovedì o venerdì ci sarà il sopralluogo dei tecnici del Parco Adda Nord, anche per fornire una "garanzia" operativa.
Non resta che chiedersi se davvero il Movimento 5 Stelle di Merate sia allineato alle posizioni di Elena Calogero, cui non mancano ragioni basate sulla tutela ambientale ma è l'estremismo che minaccia di procurare più danni che benefici all’ambiente che si intende tutelare.