La STORIA non ha niente a che spartire con fiction e propaganda

"Il sangue dei vinti" è un romanzo storico, non un saggio storico: come già Manzoni nei suoi celeberrimi "Promessi sposi", il giornalista Pansa inserisce in un contesto storico, peraltro ricostruito attingendo solo alla pubblicistica e alla memorialistica fascista, personaggi e vicende di fantasia. Da' quindi luogo ad una fiction romanzesca, la quale per la semplicità del linguaggio utilizzato e il pathos suscitato ("il vero poetico" di don Lisander), risulta accessibile a persone con una scarsa conoscenza della storiografia sull'argomento. In generale, nessuna opera del defunto giornalista e romanziere, pur avendo venduto centinaia di migliaia di copie, può essere considerata scientifica, tanto è vero che mancano del tutto note e apparati bibliografici, ovvero i documenti sui quali ogni STORICO - degno di questo nome - si basa.
In sintesi, caro "lettore imparziale", "Il sangue dei vinti" è propriamente un romanzo storico e non ha i requisiti di oggettività per essere considerata nel dibattito storiografico.

A Fabio, nostalgico del Ventennio, mi limito a suggerire la lettura del bel saggio di Francesco Filippi: "Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che ancora circolano sul fascismo".
Potrà quindi apprendere, per esempio, che le pensioni non le introdusse il suo duce, poiché il sistema di previdenza sociale fu un'iniziativa del governo Crispi, poi perfezionata da Pelloux. Infine, nel 1919, fu l'esecutivo capeggiato da Vittorio Emanuele Orlando a imporlo a "tutte le aziende come obbligatorio: da quel momento tutti i lavoratori italiani ebbero per diritto la pensione". Proseguendo tra le pagine dell'agile contributo dello storico Filippi, l'ardito Fabio potrà scoprire le panzane sulle bonifiche, la fake del pareggio di bilancio ed altre amenità decantate a mero scopo di propaganda. In conclusione, è ora di darsi pace: le rassicuranti "cose buone" fatte da Mussolini non esistono: "Er puzzone" ha fatto solo cose infami e turpi, come cancellare libertà e democrazia ("Leggi fascistissime"), per non parlare delle leggi razziali che hanno mandato al macello migliaia di ebrei italiani (e che dire degli oppositori politici e delle altre categorie vituperate nella missiva del camerata Fabio) e della scellerata guerra accanto ai nazisti (una generazione di giovani mandata a morire), la quale poi diede luogo al conflitto civile. Ricordo, infine, che il dibattito democratico, la libertà di parola e quant'altro sono DIRITTI garantiti dalla nostra COSTITUZIONE che è ANTIFASCISTA ed è stata elaborata dai partiti che hanno combattuto fianco a fianco nel CLN.
Due parole anche ad "Andrea" che si diverte a provocare alla solita maniera: il dibattito al quale ho preso parte ha preso spunto dalla "pastasciutta antifascista", iniziativa di matrice storica utile per ribadire, una volta di più, la necessità di tutelare libertà e democrazia, attraverso occasioni di convivialità e condivisioni. Su altre questioni, di più ampia portata, non mi sento di intervenire in questa sede: resta ferma la mia condanna alla guerra di aggressione e ai sistemi totalitari (Putini, Orban e Co.). Da ultimo, con riferimento al contesto italiano, condivido l'opinione recentemente espressa dallo storico Giovanni De Luna: se alle prossime elezioni vincessero le destre, la Costituzione sarebbe a rischio poiché i valori sostenuti da FdL, FI e Lega - efficacemente riassunti da Giorgia Meloni a Marbella - "restano antitetici a quelli della religione civile degli italiani nata con la Costituente" (La Repubblica, 31 luglio 2022).

Ora e sempre RESISTENZA!

Stefania Brigatti
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