Mandic: anche la dr.ssa Anna Biffi si dimette. E ora il 'punto nascite' è a rischio chiusura

A sinistra la dr.ssa Anna Biffi
Anche la dottoressa Anna Biffi ha presentato la lettera di preavviso. E come il primario dottor Gregorio Del Boca lascerà il San Leopoldo Mandic il 31 ottobre prossimo. Viene così a mancare il secondo pilastro del reparto di Ostetricia-Ginecologia ma, soprattutto, centinaia di donne, molte extracomunitarie, spesso neppure in grado di parlare l'italiano, perderanno un punto di riferimento essenziale. Anche la dottoressa Biffi per assicurare il più alto numero di visite e prestazioni ha accumulato negli anni un numero elevatissimo di ferie da usufruire. E questo, come detto per il Primario, è stato uno dei fattori negativi che l'hanno messa nel mirino dei diversi direttori di dipartimento Materno Infantile e della Direzione strategica in carica. In precedenza con un altro tipo di approccio la questione era stata affrontata in modo costruttivo. Non c'è molto da aggiungere ad una notizia da tempo attesa. Come potrà continuare il reparto che peraltro già ora deve attenersi a rigide disposizioni quale ad esempio che il parto è consentito soltanto dalla 37.ma settimana e in caso di qualunque complessità la donna va inviata al Manzoni di Lecco, non è dato sapere. Ma il rischio reale è che continuando a inviare pazienti a Lecco non sarà possibile raggiungere il numero di 500 parti l'anno determinando così la chiusura del punto nascite. Sarebbe davvero inconcepibile la chiusura di un punto nascite che nel corso dei decenni, dal dottor Della Rocca in avanti è stato un fiore all'occhiello dell'ospedale cittadino.
Ma del resto la situazione peggiora di settimana in settimana. Nonostante le promesse il reparto di Psichiatria è tuttora chiuso e anche stamattina l'uomo fermato a Osnago è stato portato al Manzoni di Lecco. Col progressivo trasferimento di servizi nel capoluogo si pensava che la navetta fosse potenziata invece, al contrario, è stata soppressa. E i pazienti debbono sobbarcarsi il viaggio fino a Lecco. Molti, però, optano per Vimercate, danneggiando così l'intera Azienda Socio-Sanitaria territoriale lecchese.
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