Pastasciutta antifascista: ''Il più bel funerale del fascismo'' (origine e ricetta)


Per rispondere a Regius e Claudia riporto la testimonianza di Alcide Cervi:

"Il 25 luglio vengono e ci dicono che il fascismo è caduto, che Mussolini è in galera. È festa per tutti. La notte canti e balli sull'aia. Facciamo subito un gruppo di contadini e andiamo a Reggio, per la strada tutti si aggiungono e la colonna diventa un popolo. Ognuno sembrava che aveva vinto lui, e questa era la forza. Ma il piacere è breve, è Aldo che ci ricorda la frase di Badoglio: la guerra continua al fianco dei tedeschi. Ma è sempre Aldo che ci dice di far esplodere la contentezza, intanto si vedrà. E propone: papà, offriamo una pastasciutta a tutto il paese. Bene dico io, almeno la mangia. E subito all'organizzazione. (...) Ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo, ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore. Guardavo i miei ragazzi che saltavano e baciavano le putele, e dicevo: beati loro, sono giovani e vivranno in democrazia, vedranno lo Stato del popolo. Io sono vecchio e per me questa è l'ultima domenica. Ma intanto la pastasciutta è cotta, e colmiamo i carri con le pile. Per la strada i contadini salutano, tanti si accodano al carro, è il più bel funerale del fascismo".
(Da "I miei sette figli" di Alcide Cervi)

I figli di Alcide - Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio e d Ettore - furono partigiani e lottarono per restituire la libertà al popolo italiano; furono trucidati dai fascisti durante la guerra civile e li ricordiamo come eroi.

La ricetta della pastasciutta antifascista è assai semplice, basta condirla con burro e parmigiano. Consumata in compagnia di chi ancora crede in valori quali la libertà e la democrazia è ancora più buona.

Stefania Brigatti, tesserata ANPI Merate
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