Lomagna: una Messa per ricordare suor Luisa Dell'Orto nel trigesimo dalla morte

Amici, parenti e conoscenti di suor Luisa Dell’Orto – Piccola sorella del Vangelo brutalmente uccisa lo scorso 25 giugno ad Haiti, dove era in missione – hanno gremito la chiesa parrocchiale di Lomagna nella serata di lunedì 25 luglio, a un mese esatto dalla sua scomparsa, per prendere parte alla santa messa celebrata da padre Giuseppe Dell’Orto – fratello di Luisa – e ricordarla insieme ancora una volta.

Lo striscione appeso sull'edificio davanti alla chiesa

Dopo la commossa cerimonia tenutasi lo scorso sabato mattina al Parco Verde per il funerale (clicca QUI), quella di lunedì è stata una Messa più intima e raccolta, seppur il numero di fedeli sopraggiunti sia stato alto. Tra questi, oltre la famiglia di suor Luisa, anche il sindaco di Lomagna Cristina Citterio.

Non sono stati condivisi ricordi personali nel corso della messa, ma dalle letture del Vangelo proposte padre Giuseppe ne ha ricavato una riflessione che è stata il fulcro della cerimonia. “Le parole che abbiamo appena ascoltato si addicono molto bene alla messa che stiamo celebrando, proprio nel trigesimo della morte di suor Luisa” ha iniziato il padre.

Padre Giuseppe Dell'Orto

Il testo letto ha ripercorso il passo in cui si annuncia per tre volte che Gesù sarebbe andato a Gerusalemme a sacrificarsi: “Il dono della vita avviene attraverso la passione, la morte in croce e la resurrezione in mezzo a noi. I discepoli non capiscono il perché della sofferenza e della croce, sono cose che non entrano nel loro concetto di Messia”. L’evangelista Matteo menziona la richiesta fatta dalla madre di Giacomo e Giovanni, che domanda a Gesù che i suoi figli possano sedere alla sua destra e alla sua sinistra nel suo regno. “La stessa immagine l’evangelista la riprende quando Gesù viene crocifisso e i due ladroni vengono posti alla sua destra e alla sua sinistra”. I discepoli, ha spiegato il sacerdote, non hanno capito la proposta di Gesù, sono troppo preoccupati per i loro interessi. “Gesù gli dice che non sanno quello che chiedono. ‘Potete forse bere il calice che io sto per bere?’ Questa è una metafora, il calice indica la sofferenza, la passione. Gesù vuole sapere se accettano di dare la vita, fino alla morte.”

“Gesù insegna il prezzo del privilegio dell’amore, che passa attraverso la condivisione del calice e l’mmersione nella morte di Cristo. È questa la vera regola del potere, inteso come autorità, la cui etimologia porta al concetto di innalzare e aiutare le persone a crescere, non è comandare.” È da questo concetto che padre Giuseppe si è rifatto all’operato della defunta sorella Luisa, che proprio come i discepoli ha compreso l’insegnamento di Gesù: “Come sulle labbra di fratello Carlo e di suor Luisa potremmo porre queste parole: ‘in noi agisce la morte, in voi la vita’. È questa la grandezza del vero discepolo.”



Al termine dell’eucarestia don Andrea Restelli è intervenuto per ringraziare tutti coloro che hanno preso parte alla celebrazione. “La vita adesso comincia a riprendere” ha detto poi, riferendosi ai cari di suor Luisa. Gli appuntamenti per riflettere insieme però proseguiranno e don Andrea invitato la comunità a pensare a cosa la vita di suor Luisa abbia voluto insegnare.



Prima di congedarsi, padre Giuseppe ha voluto riferire una frase che gli è stata detta da una signora dopo il funerale di suor Luisa: “Non è stato celebrato un funerale, è stata fatta una canonizzazione.”
Padre Giuseppe ha ritenuto esagerato il commento, riferendo che per queste cose ci vogliono tempi e soprattutto la volontà di Dio, però la famiglia di suor Luisa e l’intera comunità hanno adesso una santa e una martire.
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.