LIBRI CHE RIMARRANNO/69: una storia d'amore inaspettata con Pérez-Reverte

Ogni tanto capita che le edizioni italiane di qualche romanzo o di qualche film ne cambino talmente tanto il titolo da portarci molto distanti dal senso originale. Talvolta è quasi necessario (come è noto a qualcuno, "The Catcher in the Rye" letteralmente andrebbe tradotto grosso modo come "Il terzino nella grappa" e invece in Italia è per tutti, grazie al cielo, "Il giovane Holden").
Ora che anche l'Italia si è più emancipata si tende a conservare i titoli originali, almeno quelli in inglese di alcuni film, per esempio (ve lo immaginate Ironman tradotto in "uomo di ferro"?). Nel caso dell'ultimo romanzo di Arturo Pérez-Reverte, "L'italiano" (Rizzoli 2022, pagg. 414. Euro 20) la cosa non è stata difficile: "El italiano" era già il titolo dell'edizione spagnola del settembre 2021.



Sono talmente appassionato dei suoi libri che l'ho comprato subito, appena uscito, lo scorso autunno. Ma ho sopravvalutato il mio spagnolo, che di norma non mi tradisce, ed è stata necessaria la traduzione italiana per poterlo apprezzare a pieno. Traduzione al solito bellissima, quella di Bruno Arpaia.
Dalla copertina originale mi aspettavo una storia alla Pérez-Reverte: un militare, in tuta da sub, con l'autorespiratore, la mascella volitiva, i capelli corti ma non rasati, il pugno destro chiuso e scafi che si indovinano affondati dietro di lui. Una storia potente, rabbiosa, scritta in modo tagliente come "Cid", o la trilogia su Falcò che su queste colonne non ho mancato di recensire. Anche le mappe della baia di Algeciras e del porto di Gibilterra, subito in apertura, me lo collocavano nello scaffale dei "libri di azione".
La copertina dell'edizione italiana è invece molto diversa: un uomo elegante dal profilo del volto somigliante all'eroe della copertina spagnola abbraccia una donna, di spalle, che guarda il mare. Non siamo ai giorni nostri - lo si capiva dalla tipologia di tuta subacquea e dal taglio dei vestiti dei due - ma se la prima copertina prometteva avventura, la seconda spiazza, e parla di amore.
A dispetto del titolo, non è quest'uomo italiano il vero protagonista del romanzo. È una donna.
«Si fueras hombre serías un individuo peligroso», se fossi un uomo saresti pericoloso, dice di lei un amico. «Si fuera hombre no sería ni la mitad de peligrosa de lo que puedo ser como mujer», se fossi un uomo non sarei pericolosa nemmeno la metà di quanto posso esserlo come donna, risponde lei.

Siamo a Gibilterra nel 1942. Alcuni prodi della Decima Flottiglia Mas (divisione problematica per la storia italiana dopo il '43 ma epica per le imprese compiute prima) assaltano e affondano incrociatori e petroliere inglesi a bordo dei loro siluri elettrici a lenta corsa, detti "maiali". L'azzardo e l'eroismo di questi uomini cancellò dal volto degli inglesi il ghigno di supponenza nei confronti degli italiani codardi e "macaroni".
Teseo Lombardo, veneziano, è uno di loro. Lo raccoglie naufrago sulla spiaggia di fronte a casa sua Elena Arbués, di professione libraia, figlia di un vecchio professore di letteratura greca e latina, cresciuta con Omero, scopertasi Nausicaa sorpresa dal profugo Odisseo sulle spiagge di Scheria. È lei la vera protagonista di questo romanzo, lei, vedova di un marinaio ucciso dagli inglesi ma figlia di un padre rifugiato a Gibilterra per fuggire dai franchisti, lei indifferentemente ostile agli inglesi e alla destra spagnola ma tenacemente fedele a sé stessa. L'amore la visita nel volto taciturno e abbronzato di quell'italiano, e si farà complice e spia per lui, rischiando la propria vita. Di più non dico. Se non che il romanzo non parla solo di questo.
Costruito su due piani temporali, ci porta accanto a Pérez-Reverte mentre ai giorni nostri visita i superstiti di quei fatti, va a Napoli a trovare Gennaro Squarcialupo, il commilitone di Lombardo, e a Venezia, nella piccola libreria di una anziana Elena, che ha scelto di vivere nella città del suo Teseo.
Si vede la storia che si dipana e si legge come la storia si è rivelata agli occhi dello scrittore: anche la scrittura, come l'azione, può essere spesso avventurosa.
Non è un libro che voglia difendere l'operato della X Mas, né che voglia offendere gli Inglesi (per quanto...): racconta piuttosto il genio volpino tutto italiano di "fare cose che altri non farebbero mai perché sono incapaci di immaginarle", e la tenacia ostinata di Elena e Teseo, due "dei tanti che sono nati eroi e non lo sanno".
Ci sono tanti libri in questo romanzo di Pérez-Reverte, come nei suoi primi che lo hanno fatto conoscere al mondo ("Il club Dumas", per esempio). E c'è tanta Italia, come la Napoli che già faceva da sfondo al "Cecchino paziente". E, credo per la prima volta, c'è tanto anche di lui.

Non mi aspettavo questa storia e mi ha sorpreso molto: non saprei dire se è la più bella di Pérez-Reverte (ha scritto tanti e tali capolavori che è difficile fare una classifica), ma è la più bella storia d'amore e di coraggio moderna che io abbia letto.


Glielo scrivo in spagnolo perché so che Pérez-Reverte leggerà questa recensione: no esperaba esta historia y me sorprendió mucho: no sabría decir si es la mejor de Pérez-Reverte (ya que escribió tantas y tan buenas obras que es difìcil sacar una clasificación), pero es la más fascinante historia moderna de amor y de valor que haya leído nunca.

PER LEGGERE LE RECENSIONI PRECEDENTI CLICCA QUI
Rubrica a cura di Stefano Motta
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.