Fibra ottica in città

Condivido la necessità della posa della fibra ottica in città, anche creando disagi sopportabili, ma spero in un miglioramento futuro visto che il presente ci pone di fronte ad alcune situazioni di cui non capisco il senso.

Lo scorso anno nella parte bassa di Merate, precisamente a Brugarolo, un’impresa per conto TIM  ha posato un tubo con la tecnologia ”teleguidata“:  per ogni tratto di tubazione di circa 100/150 metri vengono eseguite solamente 2 buche, a inizio e fine tratta senza necessità di demolire tutta lunghezza.



Ora un’altra impresa esegue invece una canalizzazione larga 10/20 cm e profonda 30 cm. su tutte le vie interessate, posando un tubo per futura fibra ottica sopra alla tubazione posata l’anno precedente.



Il il dgl 33/2016 ha previsto una serie di indicazioni per ridurre l’impatto nel corso della posa delle infrastrutture per la banda larga, purtroppo senza il ripristino del tappetino d’usura della carreggiata .



Ecco alcuni spunti:
Al fine di facilitare l’installazione delle nuove reti ad alta velocità, il decreto ha previsto una mappatura (catasto delle infrastrutture) delle reti di comunicazione elettronica veloci esistenti e di ogni altra infrastruttura fisica funzionale ad ospitarle, presente nel territorio nazionale.
Nei paesi sottosviluppati ogni gestore elettrico/telefonico posa la propria linea, noi teoricamente dovremmo essere un passo in avanti.



La disposizione prevede che in assenza di infrastrutture disponibili, l’installazione delle reti di comunicazione elettronica ad alta velocità sia “effettuata preferibilmente con tecnologie di scavo a basso impatto ambientale”. Di fatto, una spinta all’utilizzo delle soluzioni trenchless.



Ribadendo la condivisione circa la necessità di infrastrutturare il Paese con la banda larga, mi domando per quale ragione non sia stata prevista a livello comunale una linea di comportamento chiara che, partendo dall’ottimizzazione dell’uso delle reti già esistenti, imponga comunque modalità di realizzazione poco impattanti e in linea con le indicazioni nazionali.



Speravo che con la costituzione del catasto nazionale delle infrastrutture ci sarebbe stato anche un cambio di mentalità e che non avremmo più assistito alla continua manomissione delle strade senza coordinamento dei lavori, ma evidentemente mi sbagliavo.
Roberto Riva - ex consigliere comunale
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