Risposta alla comunicazione di Italcementi sui progetti di sviluppo a Calusco
facciamo riferimento all'articolo pubblicato su Merateonline dal titolo "Italcementi fa chiarezza e risponde ai timori dei lettori sui progetti di sviluppo del sito di Calusco" del 16 luglio" (CLICCA QUI) nel quale l'azienda, in risposta ad alcuni lettori di Merateonline, sottolinea che "'l'incremento dei quantitativi di Combustibili Alternativi per fornire energia all'impianto in sostituzione dell'equivalente termico dei combustibili fossili: 1 caloria di CSS sostituisce 1 caloria di pet-coke, non comporta assolutamente "il quadruplicamento delle emissioni" , per osservare che Italcementi evita puntualmente di specificare a QUALI emissioni/inquinanti (ve ne sono ovviamente di diversa tipologia) intenda riferirsi. Se, per esempio, ci limitassimo a prendere a riferimento le emissioni dei METALLI PESANTI, esse chiaramente e inequivocabilmente triplicano, quadruplicano e, in alcuni casi, addirittura quintuplicano, rispetto a quelle emesse usando pet-coke (esso stesso già ad altissimo impatto ambientale), come da tabella in calce/allegato. Precisiamo che i dati che abbiamo utilizzato per la comparazione che proponiamo sono di fonte aziendale in quanto forniti da Italcementi negli anni in cui l'uso di 30 mila tonnellate di CSS era ancora "sperimentale".
Risulta anche fuorviante l'espressione "1 caloria di CSS sostituisce 1 caloria di petcoke" dato che è ben noto che il potere calorifico del CSS è di molto inferiore a quello del petcoke (13 contro 30 MJ/kg).
Quanto poi al "dare piena attuazione all'economia circolare" ricordiamo non è affatto previsto che all'aumento del CSS bruciato nel cementificio corrisponda una parallela riduzione del CSS bruciato nei 13 inceneritori lombardi e come la Lombardia importi 900.000 tonnellate di rifiuti/anno.
Infine, riguardo lo studio epidemiologico presentato dalla ditta all'ultima conferenza dei servizi, ribadiamo come la struttura dell'indagine sia inadeguata in quanto il singolo evento sanitario riscontrato nella popolazione (malattia o morte) non viene analizzato in relazione alla distanza rispetto al camino di Italcementi, non consentendo perciò di stabilire un sicuro nesso di causa-effetto; lo studio, in sostanza, non fotografa la situazione sanitaria della popolazione circostante il cementificio come avviene in tutti gli altri studi su questo tipo di fonte emissiva.
Attendiamo, a questo proposito, un riscontro alle osservazioni contenute nel nostro documento (lasciato agli atti nella Conferenza dei Servizi del 6 u.s). da parte di ATS, ente preposto alla tutela della salute dei cittadini.