Ora la misura è colma si prepara l’uscita dalla Riserva Naturale
Così in questo contrasto tra l'assessorato al territorio e ecologia guidato da Fabio Tamandi e il fantomatico Comitato civico rappresentato da Elena Calogero di cui non sono noti gli altri componenti, a rimetterci è la città nel suo insieme.
A San Rocco Protezione civile, pescatori e volontari sono impegnati a salvare i pesci visto che l'acqua sta scomparendo. Per favorire la cattura e il successivo trasporto al lago di Sartirana o nel fiume Adda, a seconda della specie, è necessario asportare le piante acquatiche che da anni ne infestano la superficie. Si badi bene: stiamo parlando di uno stagno artificiale, fuori dai confini della Riserva Naturale del Lago di Sartirana e di specie vegetale non autoctona che qualche squilibrato ha gettato nello stagno pur sapendo quanto si sarebbe sviluppata fino a togliere persino la luce alla fauna ittica. Secondo l'esperto Paolo Vitali - direttore della Riserva per moltissimi anni - si tratta di Jussiaea grandiflora, pianta che appartiene alla famiglia delle Onagracee originaria degli Stati Uniti orientali e California.
Ebbene quando era tutto pronto per iniziare l'asportazione, su precisa richiesta di Elena Calogero - e non è chiaro come ciò possa accadere con tanta rapidità - la Regione ha intimato l'alt chiedendo parecchi documenti prima di concedere il via.
Infuriato l'assessore provinciale Stefano Simonetti, abbacchiato Fabio Tamandi: stiamo lavorando per salvare la fauna ittica - spiega - invece dobbiamo soprassedere e produrre carta su carta. Con lo stagno che ormai è quasi prosciugato il tempo è determinate per tentare almeno di salvare i pesci.
Ora, è evidente che questo radicalismo peraltro rappresentato da tre o quattro persone con ottimi agganci in Regione non può continuare a condizionare i piani operativi dell'Ente locale e dei servizi pubblici come la Protezione Civile. Già si sta sopportando la chiusura della fascia a nord del sentiero attorno al lago e Dio sa in giornate così torride di quanta frescura avrebbe beneficiato chi non si può permettere -al contrario probabilmente della Calogero - una vacanza in montagna e al mare.
Che adesso occorra documentare l'asportazione di piante infestanti è davvero troppo. La misura è colma.
Non resta che riprendere il suggerimento mai del tutto accantonato di uscire dai vincoli regionali dovuti alla creazione della Riserva e del Sito di Interesse Comunitario e riportare l'intera sovranità dell'area sotto l'Amministrazione comunale. A furia di tirare la corda questo sarà il risultato. E un robusto Comitato per la raccolta firme è già pronto a settembre ad allestire banchetti volanti in tutta la città.