I Medici di base all'ATS: torna il Covid ma mancano i tamponi, nessuno risponde e le risorse nelle Case della salute deserte
Accorata richiesta di un gruppo di medici di medicina generale della ATS DI LECCO”
Siamo alle solite. La storia, anche se recente, sembra non aver insegnato nulla.
Questa è la situazione della medicina del territorio: assistiamo ad un aumento esponenziale dei casi positivi con campagne mediatiche per incentivare gli over 60 a recarsi a fare la 4°dose di vaccino, un aumento dei ricoveri nei reparti di rianimazione dei soggetti fragili con conseguente aumento dei decessi.
E con questa premessa a noi medici di famiglia cosa fanno??
Non ci vengono più riforniti i tamponi rapidi per selezionare i casi positivi e poterli mettere in isolamento in modo da evitare la diffusione del virus .
Le risposte non arrivano, siamo letteralmente IGNORATI dai ns. referenti . Scriviamo per sollecitare un rifornimento e...nulla, neanche una ben che minima risposta, quasi che non ci sia consapevolezza della nostra esistenza... indifferenza assoluta .
Certo avranno problemi molto più importanti che rispondere, eppure era già successo 2 anni fa e sappiamo tutti com’è andata, addirittura mi erano state fatte delle minacce di ritorsioni per scoraggiarci ad insistere (allora era per ottenere i DPI).
Dopo ripetute sollecitazioni verbali emerge un quadro sconcertante: non ci sono i soldi per acquistarli e neanche poi per risarcirci la dovuta prestazione… addirittura ci viene detto che è una forma di accortezza per proteggerci !?
Questa è mancanza di rispetto di lungimiranza di concretezza e collaborazione, nonostante le risorse del PNRR CON I CONSEGUENTI AUMENTI DEL FONDO SANITARIO ci vengono a prendere in giro con queste scuse. Hanno speso a destra e manca per la CASA DELLA SALUTE onde ottenere fondi e finanziamenti per creare una cattedrale nel deserto vuota di servizi .
Ora anche il più disattento dei cittadini si può rendere conto di come all’ATS siano ciechi e sordi nel non afferrare le vere richieste di assistenza e salute da parte dell’utenza e, invece di favorire i medici e metterli nelle condizioni di poter lavorare meglio, impediscono loro di farlo.
Poi ci si meraviglia della mancanza del cambio generazionale e del perché, pur essendo un ottimo lavoro, i giovani non ne siano attratti a causa della troppa burocrazia e della mancanza di supporto.
Restiamo in attesa di comunicazioni scritte da parte di chi dovrebbe proteggerci e favorirci, ma ci sentiamo scollati dal sistema, incapace di ascoltare i bisogni e privi di sensibilità e rispetto... insomma abbandonati a noi stessi , quasi si aspettino di farci perdere la voglia di lavorare.
Non hanno capito che noi medici siamo il fronte e fino ad ora non ci siamo mai sottratti ad affrontare e sostenere i pazienti , anche quando la malattia ci colpiva personalmente come nel caso del nostro amico dott. Mauri Ivan, mai compianto a sufficienza, e questo a causa soprattutto di dirigenti occupati A FAR QUADRARE i bilanci invece di aiutarci a curare le persone.
Con amarezza mando un grido di speranza a chi deve decidere sul da farsi.
Siamo alle solite. La storia, anche se recente, sembra non aver insegnato nulla.
Questa è la situazione della medicina del territorio: assistiamo ad un aumento esponenziale dei casi positivi con campagne mediatiche per incentivare gli over 60 a recarsi a fare la 4°dose di vaccino, un aumento dei ricoveri nei reparti di rianimazione dei soggetti fragili con conseguente aumento dei decessi.
E con questa premessa a noi medici di famiglia cosa fanno??
Non ci vengono più riforniti i tamponi rapidi per selezionare i casi positivi e poterli mettere in isolamento in modo da evitare la diffusione del virus .
Le risposte non arrivano, siamo letteralmente IGNORATI dai ns. referenti . Scriviamo per sollecitare un rifornimento e...nulla, neanche una ben che minima risposta, quasi che non ci sia consapevolezza della nostra esistenza... indifferenza assoluta .
Certo avranno problemi molto più importanti che rispondere, eppure era già successo 2 anni fa e sappiamo tutti com’è andata, addirittura mi erano state fatte delle minacce di ritorsioni per scoraggiarci ad insistere (allora era per ottenere i DPI).
Dopo ripetute sollecitazioni verbali emerge un quadro sconcertante: non ci sono i soldi per acquistarli e neanche poi per risarcirci la dovuta prestazione… addirittura ci viene detto che è una forma di accortezza per proteggerci !?
Questa è mancanza di rispetto di lungimiranza di concretezza e collaborazione, nonostante le risorse del PNRR CON I CONSEGUENTI AUMENTI DEL FONDO SANITARIO ci vengono a prendere in giro con queste scuse. Hanno speso a destra e manca per la CASA DELLA SALUTE onde ottenere fondi e finanziamenti per creare una cattedrale nel deserto vuota di servizi .
Ora anche il più disattento dei cittadini si può rendere conto di come all’ATS siano ciechi e sordi nel non afferrare le vere richieste di assistenza e salute da parte dell’utenza e, invece di favorire i medici e metterli nelle condizioni di poter lavorare meglio, impediscono loro di farlo.
Poi ci si meraviglia della mancanza del cambio generazionale e del perché, pur essendo un ottimo lavoro, i giovani non ne siano attratti a causa della troppa burocrazia e della mancanza di supporto.
Restiamo in attesa di comunicazioni scritte da parte di chi dovrebbe proteggerci e favorirci, ma ci sentiamo scollati dal sistema, incapace di ascoltare i bisogni e privi di sensibilità e rispetto... insomma abbandonati a noi stessi , quasi si aspettino di farci perdere la voglia di lavorare.
Non hanno capito che noi medici siamo il fronte e fino ad ora non ci siamo mai sottratti ad affrontare e sostenere i pazienti , anche quando la malattia ci colpiva personalmente come nel caso del nostro amico dott. Mauri Ivan, mai compianto a sufficienza, e questo a causa soprattutto di dirigenti occupati A FAR QUADRARE i bilanci invece di aiutarci a curare le persone.
Con amarezza mando un grido di speranza a chi deve decidere sul da farsi.
Dott. Vicendone G.