I ''numeri'' citati dal Sindaco non tornano
Abbiamo cercato di passare ai Raggi X la situazione del nido montevecchino. Da un approfondimento abbiamo potuto renderci conto che i numeri reali non sono dei semplici arrotondamenti, bensì delle voci consistentemente più basse. Lo storico dei bilanci mostra ad ogni modo un quadro traballante, con perdite crescenti negli anni. Sono state certificate perdite nell'esercizio 2018 pari a 12.358 euro. Nell'annata successiva è stata costruita una sala lattanti e le perdite sono state di 10.890 euro, soprattutto causate - a detta della cooperativa Sineresi che gestisce la struttura - dal sottoutilizzo della fascia pomeridiana.
È arrivato l'anno nero della pandemia, il 2020, caratterizzato dal lockdown. Da un punto di vista educativo, sono stati proposti dei momenti di collegamento a distanza. Sotto il profilo economico, vi sono stati un'assenza dei ricavi derivanti dall'incasso delle rette, il riconoscimento della cassa integrazione e delle componenti aggiuntive salariali, pur restando dei costi minimi per il mantenimento della gestione. La cooperativa sostiene che al rientro a settembre ci sia stato un calo degli iscritti. Tuttavia la possibilità di costituire 3 "bolle" da 7 bambini consentiva di mantenere il tasso di iscrizione in linea con la fase pre-Covid. La rigida suddivisione dei gruppi ha reso però impossibile una organizzazione dei turni di lavoro dei dipendenti in un'ottica di razionalizzazione. Inoltre sono raddoppiate le ore dedicate alla pulizia (da 3 a 6).
Il risultato finale, con un'asciutta sintesi numerica, è stato di una perdita di 35.838 euro, dunque la metà di quanto prospettato in aula dal sindaco. Andando più nel dettaglio, confrontando i due bilanci 2019 e 2020, emerge come in realtà il 2019 (pre-Covid) abbia avuto un maggior costo del personale (92.485 euro contro 72.845, con una discrepanza di 19.640 euro). Ma a incidere pesantemente sono stati i ricavi. Le entrate dalla Misura Nidi Gratis erano il triplo nel 2019, mentre la voce delle rette delle famiglie era grossa più del doppio. I ricavi totali certificati da una società esterna si sono prosciugati della metà, da 107.225 euro a 55.930 euro. I temuti aumenti gestionali, in quanto comprensivi degli acquisti dei dispositivi di protezione individuali, dei disinfettanti, ecc., in realtà non ci sono stati, anzi i costi gestionali hanno persino avuto una leggera contrazione.
Quanto al 2021 ancora non ci sono i numeri ufficiali. Pare tuttavia che le perdite non siano di 148 mila euro, come paventato in aula, ma di circa un terzo: 44.772 euro. Dunque, in virtù delle condizioni del contratto in essere, la cooperativa dovrebbe chiedere come in passato un parziale ripiano per la quota massima di 8 mila euro, quota tuttavia che non compare mai nei bilanci certificati alla voce "Contributo ripiano perdita". Un'anomalia che andrebbe chiarita anche perché se fosse stata conteggiata per il bilancio 2019, numeri alla mano, il contributo concesso nel 2020 non sarebbe stato dovuto.
La gestione economica comunque continua ad essere un problema e non si comprende quale vantaggio avrebbe un privato nell'accollarsi un appalto che non genera alcun profitto, anzi. Il nuovo capitolato non è innovativo dal punto di vista delle proposte educative, delle attività offerte in grado da contenere le spese, né sono all'orizzonte degli investimenti per l'ampliamento dell'edificio. L'unica chiave per uscire dalla spirale dei disavanzi è l'aumento degli iscritti, meglio se non residenti. Ma allo stato attuale, in teoria, il nido può ospitare 17 bambini o, sfruttando una deroga regionale, al massimo il 20% in più, arrivando perciò tirati tirati a 21 iscritti.
L'aumento delle tariffe, facendo dei conti spannometrici, dovrebbe portare delle maggiori entrate per circa 6-7 mila euro. Servirebbe solo a tamponare un'emorragia. Stupisce poi che, a fronte di una situazione così in bilico, nel nuovo capitolato non sia stato imposto l'obbligo di presentare il bilancio certificato ogni anno. Dall'attuale contratto in scadenza si evince invece che "la mancata presentazione di tale bilancio può comportare la risoluzione del contratto per inadempimento". Mancherà così un fondamentale strumento di controllo da parte dell'amministrazione comunale che sarebbe servito a prevedere le evoluzioni del contesto e indirizzare le scelte future. Il Comune si limiterà a concedere un contributo annuale di 8 mila euro (soggetto a ribasso in fase di gara d'appalto), indipendentemente dagli utili o dalle perdite. Occhio non vede, cuore non duole.
Un altro elemento che non torna riguarda la mancata evidenza delle fasce ISEE per le tariffe, segnate nel capitolato e nella delibera di Giunta dell'11 luglio. La suddivisione è palesata unicamente per l'orario (tempo pieno o ridotto) e per residente o non. Le rette delle fasce ISEE più deboli dovrebbero essere più basse e questo influirebbe sul valore stimato del contratto, definito in 638.188 euro (calcolato con 13 utenti a tempo pieno 8 ore e 8 utenti part time 6 ore), e dunque sulla redditività della concessione. Siamo tuttavia convinti che verranno inserite delle agevolazioni tariffarie differenziate in base all'ISEE attraverso una delibera di Giunta, come prevede il Regolamento e come ci ha confermato telefonicamente il sindaco, anche perché altrimenti non si potrebbe accedere alla Misura Nidi Gratis.