Merate, bollettini parrocchiali digitali nr.13/1919: continua la lotta contro la cattiva stampa e gli abiti succinti delle donne

 
E siamo così arrivati al 1919, undicesimo anno di vita del Bollettino parrocchiale di Merate. La guerra è finita, il paese a fatica sta riprendendo a crescere. Gli auguri di capodanno occupano le pagine 4 e 5, seguite dai consueti richiami ai brani evangelici raccontati nelle domeniche successive. A pagina 11 un brano interessante titolato "Cattiva e buona maniera di lavorare".

Le ultime pagine sono dedicate ancora ai nostri eroi morti per la patria, negli ospedali ricoverati dopo essere stati feriti sul campo: don Giuseppe Turati, Salvatore Fustella, Giuseppe Perego di tranquillino e Silvio Novati di Ambrogio.
 


FEBBRAIO 1919

Il fondo religioso è dedicato alle sante Quarantore. A pagina 6 cinque abusi da evitare. Da leggere


Interessante il monito contenuto nell'articolo a pagina 12, una sorta di memento mori con le indicazioni per evitare l'inferno.


 

MARZO 1919

Intanto si nota che il report meteo sembra sparito. Dopo qualche blocco negli ultimi mesi del 1918 nei primi del 1919 la pagina è dedicata agli orari ferroviari e alla pubblicità
La convivenza tra carnevale e Quaresima è il tema di apertura del bollettino. Nel volumetto di marzo si narra la vicenda di San Giuseppe tra leggenda e qualche riscontro reale. Si sa che morì tra le braccia della sposa Maria e del figlio "adottivo" Gesù, nel 28 d.c. quando il giovane ancora non aveva iniziato la sua vita di predicatore.
Riprendono le memorie storiche questa volta dedicate alle feste e alle costumanze religiose. Si ricorda la novena per San Giuseppe, le preghiere per Sant'Andrea Avellino, invocato tra il 1817 e il 1818 per le tante morti causate da apoplessia fulminante, San Bartolomeo, cui è dedicata la chiesa di piazza Riva Spoleti, San Biagio e Santa Marta alla quale era stata dedicata la chiesina, poi prima sede dell'oratorio festivo e ora sconsacrata.
L'oratorio è pronto ma il salone del teatro, dove si celebra anche la Messa è privo di sedie. Mancano ancora i fondi. Il Bollettino racconta una storia analoga, di un signore che ha una bellissima villa sul colle ma non è arredata per mancanza di soldi. Così gli ospiti non hanno neanche un posto per sedere. Così è per l'oratorio di via Bianchi (ex San Rocco): bellissimo fuori, anche se rimasto incompleto, ma vuoto dentro. Si cercano quindi benefattori.
 


APRILE 1919

L'articolo di apertura è dedicato al nuovo oratorio. Inaugurato da poco, l'invito pressante è rivolto ai genitori affinché mandino i loro figli in quella bellissima costruzione che sostituiva il primo oratorio festivo voluto da don Angelo Sala nella chiesetta di Santa Marta con annesso un piccolo giardinetto e qualche muretto su cui sedevano la domenica pomeriggio ". . .i giovani e le giovinette per le funzioni religiose e la ricreazione. . .". Abbiamo già avuto modo di raccontare brevemente la storia dell'oratorio. Il disegno nella sua imponenza, realizzato dall'architetto Monsignor Chiappetta richiama la grande basilica di Lourdes, almeno nelle sue linee generali. Il 10 aprile 1906 viene posata la prima pietra. Padrino è il conte Dal Verme, madrina la signora Louisa Baslini Nathan. La processione inaugurale si snoda dalla parrocchia fino alla collina ai piedi del Subaglio con tanto di banda al seguito. La pergamena rinchiusa nella pietra benedetta è firmata dal sacerdote don Elio Caversasio, dal progettista mons. Chiappetta, da padrino e madrina e dagli altri membri del comitato promotore.  La prima immagine risale al 1832.

Don Elia Caversario


Continua la campagna contro la "cattiva stampa" e inizia il marketing per quella "buona" edita dalla società Diocesana con sede in via Kramer   a Milano.

 
MAGGIO 1919
 
Tema del mese la festa di Maria. Argomento di approfondimento: la libertà di insegnamento. In ben cinque pagine ricorre il consueto attacco ai massoni che vorrebbero mantenere il monopolio dell'educazione dei giovani. Il concetto di fondo è la possibilità per tutti di aprire scuole con indirizzi ministeriali ma caratteristiche tipiche dei promotori. Atei e massoni insegneranno la noncuranza verso la fede - dice l'articolista - bestemmiando quel Dio del quale gli scolari sono divenuti figliuoli grazie al battesimo.  Una lunga requisitoria finalizzata ad assegnare alle scuole di ispirazione religiosa la massima autonomia didattica.
Altre tre pagine sono dedicate al Partito Popolare Italiano. L'articolista cita il primo punto del programma, apprezzato, dice, anche da alcuni socialisti: ".. Integrità della famiglia - difesa di essa contro tutte le forme di dissoluzione e corrompimento - tutela della moralità pubblica - assistenza e protezione dell'infanzia - ricerca della paternità..".
Tutto da leggere, su questo numero molto politicizzato, il pezzo con un titolo più che categorico: "Perché io non leggo il Corriere della Sera".


 
GIUGNO 1919

Nel mese del sacro cuore di Gesù è il bel titolo di apertura che parte dall'assunto indiscutibile secondo cui la religione e il dovere sono alla base della vita, ma è della massima necessità che vengano uniti con un mistico legame: l'amore.  Senza di questo la religione si ridurrebbe ad una pratica convenzionale, il dovere ad una gelida legge. L'amore è la forza che regge e governa la nostra società.
Feste e costumanze è il titolo della pagina delle memorie storiche di Merate. Come sempre interessanti i pezzi minori, in questo numero inseriti nella pagina 14.


Rinfreschiamoci un po' la memoria con la statistica parrocchiale del mese di maggio. Qualche bis nipote magari risale al proprio bisnonno.


 
LUGLIO 1919
 
Sospesa da qualche tempo, ecco che riprende la campagna sulla moralizzazione degli abiti indossati dalle donne. Più triste il breve racconto sull'eccesso di bere vino. Da leggere.


Tanti nomi anche a giugno nella consueta statistica demografica.


 
OTTOBRE 1919

Il numero apre con la storia del Santo Rosario e l'invito alla sua recita ogni sera dopo cena in famiglia. L'articolo di fondo invece è ancora sull'insegnamento della religione a scuola. Parte con il racconto di un insegnante che ritiene l'ora di religione simile a un ramo "vizzo", appassito, e come tale da recidere e gettare nel fuoco. Tale concetto dà il titolo al lungo servizio: "Confutazione di un grave errore", che occupa quasi cinque pagine.
Un secondo ampio servizio è dedicato al dopo guerra dei cristiani partendo dall'assunto che la guerra è come causa prima, da considerarsi un castigo di Dio "..pei peccati degli uomini". Altra tirata sui libri proibiti, prima della consueta statistica demografica e della pagina pubblicitaria.


 
NOVEMBRE 1919
"Stagione mesta" è il titolo di copertina: "Eccoci a novembre, questo mese scioglie ogni idillio campestre, mette fine a ogni villeggiatura". Di nuovo un dibattito su religione sì, religione no dal titolo: "Sto bene senza religione".
A pagine 11 un bel pezzo sull'amore dal titolo: "Perché amo". Da leggere


 
DICEMBRE 1919
Il numero presenta alcune modifiche scritte a mano, successive alla stampa. Non è dato sapere se ulteriori stampe uscirono corrette. Il natale è naturalmente l'argomento centrale ma un ampio servizio è dedicato a "Scienza e Fede".
Carina la "Nota allegra" di pag. 11


A tutti auguri di buon Natale con l'invito a rinnovare l'abbonamento per il dodicesimo anno del Bollettino parrocchiale.



 13/continua


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