La Valletta: maltrattamenti nei confronti del marito. Condannata a 3 anni e 2 mesi


Tre anni e due mesi di reclusione, oltre ad un risarcimento danni pari a 10mila euro da corrispondere alla parte civile. È la condanna inflitta stamani dal giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta nei confronti di una donna di origini sudamericane classe 1986, chiamata a difendersi dalla duplice accusa di maltrattamenti contro famigliari e danneggiamenti verso il marito. La vicenda era stata sviscerata nella precedente udienza, con l'escussione dei testimoni, o meglio dei carabinieri della Compagnia di Merate che erano intervenuti presso l'abitazione dei coniugi, all'epoca dei fatti (2020) ubicata a La Valletta Brianza.

Il maresciallo Davide Arrigoni della stazione carabinieri di Olginate aveva ricordato di aver raggiunto il posto, la sera del 26 aprile di due anni fa, e di essersi trovato davanti la parte civile con evidenti graffi sul collo e sulla testa. L'uomo avrebbe chiamato i carabinieri perchè, nel tentativo di portare via da casa alcuni effetti personali sarebbe stato aggredito dalla moglie. L'operante si sarebbe fatto quindi aprire dalla padrona di casa, trovandosi a trattare con "una persona tranquilla, probabilmente alterata da sostanze alcoliche" come avrebbero suggerito diverse bottiglie di rum e birre sparse per l'appartamento. "Abbiamo quindi trovato segni di lotta" aveva continuato il militare, descrivendo i tagli presenti all'esterno della porta della camera da letto utilizzata dall'uomo. I segni sarebbero stati inferti con un coltello dalla donna durante una lite solo il giorno prima.

Un secondo militare era intervenuto all'alba dello stesso giorno, allertato dai vicini di casa della coppia: "hanno chiesto il nostro intervento perchè intorno alle 6.30 del mattino sentivano delle urla provenire dall'abitazione". Al loro arrivo sarebbe stata la presunta persona offesa ad aprire la porta, mentre la donna dormiva. Secondo l'operante, l'imputata avrebbe rincorso il marito per casa con un coltello, dopo aver bevuto, perchè non accettava la fine della loro relazione.

Aperta la discussione, il vice procuratore onorario Mattia Mascaro aveva chiesto una pena pari a 2 anni di reclusione e 2000 euro nei confronti dell'imputata; l'avvocato Ester Invernizzi - in sostituzione del collega Vincenzo Talia del foro di Locri - si era invece battuta per l'assoluzione della propria assistita per entrambi i capi di imputazione.
Stamani la sentenza pronunciata dal giudice Barazzetta: tre anni e due mesi di reclusione, oltre ad un risarcimento danni di 10mila euro alla parte civile, e l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.
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