Italcementi: per 'LNA' studio epidemiologico inadeguato

A conclusione della prima sessione dei lavori della Conferenza dei Servizi, convocata dalla Provincia di Bergamo (settore ambiente) il 6 luglio u.s., in merito all'istruttoria avviata nel 2015 e finalizzata ad analizzare la richiesta avanzata dalla Società Italcementi S.p.A. - Comune di Calusco d'Adda - di incrementare da 30.000 a 110.000 t/anno l'utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi (combustibili solidi secondari) da impiegare nel ciclo produttivo dell'impianto, gli scriventi comitati si dichiarano insoddisfatti dello studio e preoccupati per il possibile esito della procedura .

Come è noto, l'Ente valutatore aveva chiesto alla ditta, in una prima fase, di integrare lo studio di impatto ambientale con una stima del rischio sanitario utilizzando l'approccio tossicologico : studio realizzato e presentato nel luglio 2015, e, in un secondo momento, in forza di una (preoccupante) relazione prodotta dal servizio epidemiologico di ATS Bergamo, relativa a "Analisi dello stato di salute della cittadinanza del comune di Calusco d'Adda: mortalità, incidenza di patologie tumorali, ricoveri", l'Ente aveva ritenuto opportuno richiedere alla ditta anche uno studio epidemiologico.

Ci si attendeva, quindi, che la valutazione dell'impatto degli inquinanti emessi dal cementificio sulla salute pubblica venisse effettuata utilizzando le più aggiornate linee guida della Regione Lombardia

La normativa regionale indica, a questo proposito. le esperienze più significative in tema di valutazione di impatto sanitario e di studio di impatto ambientale : tra questi le linee guida europee e i protocolli di monitoraggio degli inceneritori in regione Emilia e Piemonte (monitoraggio invece del tutto assente e ancora non programmato in regione Lombardia)

Ebbene, lo studio presentato dalla ditta, assumendo altri riferimenti non consente in alcun modo di associare a ciascun residente nel territorio, la corretta e verosimile dose di inquinanti cui è esposto.

La metodologia adottata, infatti, anziché utilizzare la modellistica di impatto raccomandata dalle suddette linee guida e dalla migliore letteratura scientifica, che suddivide le aree geografiche in alta, media e bassa esposizione agli inquinanti, raggruppa i residenti in aree: residenziale, industrializzata, ed agricola, che risultano quindi disomogenee rispetto all'esposizione emessa dal cementificio. Lo studio della ditta arriva perciò ad attribuire a ciascuna area una concentrazione ‘media' di esposizione agli inquinanti dissimulando ogni possibile correlazione tra i tassi di morbilità e mortalità dei residenti e l'inquinamento.

In un articolato documento che abbiamo lasciato agli atti delle Conferenza, e consultabile a QUESTO LINK, abbiamo inoltre sottolineato come la valutazione svolta dallo studio sul tumore al polmone (notoriamente una delle patologie più correlate all'inquinamento e alla combustione dei rifiuti) non faccia riferimento agli anni 2009-2015 come per le altre patologie ma al periodo 2007-2010 con una possibile sottovalutazione del dato.

Identicamente, rileviamo come lo studio ometta di considerare gli eventi patologici legati alla gravidanza che, notoriamente, la letteratura correla con l'esposizione ad impianti di incenerimento dei rifiuti; non a caso,le linee guida europee indicano esplicitamente questi dati come essenziali al fine di una corretta stima del rischio sanitario nelle popolazioni esposte alle emissioni di inceneritori.

Infine riteniamo che in un'area ad elevatissimo inquinamento ambientale come la nostra in cui insistono ,oltre a diversi impianti industriali e intenso traffico veicolare anche altri 4 inceneritori nel raggio di 30 km dal camino di Italcementi non ci si possa esimere dal valutare il rischio complessivo della popolazione che vi risiede.

Ricordando che la Lombardia ha bruciato, nel 2019, 900.000 tonnellate di rifiuti provenienti da altre regioni si deduce che il rischio sanitario che la nostra popolazione paga non viene compensato dalla necessità di bruciare i rifiuti che produce ( e che peraltro differenzia ottimamente) ma dal profitto degli enti privati, gestori degli impianti di combustione.

Gli stessi autori dello studio presentato da italcementi scrivono che la nostra area è "tra le più inquinate del territorio Italiano".

Riteniamo che la valutazione tecnica di qualsiasi studio debba poi essere inserita in questo,drammatico, contesto più ampio.

Alla luce di quanto detto riteniamo inadeguato lo studio presentato dalla ditta in quanto la metodologia non risulta conforme alle linee guida e alla letteratura scientifica più recente sul tema e i dati analizzati sono incompleti così da non consentire una stima attendibile del rischio sanitario della popolazione interessata ai fumi di ricaduta del cementificio.

Valuteremo, a conclusione dell'istruttoria in corso e alla luce delle deliberazioni assunte, le iniziative più adeguate per informare e coinvolgere i cittadini e auspichiamo di poter dialogare presto con le cinque amministrazioni comunali che, come noi, hanno espresso in Conferenza dei Servizi, le loro criticità sullo studio della ditta .

Fondamentale sarà poi un confronto, che ci auguriamo disteso e costruttivo con ATS Bergamo e ATS Brianza enti garanti della salute dei cittadini chiamati in questa circostanza a valutare il rischio sanitario legato alle modifiche proposte .

Comitato La Nostra Aria - Rete Rifiuti Zero Lombardia
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