Aldo Castelli: il Mandic può aiutare il Manzoni, non capirlo è un grave errore per il futuro di entrambe le strutture

Egregio Direttore

ho letto il secondo intervento sull'argomento "sanità" che affronta il tema della continuità dell'ospedale Mandic come struttura di 1° livello con il mantenimento dei servizi previsti a partire dal pronto soccorso H 24. A questo proposito non entro nel merito della progressiva riduzione di prestazioni già richiamata su questo giornale.

Più volte l'argomento è stato affrontato con lo sguardo, giustamente, rivolto al servizio sanitario come essenziale per il bacino di utenza meratese -casatese sollecitando quindi le autorità lecchesi a valorizzare il Mandic in rapporto sinergico con l'ospedale di Lecco.

Lo sfarinamento politico del nostro territorio non ha favorito evidenti risultati o impegni certi da parte delle autorità lecchesi o regionali.

Sono convinto che un territorio unito potrebbe forse ottenere qualcosa, diviso certamente nulla, singole azioni spot corrono anzi il rischio di aggravare la frammentazione.

Ben venga allora la proposta di spostare il punto di vista per affrontare il problema dell'Ospedale Mandic.

Il tema è sempre quello di consolidare i servizi per mantenere al Mandic il 1° livello. Lo sguardo per raggiungere l'obiettivo diventa però aziendale e coinvolge direttamente anche l'ospedale di Lecco.

Il bacino di utenza del Mandic si snoda lungo un teorico confine di influenza degli ospedali dell'area milanese ( trascuro Ponte

Aldo Castelli
San Pietro, che pure fa sentire la sua attrazione, per via del ponte di Paderno che potrebbe essere un ostacolo viabilistico) quindi se un utente/cliente trova una prima accoglienza soddisfacente e di qualità al Mandic può essere indirizzato all'ospedale di Lecco o andarci spontaneamente.

 

Se invece questo non avviene, e anzi si diffonde la convinzione di un progressivo ridimensionamento dell'ospedale, per pazienti del nostro territorio è molto più rapido e agevole andare a Vimercate o al San Gerardo di Monza oppure al San Raffaele (e questi ultimi due sono pure ospedali universitari) indirettamente quindi impoverendo Lecco. Per questo è fondamentale offrire prestazioni generali di base affinchè il paziente si senta assistito e stringa un legame con l'azienda sanitaria Merate-Lecco superando quelle che sono difficoltà strutturali viabilistiche.

Non entro nel merito della eventuale assegnazione di incarichi dirigenziali sanitari che sarebbero comunque elemento di attrazione. Mi sembra invece fondamentale , proprio in virtù di un approccio aziendalistico, la presenza di un direttore amministrativo con il mandato non solo di rispettare i l budget o addirittura ridurre i costi ma con quello opposto di far crescere il Mandic in sinergia con le nuove indicazioni previste dalla riforma sanitaria , e verificare le ricadute di questa crescita sull'ospedale di Lecco.

In conclusione il Mandic può aiutare l'ospedale di Lecco e non rendersene conto sarebbe un errore per il futuro di entrambe le strutture.

Merate 9 luglio 2022

Aldo Castelli
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