Comodamente sedute/52: P come pesche e P come perdonare e liberare un prigioniero

Voglio iniziare questo post con una confessione: non amo la marmellata di pesche.
Ogni anno ne preparavo regolarmente una scorta assieme a quella di fragole, di prugne e di fichi, perché a mio marito piaceva molto, ma ora che praticamente sono rimasta la sola a mangiarla (a parte qualche sporadico piccolo contributo dei miei figli) mi sono detta: perché non cimentarmi in qualcosa di nuovo?
Così per suggellare questa decisione oggi dal fruttivendolo ho decisamente snobbato le pesche e ho optato per le albicocche.
La marmellata di albicocche per me è sempre stata una sfida, perché ogni volta in cui decidevo di cimentarmi nella preparazione, non veniva mai dolce al punto giusto.
Questa volta però sono stata molto attenta ad acquistare albicocche dolci e mature e ho aggiunto un pochino di zucchero in più rispetto alla ricetta originale che ne prevede mezzo chilo per ogni chilo di frutta.
Il risultato mi ha molto soddisfatta e se anche a voi è venuta voglia di preparare un po' di scorta per l'inverno, vi invito a leggere la ricetta qui https://comodamentesedute.com/2020/05/18/marmellata-di-ciliegie/.
Preparare la marmellata non è affatto complicato e nemmeno un procedimento lungo, questa è la stagione ideale perché la frutta estiva è al massimo della sua bellezza e bontà.
Quindi se vi venisse voglia di provare, poi come sempre mi piacerebbe tantissimo ricevere una foto delle vostre produzioni.


Mentre la preparavo mi sono domandata: chissà se mi perdoneranno le pesche per non averle trasformate in marmellata come facevo ogni anno?

Il perdono
Questa è una delle parole più scomode che io conosca.
"Tutti gli uomini possono,non tutti sanno di poterlo fare, pochi lo fanno".
Chiara Longo


Cosa significa perdonare?

Intanto vediamo cosa NON SIGNIFCA
 Perdonare NON SIGNIFICA:
dimenticare il torto subìto
rinunciare ai propri diritti
giustificare l'altro

Perdonare SIGNIFICA
a volte accettare di non capire
dividere quella persona dalle azioni che ha compiuto
ammettere a se stessi e agli altri la fallibilità umana
Un emerito professore di psicologia, Camillo Regalia, distingue ben quattro tipi di perdono:
completo, distaccato, ambivalente e falso.
Il perdono completo, chiude tutti i conti in sospeso, ed è il solo in grado di riportare equilibrio e serenità tra le persone.
Il perdono distaccato appartiene a chi riesce a superare rabbia e rancore, ma fatica a superare l'ostacolo dell'indifferenza verso chi l'ha tradito.
Il perdono ambivalente è di chi chiude i conti ma continua a covare risentimento.
Il falso perdono infine è una finzione. Chi lo pratica giura di perdonare, ma poi nei fatti non fa altro che coltivare ancora rabbia e rancore.
Ripensando alle nostre storie di perdono dove ci collochiamo?
Perdonare è forse uno dei gesti più difficili da compiere nella vita. 
Io credo che sia così perché il perdono non è invenzione dell'uomo e come tutto ciò che è di origine divina, va maneggiato con cura per non rischiare di farne un uso scorretto.
Eppure, pur consapevoli del fatto che non sia opera nostra, a volte ci arroghiamo il diritto di concederlo o meno.
Ma il perdono dovrebbe essere un bene che circola senza sosta.
Quando ci capita di riceverlo, dovremmo subito offrirlo senza lasciarlo imprigionato dentro di noi.
Da quando mio marito è mancato, mi accompagna spesso la sensazione di non avere più così tanto tempo a disposizione per fare ciò che vorrei fare o che dovrei fare e allora ho deciso di perdonare ogni giorno della mia vita, augurandomi che coloro che a loro volta mi devono perdonare, facciano lo stesso con me.
Perché perdonare, anche se fatichiamo a crederci, rende molto più liberi che essere perdonati.

Perdonare è liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu
(Lewis B. Smedes)

Certo la faccenda si complica quando le persone alle quali concedere il perdono sono coloro che amiamo, e che ci hanno ferito nel profondo e diventa difficile lasciar andare il rancore e sostituirlo con la pazienza.
Eppure se lo vogliamo, è possibile, perché dentro di noi soffia un anelito che ci distingue da tutti gli altri esseri viventi, ed è l'amore.
E voi amiche?
Quali storie di perdono vi sono tornate alla mente leggendo queste riflessioni?
Vi auguro una buona domenica e come sempre se volete passare per un saluto nel mio blog www.comodamentesedute.com, vi aspetto con piacere.
E se questo articolo vi è piaciuto potete sempre condividerlo cliccando qui sotto
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.