Cassina: incomprensione per una vendita all'asta. Uomo a processo per tentata estorsione

Si sarebbe trattato di un malinteso dove il suggerimento di verificare in banca la possibilità di una maggiore "flessibilità" per ottenere un eventuale cifra superiore a quella prevista per l'acquisto dell'immobile e la proposta di presentare un broker che avrebbe risolto una possibile mancanza di liquidità, è stato scambiato per un tentativo di "estorsione".

Parte civile una inquilina, residente in una villetta di Cassina fra Martino, imputato il titolare di una società di Monza e Brianza, specializzata in investimenti immobiliari.

Quest'ultimo, comparso stamane davanti al giudice Gianluca Piantadosi, vice procuratore onorario Caterina Scarselli, ha reso la sua deposizione in aula raccontando di avere effettuato un sopralluogo presso una abitazione di Merate, interessato all'acquisto dell'immobile in asta, già occupato e di un secondo libero.
Incontrando l'inquilina ha scoperto che la famiglia aveva intenzione di partecipare all'asta e, ha spiegato, ha deciso sul momento di fare un passo indietro non ritenendo più l'affare profittevole per la sua società. È stato in quel momento che, nella manciata di minuti trascorsi con la donna, costituitasi successivamente parte civile, le ha consigliato di verificare con la banca la "flessibilità" sulla cifra da avere a disposizione per l'asta. In caso contrario di essere disposto a presentarle un broker per ottenere un mutuo, evitando così un "bagno di sangue".
Un breve colloquio con una proposta che, però, ha portato l'uomo sul banco degli imputati. La versione, infatti, dell'accusa sarebbe totalmente diversa: l'uomo avrebbe chiesto alla donna dei soldi per non partecipare all'asta, lasciandole così campo libero per l'acquisto dell'abitazione di residenza.

A favore dell'imputato ha testimoniato l'agente immobiliare incaricato dallo stesso di effettuare una perizia sull'appartamento e che, quel giorno, si trovava con lui durante il sopralluogo. Il teste ha smentito che ci sarebbe stata una richiesta di denaro per non partecipare all'asta ma solo un eventuale compenso nel caso in cui la società dell'imputato si fosse prestata per fornire il servizio di assistenza alla donna nel corso della procedura per lo svolgimento dell'asta.

Il processo è stato aggiornato al 2 dicembre.

S.V.
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