Osnago: la maggioranza non introduce il ''Question time''

Il gruppo di maggioranza di centro-sinistra di Osnago si oppone alla proposta di istituire il question time. Per il sindaco Paolo Brivio uno spazio regolamentato di confronto e informazione in diretta su temi del paese di attualità sarebbe paragonabile ad un talk show. Lascia sgomenti la scelta di Progetto Osnago di non assecondare la proposta del gruppo di minoranza di avviare il lavoro in Commissione Regolamenti per modificare il Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale, per introdurre uno strumento democratico di dibattito. Persino a Lomagna è realtà, così come in tanti altri Comuni del territorio e non, e persino alla Camera e al Senato.

Proprio di recente è accaduto che la minoranza abbia presentato due interpellanze un giorno dopo l'avviso di convocazione e il sindaco si era rifiutato di rispondere, rimandando la trattazione oltre i trenta giorni previsti dal Regolamento. Per il primo cittadino l'attuale Regolamento è già sufficientemente avanzato in materia di trattazione di argomenti urgenti. "L'introduzione di un question time risulta ridondante rispetto alle possibilità sancite dal Regolamento riguardo all'istituto dell'interrogazione che offre già oggi la possibilità ai consigliere di avanzare quesiti nell'imminenza di una seduta". Peccato che però agli interroganti non verrebbe data possibilità di replica.

Paolo Brivio ha tirato in ballo come modello da prendere in considerazione il question time così come in vigore a Sesto San Giovanni, che non darebbe la possibilità ai consiglieri di eseguire delle domande e risposte rapide, bensì ai cittadini. Una proposta dunque che non ha attinenza con quella avanzata da Orgoglio Osnago.

In alternativa il sindaco si è detto disponibile a introdurre delle modifiche al regolamento per quanto riguarda le interrogazioni. E qui viene il bello: "Sostanzialmente si può fare quello che oggi fanno a Merate con il question time. Là lo chiamano question time qua lo chiamiamo interrogazione". Non si comprende dunque se il problema per Brivio sia l'anglicismo o se forse non sia davvero intenzionato a concedere le stesse facoltà previste a Merate, come a Lomagna e ancora altrove.

La minoranza è insorta con Marco Riva: "Prima di decidere lasciamo lavorare la Commissione per capire se è meglio il modello Sesto, il modello Barzanò, il modello Russia, il modello Mosca o un modello simile. Lasciamo queste cose a chi le deve fare, ovvero la Commissione Statuto e Regolamento". Ha poi semplificato la questione: "Siete disposti a introdurre ad Osnago il question time?".

Senza giri di parole, il sindaco ha risposto di no. Secondo il sindaco "gli odierni strumenti sono più avanzati di quelli utilizzati in altri territori". Quindi c'è da dedurre che non dare la possibilità di ribattere, censurare una replica, sarebbe più moderno del question time, che ovunque prevede contingentati turni di parola. "Non si riesce a capire la specificità, se non quello di introdurre un'altra occasione di riduzione del Consiglio a talk show, nell'utilizzo di questo question time". Ciliegina sulla torta è stato l'uso dell'aggettivo indefinito "altra", come se già gli strumenti attuali (mozioni, interpellanze e interrogazioni) siano non dei diritti ormai dati per acquisiti, ma aprioristicamente delle tediose scocciature.

La questione pare non finirà qui. La minoranza ha minacciato di fare ostruzionismo dalla prossima seduta consiliare, con la presentazione di infinite mozioni o interpellanze. Riva ha puntualizzato: "Per noi il question time è uno strumento che semplifica molte le cose, significa non accettare una cosa molto democratica che c'è in molti Comuni. Prendiamo atto che non la accettate. Questo è il vostro concetto di democrazia". Una brutta pagina.

M.P.
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