Lomagna, Monsignor Delpini: ''Suor Luisa un segno singolare di carità e fecondità spirituale''



Nel giorno in cui suor Luisa Dell’Orto avrebbe compiuto 65 anni, la sua comunità natale si è fermata per la recita del rosario in suffragio della religiosa. Lo spazio interno della chiesa non è stato sufficiente ad accogliere tutte le persone che nella serata di lunedì 27 giugno si sono raccolte in preghiera. Sono stati predisposti numerosi posti anche sul sagrato all’esterno e altri sono rimasti in piedi ai margini. A celebrare la funzione è arrivato l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che ha rivolto le condoglianze ai famigliari e alle consorelle presenti.

I parenti e le consorelle
Alla funzione religiosa, in prima fila c’erano la sindaca di Lomagna Cristina Citterio, la vice sindaca di Osnago Maria Grazia Caglio, il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio e il Questore di Lecco Alfredo D’Agostino.


Secondo le frammentarie ricostruzioni che stanno giungendo da Haiti, dove suor Luisa era in missione da 20 anni, la donna si sarebbe trovata alla guida di un’auto, che sarebbe stata inizialmente speronata da dietro. Il veicolo della suora si sarebbe così fermato e dall’auto alle spalle sarebbe sceso un uomo che le avrebbe inferto tre o quattro colpi di pistola prima di fuggire. Sembrerebbe che ogni effetto personale che aveva con sé la religiosa non sia stato prelevato. Dettaglio che farebbe supporre si sia trattata di un’esecuzione, sebbene la prima ipotesi circolata facesse prevalere la ricostruzione di un tentativo di rapina finito male.







Al termine dell’Angelus di domenica 26 giugno, papa Bergoglio ha parlato espressamente di martirio: “Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio”. Francesco ha espresso vicinanza ai famigliari e alle consorelle della Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa nella capitale di Haiti, Port-au-Prince. “Affido a Dio la sua anima e prego per il popolo haitiano, specialmente per i piccoli, perché possano avere un futuro più sereno, senza miseria e senza violenza” ha aggiunto il pontefice.


L'Arcivescovo di Milano Mario Delpini
Di violenza, cattiveria e ignoranza ha parlato più volte l’arcivescovo Delpini: “Noi siamo qui a pregare perché riconosciamo che c’è il mistero di Dio che dobbiamo accogliere. Dio si serve degli uomini e delle donne che accolgono la sua parola per cambiare la Storia. Siamo qui a vivere il dolore per questa donna uccisa. Sentiamo la responsabilità di scrivere una storia nuova”.

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E così come gli interrogativi del cristiano trovano compiutezza nel mistero della fede, così anche alla domanda sul motivo dell’omicidio della suora originaria di Lomagna, l’arcivescovo ha impresso una spiegazione teologica: “Non so perché sia morta suor Luisa, se è morta perché la vita ad Haiti non vale niente, se è morta perché la sua sollecitudine verso i più poveri dava fastidio a qualcuno, se è morta perché ci sono degli uomini che non sanno far altro che uccidere e rubare. Non so perché suor Luisa è morta. Io credo però che lei stasera ci possa dire così: sono morta per insegnarvi a vivere”.


Al pulpito l'ex parroco di Lomagna don Lorenzo Radaelli
Quindi nell’invocazione a dio, Mons. Delpini ha definito suor Luisa un segno singolare di carità nella Chiesa e una sorgente di fecondità spirituale nel mondo. Delpini ha ricordato l’impegno della Sorella con i più piccoli, per cercare di salvarli con l’insegnamento e l’educazione da una vita misera. Suor Luisa era una colonna per il centro “Kay Chal” (Casa Carlo), nato grazie alla collaborazione con la Caritas Ambrosiana per accoglie ragazzi e bambini. Inoltre la religiosa era laureata in Filosofia e anche per questo ha insegnato per anni ai seminaristi di Haiti.


Don Andrea Restelli e l'Arcivescovo Mario Delpini
“Charles De Foucauld, a cui la vita delle Piccole Sorelle e dei Piccoli Fratelli del Vangelo si ispira, ha sempre messo in evidenza la povertà di Gesù, il figlio di Dio che si è fatto il più povero tra gli uomini. Ecco, incarnarsi là dove c’è la povertà, questa è la vocazione dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle a imitazione di Gesù. Luisa è andata a vivere e a morire in questo Paese povero, desolato, un Paese dei terremoti, degli uragani, della miseria, della corruzione” ha commentato Mario Delpini. L’arcivescovo in passato ha visitato Haiti e a Lomagna ha portato la testimonianza delle difficoltà che aveva visto con i propri occhi: “la città pericolosa, la montagna desolata”.



Ha ricordato l’assassinio del presidente di Haiti, Jovenel Moïse, appena un anno fa, che ha intensificato la tensione tra bande locali. Una destabilizzazione sociale e politica che potrebbe essere una concausa dell’uccisione della religiosa. “Lì ci sono i santi, lì c’era suor Luisa, in quel luogo che è il più povero tra i poveri della Terra, per dire che il signore Gesù è qui per stare con voi che siete poveri, vittime, deboli. Non so se c’è una speranza in Haiti, ma se c’è è perché ci sono uomini e donne di buona volontà come suor Luisa che si fanno vicini a questa società disfatta, a questa umanità desolata, a questa povertà disperata”.



Non ha lesinato parole il presule: “C’è una tenebra che è più drammatica della povertà. È la cattiveria, è la gente per cui la vita non vale niente. Chi è violento è malato e chi è malato porta dentro sé gli incubi del male che ha fatto, come un castigo più tremendo che gli uomini possono dare quando fanno giustizia. Suor Luisa è andata lì per dire che Gesù porta una luce anche nelle tenebre”. Ha invocato il perdono per i violenti. “Dobbiamo pregare perché porti luce anche nei cuori dei violenti, degli ingiusti e dei cattivi. Che possano essere restituiti alla loro dignità di figli peccatori perdonati da Dio”.

È ancora presto per sapere quando la salma farà rientro in Italia. È probabile che Haiti organizzerà un funerale per suor Luisa giovedì prossimo. Poi il feretro dovrebbe tornare in patria. La Farnesina starebbe spingendo per far eseguire l’autopsia in Italia. Solo dopo l’esame autoptico, che potrà fornire qualche nuovo elemento investigativo, Lomagna potrà riservarle l’ultimo saluto.
M.P.
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