Brivio: Padre Maccalli racconta i due anni di prigionia. ''Nel buio ho visto il cielo stellato''

"Tenebra" il filo conduttore della seconda serata organizzata dalla parrocchia di Brivio per approfondire le 12 tavole del Qohelet. E per farlo è stato chiamato Pier Luigi Maccalli, missionario che per due anni è stato sequestrato e reso prigioniero nel deserto del Mali per mano di un gruppo di jihadisti.

Padre Pier Luigi Maccalli

Davanti a una chiesa con poco meno di un centinaio di persone accorse per ascoltare la sua straordinaria e unica testimonianza, il religioso ha raccontato le sue tenebre, quelle dell'anima quando ha provato la sensazione della solitudine, dell'abbandono, della paura ma anche quelle attorno a sé, delle notti buie e silenziose. Deserte. Ed è proprio "in quelle notti oscure che ho contemplato il cielo stellato".
Dall'esperienza drammatica e sofferta della prigionia, dove dall'alba al tramonto era tenuto in catene e doveva vivere con poche, pochissime cose, il missionario ha scoperto la bellezza dell'essenziale e l'importanza di elementi che si danno per scontati quando si possiedono, come la libertà e le relazioni umane.
"Il grande buio mi ha permesso di vedere anche le più piccole stelle. Questi due lunghi anni sono stati i più fecondi del mio ministero. Ho sperimentato il silenzio e la solitudine, non avevo niente con me che mi aiutasse a pregare e allora ho lasciato che fosse il mio cuore a parlare con libertà. La mia fede è stata provata, spogliata ma ne è uscita purificata".
Rapito in Niger nel 2018 e rilasciato in Mali nell'ottobre del 2020, padre Maccalli della Società Missioni Africane ha cercato in quei mesi di prigionia di "essere una proposta di fraternità" con le persone con cui aveva modo di accostarsi, dunque i carcerieri e altri rapiti.

"Ho offerto il sapone, ho condiviso il mio dentifricio alla menta, ho insegnato a leggere i numeri e ho capito quanto sia importante umanizzare le relazioni".
E proprio il bisogno di comunicare e di avere relazioni armoniose lo ha portato a dire a uno dei suoi rapitori, nell'imminenza della liberazione "Che Dio ci faccia capire un giorno che siamo tutti fratelli".
Nelle tenebre Padre Maccalli ha scoperto la luce, così in quell'esperienza dolorosa e di male ha trovato l'amore ma "non auguro a nessuno quello che patito".
Nonostante tutto ha imparato il vero significato del perdono, la capacità di accoglienza e il rigetto dell'odio, paragonandosi a un sacco da pugile. "Incassa i colpi e non ritorna nulla. Dobbiamo stoppare ogni inizio di violenza in noi stessi. Da ex ostaggio dico: disarmiamo la parola ostile che è in noi e che è la scintilla che innesca ogni conflitto. Disarmiamo la parola per disarmare lo sguardo così da vedere la persona che abbiamo di fronte come un essere umano. Questa mia esperienza è stata una sventura, è stato un momento di dolore ma Dio l'ha convertito e lo ha trasformato in una opportunità. Su di Lui ho riversato le mie lacrime e lui si è dimostrato un Dio fedele".

Foto con il gruppo missionario di Brivio e con don Luigi

 

Il prossimo incontro si terrà venerdì 24 alle ore 20.30 in chiesa parrocchiale a Brivio e relatore sarà l'editor Giacomo Ombrosi.

S.V.
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