Osnago: la chiusura del centro continua a non convincere gli esercenti in Consulta

Secondo round sull'intenzione di chiudere la via del centro di Osnago la domenica mattina. In Consulta Commercio, oltre agli amministratori comunali si è presentato un manipolo di esercenti che hanno la propria attività nella zona che sarebbe interessata dalla chiusura. Tutte voci contro. Silvia Brivio, che gestisce l'edicola, ha ripetuto più volte che il problema della sicurezza non sussiste. 450 veicoli in transito nel periodo giornaliero di interdizione al traffico, stando ai dati forniti dal Comune e risultanti da una mattinata di sperimentazione, significherebbe due auto al minuto, ha scandito con forza la commerciante. "L'unico incidente che abbiamo avuto negli ultimi vent'anni, che io abbia memoria, è stato di un ciclista che in contromano ha colpito un cameriere" ha lamentato Silvia Brivio. Da qui la proposta provocatoria di qualcuno dei presenti di impedire ai ciclisti di usare la "pista ciclopedonale". La sintesi dell'edicolante è stata irremovibile: "Non vedo la necessità di questa chiusura". La commerciante ha inoltre notato che l'analisi dei flussi veicolari non ha tenuto conto dei passaggi per via Gorizia, sulla quale si potrebbero riversare gli automobilisti come strada di accesso per andare in centro, facendo il giro per viale Kennedy.


Silvia Brivio ha poi preso spunto da un nostro recente articolo in cui, tra le varie informazioni, ricordavamo che a breve dovrebbero essere realizzati due sopralzi a ridosso del centro [clicca QUI]. Quindi l'affondo: "Vediamo se funzionano questi dossi prima di chiudere la piazza e prima di generare magari un ammanco alle attività commerciali".

Il presidente della Consulta Claudio Colombo ha ribadito il suggerimento ai commercianti di chiarire l'oggettiva perdita economica durante le domeniche di chiusura sperimentali attraverso un confronto incrociato degli scontrini. Il dato complessivo verrebbe consegnato all'amministrazione per una più attenta e completa valutazione degli impatti che la chiusura avrebbe sul commercio. Un approccio che il presidente Colombo ha definito laico.  

Il sindaco Paolo Brivio ha fino ad ora interpretato i numeri della sperimentazione sulla base di un binomio: nella domenica di apertura i 10 posti auto (presunti) del centro non erano mai tutti pieni e comunque a parcheggiare era stato appena il 10% del flusso transitante. Questo sgretolerebbe, secondo il primo cittadino, l'assunto che il problema per i commercianti della chiusura del centro sarebbe l'assenza degli stalli di sosta. Ora, i posti liberi in centro valgono solo in teoria. Lo stesso presidente della Consulta ha dovuto ammettere che i posti disponibili in piazza non sono 10 ma 7, il 30% in meno. Dunque le considerazioni che ne conseguono andrebbero riviste. Inoltre Silvia Brivio ha replicato che il problema non è solo l'assenza di parcheggi ma l'impossibilità del passaggio. Per la commerciante, un automobilista che transita e vede che lì c'è un'attività aperta può essere tentato dal fermarsi, viceversa non se ne può rendere conto. Un potenziale cliente in meno.

Il sindaco si è detto disponibile ad eventuali ulteriori approfondimenti e implementazione delle rilevazioni, ma ha anche asserito che dopo l'estate una decisione andrà presa. La sua idea l'ha espressa: "L'area pedonale porta benefici ai commercianti". Anche in questo caso l'edicolante ha ribattuto: "A Merate infatti continuano a chiudere negozi".  

Paolo Brivio

Per il sindaco i problemi di sicurezza della piazza sono molteplici, non solo relativi alla velocità. Dunque il rialzo del manto stradale in due punti del centro servirebbe in parte. "Mi auguro che attenueremo la velocità di ingresso al centro con gli incroci rialzati, senza avere attese miracolistiche. Hanno anche una funzione di arredo urbano di delimitazione o indicazione di inizio del centro storico". Ha poi aggiunto: "C'è un tema di sicurezza che coincide con la velocità ma non solo". Ha quindi puntualizzato Paolo Brivio: "Quella piazza basta vederla e per tanti piccoli aspetti funziona male. Voi pensate che se uscisse un ispettore INAIL approverebbe il passaggio di un lavoratore avanti e indietro dai tavolini, non sulle strisce pedonali? Pensate che il passaggio di molti clienti che non attraversano sulle strisce pedonali sia un buon funzionamento della piazza? Gli spazi per la ciclabilità sono ridotti".

Brivio ha poi ribadito la ricerca di una maggiore fruibilità e gradevolezza della piazza con la chiusura. Ha poi sostenuto: "Vi assicuro che i continui passaggi di veicoli nei tanti mesi in cui le porte della chiesa rimangono aperte impediscono di seguire la messa bene. Anche questo è un tema della fruizione della piazza". Al che i commercianti sono rimasti senza parole.

Il sindaco ha tenuto a sancire un altro punto fermo, ossia che non è pensabile estendere la chiusura nelle giornate feriali. "Obiettivamente chiudere la piazza negli altri giorni significherebbe arrecare un danno un po' più grave non solo alle attività della piazza, ma anche a quelle dei dintorni che la domenica non sono aperte, ai viaggiatori della stazione che la domenica sono pochi. È chiaro che non si può pensare alla chiusura di una piazza sempre in cui ci sono tante attività civili, commerciali e di residenza. Questo generebbe una serie di problemi maggiori di quelli che ne risolve.  


Dunque, da queste ultime affermazioni, si intuisce che il sindaco Brivio voglia chiamare "Area pedonale" quella che, Codice della Strada alla mano, andrebbe definita come Zona a Traffico Limitato, eludendo così il necessario avvallo del Ministero che ad oggi ha ancora l'ultima parola sulla possibilità di sanzionare attraverso il controllo automatizzato delle telecamere. L'Area pedonale, infatti, è valida sempre, salvo cataclismi. Le ZTL, invece, contingentano le limitazioni di traffico in particolari orari o giorni. Un ulteriore spunto, questo, che potrà essere analizzato nella prossima seduta della Consulta titolata ad esprimersi su questa tematica.
M.P.
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