Airuno, caso Gilardi: si apre il processo per circonvenzione ma i difensori degli stranieri chiedono sentenza di non doversi procedere

L'avvocato Andrea Artusi
Questo processo non s'ha da fare? Forse. Si sarebbe dovuta aprire oggi l'istruttoria del processo a carico di cinque stranieri accusati dalla Procura della Repubblica di Lecco di circonvenzione di incapace nei confronti di Carlo Gilardi, il facoltoso professore di Airuno al centro anche del polverone mediatico sollevato dalla trasmissione tv “Le Iene”.
L'avvocato Andrea Artusi, difensore di tre degli imputati oggi chiamati a rispondere del reato previsto dall'articolo 643 del codice penale, ha però  già chiesto sentenza di non doversi procedere.
Le difese sono infatti riuscite ad avere copia integrale del fascicolo aperto nel 2017 contro ignoti: davanti al Gip, all'epoca, il PM ne aveva chiesto l'archiviazione perché non ci sarebbero stati estremi (né oggettivi né soggettivi) del reato ipotizzato. Il legale ha quindi depositato al giudice Giulia Barazzetta la giurisprudenza della Corte di Cassazione per cui il processo con oggetto la medesima notizia di reato, dopo archiviazione, non si potrebbe riaprire se non a seguito di un provvedimento di riapertura delle indagini. Si sono associate alla richiesta anche gli avvocati Agnese Cattaneo e Pamela Nodari, la quale ha specificato che il fascicolo archiviato nel 2018, sebbene “titolato” contro ignoti, sostanzialmente conteneva già un'identificazione dettagliata degli odierni imputati.
Si è opposto all'eccezione della difesa il Vice Procuratore Onorario Mattia Mascaro, che ha rilevato come oggi ai cinque stranieri siano anche contestati fatti successivi all'archiviazione disposta dal  Gip Paolo Salvatore.
Anche l'avvocato Stefano Pelizzari, costituitosi parte civile per conto dell'avvocato Elena Barra (l'amministratrice di sostegno di Carlo Gilardi), si è espresso per il rigetto dell'eccezione in quanto  il capo di imputazione con cui si è arrivati oggi a processo (decisamente più chiaro e circoscritto) non sarebbe nemmeno paragonabile al titolo di reato ipotizzato in sede di indagini preliminari. Una tesi avvallata dalla denuncia contenuta nel fascicolo archiviato, di cui l'avvocato Pelizzari ha potuto prendere visione prima che fosse consegnato al giudice: “raggiri da parte di persone più svariate” sarebbe stata la situazione fotografata a giugno 2017 dall'allora amministratore di sostegno di Carlo Gilardi (l'avvocato Carolina Boghi), la querelante. Una situazione troppo poco definita ed antecedente ai fatti su cui oggi il procedimento è incentrato.
Gli addebiti per i cinque imputati sono quelli – secondo il capo di imputazione - di aver approfittato della prodigalità dell'anziano e facoltoso professore in pensione: Abdelmalak Rougui, classe 1982 si sarebbe fatto prestare diverse somme di denaro, mai restituite, per rientrare in Algeria ad assistere la madre malata; Hichem Horroun, algerino classe 1977, sarebbe stato anch'egli beneficiario di somme mai restituite; Khalifa Mejbri, tunisino classe 1982, si sarebbe invece fatto prestare 100mila euro in contanti o con bonifico e assegni per beneficenza e per l'acquisto di un'autovettura; Nedal Abushunar, nato in Israele nel 1973, oggi tradotto dal carcere di Bollate, dove è detenuto per altra causa, quale fruitore in comodato d'uso dell'immobile di Airuno e Abdellatif Ben Mustapha Hamrouni, nato in Tunisia nel 1969 che sarebbe stato il beneficiario di svariate somme di denaro per acquistare medicinali a seguito dell'amputazione di un arto inferiore. Gli imputati sono difesi dall'avvocato Andrea Artusi del foro di Lecco, eccetto Abushunar che è patrocinato dall'avvocato Agnese Cattaneo del foro di Monza e Mejbri, difeso di fiducia dall'avvocato Pamela Nodari del foro di Bergamo.
Erano invece già usciti di scena in fase di udienza preliminare, il briviese Brahim El Mazoury, il badante dell'anziano, e Ameur Rougui: lo scorso 20 luglio 2021, il giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano aveva condannato il primo a un anno e otto mesi di reclusione oltre al pagamento di 600 euro di multa per essersi fatto elargire da Gilardi 18mila euro, mentre il secondo era stato assolto perché il fatto non sussiste.
Il giudice monocratico Giulia Barazzetta  - dopo aver congedato i testi convocati oggi - si è quindi riservata in merito alla questione avanzata dall'avvocato Artusi, e, solo per lo scioglimento della riserva ha rinviato all'udienza già fissata per il 12 settembre. Eventualmente, se si dovesse pronunciare per un rigetto dell'eccezione, si celebrerà la prima udienza istruttoria il 21 novembre.
F.F.
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