Merate: la Giustizia riparativa secondo la ministra Cartabia Mons. Rino Fisichella, ''trovare forme alternative al carcere''

Una ospite di eccezione per Merate nella serata di venerdì 17 giugno. A poche ore dall'approvazione della Legge dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura, è approdata all'auditorium "Mary Ward" del Collegio Villoresi la Ministra della Giustizia Marta Cartabia.

L'arrivo del ministro all'istituto di via monsignor Colombo

Al centro della riflessione è stato il tema della giustizia riparativa, un approccio paradigmatico della giustizia che punta a valorizzare il confronto diretto (con la facilitazione di un mediatore) tra reo e vittima per dare un esito differente, oltre la pena, al rapporto conflittuale tra le due figure. Ci crede molto in questo percorso la Ministra, già presidente della Corte Costituzionale, che ha raccontato di aver visto con i propri occhi e toccato con mano la positività di queste esperienze, praticate ormai da molti anni nell'ambito minorile e più di recente anche per gli adulti. La forte adesione a questo modello da parte della Guardasigilli è apparsa come una spinta al mondo della magistratura, dell'avvocatura e, più in generale, ai rappresentanti dello Stato presenti in prima fila a promuovere sempre più progetti di questo tipo, basati comunque sulla volontarietà consapevole dei diretti interessati.

Con il vicesindaco Giuseppe Procopio e il prefetto Sergio Pomponio

I magistrati Carlo Stefano Boerci, Mirco Lombardi e Dario Colasanti

Tra le autorità presenti il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, il presidente del Tribunale di Lecco Ersilio Secchi con alcuni magistrati, rappresentanti delle forze dell'ordine locali e provinciali, il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Lecco Elia Campanielli.

La recente riforma sul processo penale dell'anno scorso, a firma Cartabia, ha fissato i principî e i criteri cardine in materia di giustizia riparativa, demandando però al Governo il compito di stabilire per la prima volta una disciplina organica. Il varo dei decreti legislativi attuativi è atteso per la seconda metà di ottobre. A redigerli ci sta pensando un gruppo di esperti nominato dal Ministero e coordinato dal prof. Adolfo Ceretti, tra i massimi esperti in Italia su questo tema, oltre che autore del libro "Un'altra storia inizia qui", edito da Bompiani nel 2020, scritto proprio insieme alla Cartabia, allora presidente della Corte Costituzionale, prima cioè dell'avvento a Palazzo Chigi di Draghi che l'ha voluta tra la squadra di Governo.

 

La Ministra della Giustizia Marta Cartabia

Monsignor Rino Fisichella

 

Da sinistra l'avvocato Giovanni Priore, il presidente Elia Campanelli, i giudici Guido Boerci, Mirco Lombardi,
Dario Colasanti, il presidente del tribuale Ersilio Secchi e il prefetto Sergio Pomponio

"Il nostro tempo è spesso segnato dalla richiesta di pene più severe e più lunghe - ha asserito la Ministra Cartabia - Questo perché in chi ha subìto un'ingiustizia scatta un bisogno di giustizia che è talvolta sproporzionato tra la risposta che lo Stato dà, anche quando tutto funziona bene nell'apparato giudiziario e la voragine che si apre dentro a chi ha subìto un male".

Maurizio Lupi

Daniel Zaccaro

Come in tutte le relazioni umane non esiste una regola che possa dettare tempistiche e prevedere il risultato finale, ma lo Stato può supportare il meccanismo che agevola il percorso riparativo, ma soprattutto può riconoscere e rappresentare con una normativa ad hoc il cambio di passo culturale. "La concezione della giustizia riparativa nasce dalla visione di mettere al centro l'idea che, anche nella giustizia penale, dietro la regola del bene offeso, c'è la persona" ha specificato la Ministra. La giustizia penale valorizza la responsabilizzazione del condannato: "Guardare negli occhi colui al quale si è fatto del male e assumersi la responsabilità non è semplice quando si è consapevoli di non aver lasciato un graffio ma un taglio profondo nella vita di una persona" ha dichiarato Marta Cartabia. "Sono convinta della potenza di questi incontri perché li ho visti. Lasciar entrare la narrazione dell'altro ha un impatto incommensurabile. A volte si arriva alla conciliazione, altre volte no, ma l'effetto liberatorio è decisivo". La Ministra ha inoltre sottolineato che non si tratta di un capitolo alternativo o sostitutivo alla giustizia tradizionale, ma - ha affermato - "c'è un oltre di cui abbiamo bisogno: una giustizia che ricuce i rapporti sociali".

Nell'ottica di cogliere con uno sguardo nuovo le relazioni umane, la Fondazione "Costruiamo il Futuro" di Maurizio Lupi, che ha organizzato l'evento, ha invitato anche Daniel Zaccaro, protagonista del libro biografico "Ero un bullo". Ha raccontato la sua storia, dall'adolescenza difficile a Quarto Oggiaro, fatta di furti, rapine e tanta insicurezza, alle esperienze negli Istituti penitenziari minorili, agli incontri che gli hanno cambiato il modo di intendere la vita, la scivolata che lo ha portato a San Vittore e poi altre persone incrociate che l'hanno fatto diventare l'uomo che è: un educatore che si rivolge ai ragazzi per instillare una riflessione su che strada intraprendere nella propria vita.

A intervenire anche Monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione. Un pensiero radicale, il suo, contro la carcerazione perché "la libertà è ciò che Dio ha dato di più grande all'uomo". Si dunque domandato: "Chi è l'uomo per togliere la libertà ad un altro uomo?". Un interrogativo profondo che travalica la dimensione giuridica della Giustizia e tocca il livello etico. "Il carcere ti ammazza, è in grado addirittura di cambiare la postura che hai - ha osservato Mons. Fisichella che ha più volte visitato gli istituti penitenziari. Bisogna guardare, essere creativi e trovare forme alternative al carcere. La vendetta non paga". Al pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione è stato chiesto di riflettere sul concetto di misericordia. "La misericordia si ha quando la miseria incontra il cuore. Nella Bibbia non c'è questa parola perché, come tutte le lingue antiche è una lingua povera. Esistono nei racconti della Bibbia degli atteggiamenti concreti che portano alla misericordia, un sentimento viscerale di amore verso un'altra persona, ma anche di condivisione, vicinanza, ascolto, della possibilità di dare una spalla su cui poggiarsi e di sollevare restituendo la dignità".

Il saluto del sindco Massimo Panzeri

L'evento è stato patrocinato dalla Fondazione "Il cavallo rosso", dal Centro culturale Gaudì, dal Centro culturale Péguy, dalle associazioni Brigantia e Sant'Agostino, dalle Cdo di Lecco Sondrio e di Monza e Brianza, dalla scuola "La Traccia", dall'Istituto scolastico don Carlo Gnocchi, oltre che dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Lecco.

Marco Pessina
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.