Merate: storia della stele di granito che ci ricorda le pestilenze del 1524 e del 1577
Ci sono simboli, piccoli monumenti della nostra storia che finiscono in abbandono, in un oblio che appare a chi ama questa città, davvero inspiegabile. Uno di questi è la stele in granito che sorge sull’angolo tra via San Rocco e via don Consonni. Eppure quel cippo è un segno della terribile pestilenza che colpì anche il meratese. La zona oggi occupata dall’Osservatorio astronomico era coperta da castani sotto i quali venivano costruite piccole capanne per ospitare i malati di peste. E alla loro morte venivano sepolti in un piccolo cimitero accanto al quale fu poi costruita una chiesina e successivamente un convento dei Cappuccini. La storia ci ricorda che nel 1577 anche su Merate si abbattè la pestilenza. Per circoscrivere il contagio fu costruito un lazzaretto a San Rocco. Secondo le ricerche storiche del Bollettino parrocchiale si contarono fino a 500 morti. L’anno seguente, 1578, l’arcivescovo San Carlo nella sua visita pastorale consacrò questo luogo invitando i meratesi a edificare il convento dove prima c’erano capanne e il lazzaretto.
A ricordo delle due pestilenze che colpirono il meratese oltre che la città di Milano fu eretta la stele di granito con una croce di ferro posta proprio al margine della strada con questa epigrafe dettata dal rettore del Collegio Manzoni, prof. Don Giacomo Trovo:
O passante eleva una preghiera
Ai Meratesi
Morti durante la peste del 1524 e 1577
Che sono stati sepolti
Davanti agli edifici ove fino all’anno 1810
Ci furono la cappella dedicata a San Sebastiano e San Rocco
Ed il convento dei frati Cappuccini
Eretto per volontà di San Carlo (Borromeo)
L’assessore al Turismo non potrebbe inserire tra le diverse iniziative anche quella di restaurare questa storica stele come fece l’assessore Robbiani con la fontana dell’Impero (non senza qualche mugugno di natura strettamente politica)?
A ricordo delle due pestilenze che colpirono il meratese oltre che la città di Milano fu eretta la stele di granito con una croce di ferro posta proprio al margine della strada con questa epigrafe dettata dal rettore del Collegio Manzoni, prof. Don Giacomo Trovo:
O passante eleva una preghiera
Ai Meratesi
Morti durante la peste del 1524 e 1577
Che sono stati sepolti
Davanti agli edifici ove fino all’anno 1810
Ci furono la cappella dedicata a San Sebastiano e San Rocco
Ed il convento dei frati Cappuccini
Eretto per volontà di San Carlo (Borromeo)
L’assessore al Turismo non potrebbe inserire tra le diverse iniziative anche quella di restaurare questa storica stele come fece l’assessore Robbiani con la fontana dell’Impero (non senza qualche mugugno di natura strettamente politica)?