Osnago: tanti interventi sulla viabilità del centro in 4 anni. Serve chiudere la strada?
In azzurro le vie interessate dall'area pedonale durante la sperimentazione
In questi mesi entrerà nel vivo il dibattito ad Osnago sull'istituzione di una "area pedonale", nel tratto di strada tra la chiesa parrocchiale e l'inizio di via Trento. Un divieto di transito veicolare che varrebbe la domenica mattina nella fascia oraria pre-post messa. Un'ipotesi che fin dalla sperimentazione adottata l'anno scorso ha incontrato la netta contrarietà dei commercianti che con le proprie attività rendono vivo (e invidiato nei paesi limitrofi) il centro. Gli esercenti si erano mobilitati con una petizione dai risultati non trascurabili.
Ad essere state prescelte a dibattere e avanzare suggerimenti all'amministrazione comunale sulle soluzioni da mettere in campo su questo tema, che ha riflessi sulla viabilità, la sicurezza e il commercio, sono le Consulte Urbanistica e Commercio. Un primo incontro congiunto tra le due assemblee è avvenuto a fine maggio, quando il sindaco Paolo Brivio ha illustrato lo studio predisposto dal comando di Polizia locale alla luce delle rilevazioni svolte in due domeniche, una di chiusura e l'altra di apertura del tratto di strada. Ne è seguito un primo giro di considerazioni, molte delle quali critiche verso la proposta sposata dal primo cittadino di introdurre definitivamente il divieto di transito domenicale [clicca QUI].
I parcheggi di fronte la piazza (sopra) e in via Cavour (sotto)
Già da questa prima fase ci sarebbero alcune specificazioni da analizzare per una più completa e credibile riflessione. Intanto sui parcheggi prossimi alla piazza. Nella presentazione del sindaco e nelle relative slide veniva sostenuto che vi fosse la disponibilità di 10 posti auto. Questo è vero, ma va detto che si tratta di un dato aggregato. Sarebbe stato più utile far presente che ci sono 8 stalli più 2 per disabili. Sarebbe stato opportuno dettagliare se gli sparuti parcheggi considerati liberi fossero proprio quelli riservati ai portatori di handicap. In quest'ottica si sarebbe potuto interpretare diversamente il comportamento degli automobilisti che civilmente tiravano dritto per non sostare impropriamente nei posti per gli invalidi. In quest'ottica si potrebbero fare delle valutazioni differenti sull'impatto sul commercio di questa chiusura al transito.
Del resto avevamo fin da subito osservato con scetticismo il grafico prodotto dal sindaco da cui emergerebbe che nemmeno nell'orario della messa principale le persone cerchino di parcheggiare il più vicino possibile alla chiesa. Delle due l'una: o a messa non ci va più nessuno oppure la buona parte dei fedeli che si recano alla funzione religiosa in auto cerca un posto, anche pensando alla loro età media, dove è più comodo.
Domenica scorsa, 5 giugno, eravamo in centro paese verso le 9.30-9.40. Quello che abbiamo potuto documentare (con fotografie a riprova) è che tutti i parcheggi della potenziale "area pedonale" erano occupati. Anche i due per disabili, seppur le auto lì in sosta non avessero alcun contrassegno. Per fermarci siamo andati nella zona del Municipio, dove abbiamo pescato fortunatamente l'ultimo posto libero. Dopo i dieci minuti di permanenza in piazza, gli stalli erano ancora tutti pieni, due automobilisti sconsolati per aver tentato invano un posto stavano facendo manovra per uscire dal parcheggio del Municipio per cercare migliore sorte, mentre una terza macchina sostava con motore acceso al centro in speranzosa attesa che qualcuno levasse il disturbo. Abbiamo constatato quello che abbiamo abitualmente sperimentato ogni domenica mattina in cui è capitato di doversi fermare nel centro di Osnago.
In Consulta non è stata fatta nemmeno una presentazione di contesto. L'amministrazione non ha innanzitutto indugiato sul Piano Urbano del Traffico, su cui torniamo a breve. Non ha evidenziato inoltre cosa abbia fatto e speso in questi anni per cercare di aumentare la sicurezza stradale in centro paese e quello che andrà ad effettuare a breve con il medesimo obiettivo. La prima azione che ci viene in mente, senza andare troppo indietro nel tempo, è l'istituzione dell'Area 30 nel 2018 (3.640 euro di segnaletica stradale). Poi ci sono stati gli acquisti e installazione di nuovo arredo urbano volto a ridurre la velocità, escludendo ragioni estetiche. In via sant'Anna e via Trento sono state posizionate sei fioriere (8.780 euro, oltre ad altri 840 euro per riempirle con terriccio, piante e fiori, questi sì per motivi ornamentali). Nel 2020 è stata la volta del pinch-point in via Roma [clicca QUI] e dunque, "per calmierare la velocità di transito delle autovetture", sono state acquistate altre tre fioriere (3.260 euro). Queste ultime spese sono al netto della segnaletica stradale verticale ed orizzontale.
Indirettamente, ad assicurare una maggiore sicurezza stradale possiamo annoverare - come ha detto il sindaco in risposta ad un'interpellanza sul pinch point in Consiglio comunale - l'aumento del personale della Polizia locale e poi, per 1.900 euro, l'aggiustamento del telelaser utilizzato dalla PL per misurare la velocità dei veicoli. Aggiungiamo inoltre l'installazione di telecamere proprio all'imbocco del centro paese, nel punto interessato dalla chiusura, e nei pressi del cimitero, per circa 31 mila euro (21.700 mila euro di contributo regionale e il resto coperto dal Comune). Ufficialmente la finalità principale è il monitoraggio dell'inquinamento dei mezzi a motore in base alla lettura delle targhe. In pratica possono essere uno specchietto per le allodole, o detto in modo meno prosaico, uno strumento di deterrenza contro chi vola in auto o in moto. Vedendo gli occhi elettronici, il conducente potrebbe rallentare. O nel malaugurato caso di incidente, le immagini sarebbero consultate per agevolare l'accertamento della dinamica del sinistro.
Veniamo al Piano Urbano del Traffico. Come abbiamo avuto modo di sottolineare il PUT considera come unica Area pedonale quella di piazza della Pace. Per il tratto che sarebbe interessato dalla chiusura stradale viene proposto di realizzare una "platea rialzata" di fronte alla chiesa. Non solo. Soluzioni simili vengono ripetute anche per il punto di incrocio via Roma-via XX Settembre e per l'incrocio via Trento-via dei Morell. Su questi scenari si innesca un approfondimento sulle soluzioni future, anch'esse non raccontate in Consulta. Nel 2020 è stato realizzato per 6.090 euro un progetto per la messa in sicurezza dei due incroci appena citati, ma non per la zona antistante la chiesa. I lavori si dovranno concludere entro il prossimo 30 settembre. In virtù dello scorrimento della graduatoria di un bando regionale, Osnago è risultato infatti beneficiario di un contributo di 40 mila euro. Altri 20 mila euro dovranno essere presi dalle casse comunali.
Per l'incrocio via Roma-via XX Settembre si prevede la realizzazione di un sopralzo alto 10 cm. La pavimentazione sarà rifinita con sanpietrini, alcuni dei quali saranno di colore bianco per formare le strisce pedonali. Verranno anche inseriti dei paletti in ghisa come dissuasori, oltre alla cartellonistica. Per l'incrocio di via Trento [nel progetto viene spesso confusa con via Trieste, ndr], l'altezza del "dosso" sarà di 15 cm. Le rampe saranno lunghe 1 metro e mezzo, poste a 5 metri dall'area di incrocio. Il manufatto sarà in conglomerato bituminoso e sarà anticipato da rallentatori ottici di velocità disegnati a terra (bande trasversali progressive di colore bianco e spessore crescente nel senso di marcia). Sul lato di via Gorizia dovrà essere rimossa la rampa in pietra esistente e creata una pavimentazione per rendere planare la zona di attraversamento ciclopedonale con il nuovo rialzo.
Notiamo come gli obiettivi di questi rialzi sono indicati dal progettista: "messa in sicurezza dei percorsi pedonali; miglioramento della qualità degli spazi e della lettura delle funzioni; miglioramento della qualità dei manufatti; garanzia di visibilità e capacità di prevedere i movimenti dei veicoli; leggibilità e riconoscibilità dei vari elementi che compongono le intersezioni; protezione dei pedoni e dei ciclisti dal traffico veicolare". Confrontando questa lista con quella che motiva la sperimentazione della "area pedonale" in centro storico ci accorgiamo di una certa somiglianza. Nella delibera di Giunta del giugno 2021 che dava avvio alla sperimentazione della chiusura venivano indicate le seguenti motivazioni: "migliorare la vivibilità e le condizioni ambientali degli spazi urbani; ridurre gli effetti negativi della circolazione veicolare, soprattutto nelle aree più congestionate del paese; garantire le condizioni di sicurezza per tutti gli utenti della strada e rendere più efficaci le condizioni generali della mobilità pedonale nel centro storico".
L'eventuale introduzione della cosiddetta "area pedonale" dovrebbe essere ponderata successivamente agli interventi di messa in sicurezza degli incroci. Lo stesso sindaco aveva sostenuto in Consiglio comunale che si "tende a valutare l'effetto nel tempo di ciascuna singola azione di modifica e rallentamento della viabilità". Detto ciò, due sono gli interrogativi che permangono. Perché sono stati spesi fino ad ora tutti questi soldi pubblici se gli effetti mitigativi per la sicurezza viabilistica non sono stati reputati sufficienti dall'amministrazione comunale? E poi era forse campata per aria l'idea dell'estensore del PUT, l'ing. Andrea Debernardi, di creare un rialzo anche di fronte alla chiesa?