Montevecchia: '20 metri di strisciata poi il colpo', sinistro mortale ricostruito in Aula


Gli operatori della Polstrada che si sono occupati dei rilievi il giorno stesso dell'incidente e dei successivi accertamenti tecnici parrebbero non avere dubbi, parlando di corresponsabilità: da una parte la mancata precedenza da parte del conducente dell'autocarro nell'impostare, in salita, - con 9 quintali di sovraccarico - la manovra di svolta a sinistra; dall'altra la perdita di controllo del motorino da parte del ragazzino che, in discesa, "sbucando" dalla curva, ha lasciato segni di frenata per sei metri, scarrocciando poi sull'asfalto ancora per ulteriori venti metri fino ad andare a impattare - purtroppo con il capo - contro le ruote gemellari del camioncino che ormai aveva girato in via Palazzetto, "liberando" via Belvedere. Si giocherà poi dunque tutto sulle consulente dei periti di parte il processo intentato nei confronti di C.A., il manovale - classe 1996, origini straniere ma casa a Pavia - alla guida del mezzo da lavoro contro cui ha perso la vita, il 3 settembre 2019 a Montevecchia, il giovane Emanuele Cosentino, 17enne di Seregno. In assenza del dr. Romaniello, scelto dalla Procura, il confronto tra "esperti" previsto già per quest'oggi, è stato posticipato al prossimo 9 novembre. E' convinto dell'innocenza del suo assistito - chiamato a rispondere del pesante reato di "omicidio stradale" - l'avvocato Massimo Adriatici, legale dell'operaio edile, che in sede di udienza preliminare non aveva optato per adire a riti alternativi, portando dunque il caso a dibattimento. Questa mattina, come anticipato, al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio sono comparsi l'assistente capo della Polstrada di Bellano Mario Ventiruni e il pari grado Alessandro Spada, il primo intervenuto sul posto nell'immediatezza del sinistro, il secondo autore con un collega delle rilevazioni successive.

Concorde la loro ricostruzione dell'incidente (avvenuto tra l'altro in un tratto in forte pendenza) mentre un amico di Emanuele, oggi ventenne, nel rendere testimonianza ha raccontato come quel maledetto pomeriggio si fosse formato un "cordone" di moto. Apripista un conoscente, a seguire il 17enne in sella alla sua "copia" cinese della Piaggio Vespa e poi lui che era stato superato da Cosentino forse un paio di curve prima del luogo dell'impatto. "Io andavo sui 40-50 km/h, lui non saprei dirlo" ha aggiunto il giovane. Non così rilevante, a detta dell'assistente capo Spada, la velocità con cui procedeva il motorino, quanto proprio la mancata "tenuta" dello stesso e la "qualità" dell'impatto, risultato purtroppo mortale per il ragazzino, trasferito in elicottero in ospedale ma spirato a stretto giro. Come anticipato, si torna in Aula a novembre.
A. M.
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