Analisi del disagio giovanile della Generazione ''Z''
Il dottor Enrico Magni
Ci sono due aspetti che si presentano. Il primo riguarda l'insicurezza, il disagio, la paura dei cittadini di fronte a determinati comportamenti: il singolo fatto è generalizzato e amplificato.
In questo territorio non ci sono fenomeni di criminalità minorile organizzata da terrorizzare la città, invece è possibile riscontrarla in altre: ci sono delle differenze sostanziali tra i diversi contesti urbani. Ma nei cittadini la percezione reale o mediatica genera chiusura e insicurezza specialmente in una popolazione che tende a diventare più anziana ed è in difficoltà a reagire a comportamenti disadattivi.
Il secondo aspetto è il comportamento sociali borderline che si sta manifestando nei giovani in modo inatteso. Basta un non nulla che qualcuno reagisce in modo aggressivo, violento a livello individuale o di gruppo. Questi comportamenti non rientrano nelle categorie bullismo, dipendenza, microcriminalità, no, sono di altra origine, vanno studiati e affrontati con interventi mirati che tengano presente la dimensione del danno provocato.
Due sono i comportamenti violenti che compaiono in modo costante. Uno è lo scontro con oggetti contundenti, bottiglie, bastoni e lama contro un singolo per motivazioni futili come lo sguardo o un atteggiamento inappropriato verso la ragazza/o nel far scattare l'azione dimostrativa di forza di tipo alfa.
Il secondo riguarda il costituirsi di gruppi allargati in determinate occasioni, eventi, raduni musicali, sportivi e non per formare delle tifoserie contrapposte. Sono dei gruppi spontanei che si formano con la connessione social. Sono dei singoli che si aggregano formando un gruppo estemporaneo che, finito l'evento, si scompone: questo gruppo non va confuso con la gang urbana, gang bullizzante, gang di quartiere.
La dimensione ontologica del giovane è sempre la stessa ma muta riguardo alla dimensione storica contemporanea, alla posizione sociale e geopolitica. Il comportamento borderline attuale è il frutto, il risultato della situazione sociale dentro il quale il ragazzo/a vive: è il risultato di un contesto. Il tossicodipendente degli anni ottanta non c'entra nulla con quello di oggi; il disagio giovanile di allora è diverso dall'attuale.
Le amministrazioni locali dovrebbero pensare delle strategie prima di copiare modelli; è necessario conoscere le peculiarità del proprio territorio prima di fare qualcosa: la tendenza del lecchese sia nel sociale sia in economia è di fare: non basta.
Le scuole si chiudono, le giornate si allungano, le sere saranno interminabili e qualcosa accadrà. C'è bisogno di riempire il piatto con qualche cosa di gustoso, che non sia il solito tran tram, la solita serata, la solita giornata, il solito bagno al lago, la solita camminata.
Il bicchiere va riempito con un cocktail: brivido, rischio, avventura, limite, ignoto, oscuro, ombra.
Dr.Enrico Magni