Merate: ItalExit davanti al Mandic contro i tagli ai servizi, la chiusura Urp e alcune ''anomalie''


Una dozzina di esponenti di ItalExit della provincia di Lecco si sono ritrovati questa mattina davanti all'ingresso dell'ospedale san Leopoldo Mandic per manifestare la loro preoccupazione sulle sorti del presidio e della sanità pubblica in generale.
La chiusura totale, dal 25 maggio, e fino a data da destinarsi dell'ufficio relazioni col pubblico, comunicata tramite un cartello apposto all'ingresso e senza che sindacati e personale ne fossero informati, oltre a carenza di organico, fuga del personale, servizi affidati alle cooperative ha portato i sostenitori del movimento capitanato da Gianluigi Paragone a fare tappa in città.


Con un enorme striscione con la scritta "La sanità è un diritto non è una speranza" hanno puntato i riflettori sul presidio cittadino e raccontato un episodio "discriminatorio" avvenuto la scorsa settimana a una simpatizzante recatasi al Mandic per prenotare gli esami per i figli minori e che si è sentita dire che per entrare serviva essere in possesso di green pass.



Stefano Bazzini (coordinatore Merate), Emanuele Greco (coordinatore provinciale),
Marina Fumagalli (vice coordinatrice provinciale), Manuela Novello (Lomagna)


"C'era una guardia nella hall che controllava il certificato. Io ho detto che non l'avevo e mi è stato risposto che per entrare all'ospedale di Merate era necessario. Ho ribattuto che con la fine dello stato di emergenza e comunque da maggio non serviva più, ma la guardia ha ribattuto che quelle erano le disposizioni. Allora gli ho fatto presente che mia figlia non stava bene, aveva perdite di sangue dal naso e che dovevo per forza di cose prenotare gli esami. Probabilmente ha chiuso un occhio e mi ha fatto entrare ma mi ha avvisato che quando verrò per l'esame dovrò avere il green pass e quindi sarà necessario fare un tampone. Cosa che non ho intenzione di fare".

"Io sono un donatore AVIS e non mi viene chiesto il green pass" ha commentato Emanuele Greco, coordinatore provinciale "forse perchè dietro il mio gesto ci sono degli interessi economici a livelli più alti?".

Dito puntato anche contro la fuga di medici che i direttori generali non sono in grado di controllare poiché, guardando solo al profitto, hanno spiegato i manifestanti, non si preoccupano di valorizzare le professionalità esistenti.

A Merate i seguaci del movimento di Paragone, che a fine aprile aveva fatto tappa all'ospedale Manzoni di Lecco (CLICCA QUI), sono una decina e nei prossimi mesi hanno già fatto sapere di voler organizzare momenti informativi a favore della popolazione.
S.V.
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