Osnago: il dibattito sull'area pedonale suscita perplessità

La chiusura definitiva della via centrale di Osnago nelle domeniche mattina, prima e dopo la messa principale in chiesa parrocchiale, sarà realtà? La risposta attesa da commercianti e residenti non è arrivata nella seduta delle Consulte congiunte Commercio e Urbanistica. Il sindaco Paolo Brivio ha presentato i risultati del report della Polizia locale dopo le quattro giornate di sperimentazione nel 2021 e non ha nascosto la sua predilezione per l’istituzione della “area pedonale” in centro.

Il sindaco Paolo Brivio

Il dibattito ha offerto la possibilità di assistere a un democratico scambio di differenti vedute anche tra i componenti di Progetto Osnago, inteso come gruppo consiliare e associazione politica. Non sono mancate visioni critiche interne. I toni non erano quelli di chi cerca lo strappo. È stata piuttosto una libera condivisione di idee in ottica propositiva, mettendo da parte la finta politica preconcetta degli “Yes man” per lasciare spazio a concreti spunti di valutazione. Un plauso.

Gli obiettivi di questa “area pedonale” sarebbero di rendere più sicuro per i pedoni il centro senza il passaggio di auto a velocità relativamente elevate e di avere una piazza più godibile per i cittadini. Pensando proprio a queste prospettive l’ultima versione del Piano Urbano del Traffico (2008), redatto dal noto ing. Andrea Debernardi, proponeva alcune soluzioni che fino ad ora non sono state analizzate dalle Consulte. Intanto l’esperto considerava che l’unica area pedonale propriamente detta avesse ragione di esistere soltanto in piazza della pace. Per l’asse urbano baricentrico le tavole evidenziano dei restringimenti della carreggiata prima e dopo la zona dei negozi. Infine di fronte alla chiesa parrocchiale si proponeva una “platea rialzata”. Certo avrebbe dei costi superiori rispetto all’acquisto di telecamere con lettura targhe per 15-20 mila euro. Il sistema dei sensi unici è ormai una realtà da tempo.

Interessante tornare indietro al vecchio PUT del 2002 che individuava invece una Zona a Traffico Limitato che cintava il centro (via Crocifisso, via Cavour, via Garibaldi, via sant’Anna, via san Carlo, un tratto di via Trieste). Memori di quest’ultimo progetto i commercianti e i residenti contrari alla sperimentazione dell’anno scorso, che ha portato ad un’ingente raccolta firme, temono che la chiusura della via che costeggia la piazza sia solo il primo passo verso la ZTL.

Un estratto della Tavola del Piano Urbano del Traffico


Se la sperimentazione è stata per quattro mattinate, le rilevazioni – anche ad opera di volontari - sono state svolte appena due volte, una con la strada chiusa e una con la via aperta. Nel primo caso si è riscontrato un appesantimento di via XX settembre che agli appena 88 passaggi in una mattinata domenicale “normale” ne conta ulteriori 141. A risentirne è soprattutto via san Carlo: va da 43 a 133 movimenti con mezzi a motore per effetto della chiusura al transito. Tuttavia il sindaco ha rimarcato che significa meno di un passaggio al minuto. Diminuiscono invece i passaggi, oltre che nelle vie strettamente legate alla sperimentazione, in via Pinamonte, mentre aumentano in viale John Lennon per oltre un centinaio in più.


Claudio Colombo

I parcheggi esterni sono stati rilevati dalla Polizia locale. A parte l’area di sosta nei pressi della Villa Arese, sempre piena, per il resto ci sono sempre dei posti liberi. Situazioni non molto dissimili tra giornate di chiusura e non. Un’attenzione particolare è stata posta sui dieci posti auto complessivi tra quelli della piazza della chiesa e quelli di via Cavour, ovviamente nella domenica di apertura al transito, con monitoraggio fatto ogni quarto d’ora. Non è stato specificato se in questo computo sia stato considerato anche il posto dei disabili, che chiaramente ha più possibilità di rimanere deserto. Ai fini della statistica un posto in più o in meno, quando il totale è di appena 10 unità, cambia in maniera non irrilevante le percentuali. È questo un sospetto dato che appare strano che nemmeno nelle ore di punta risultino tutti pieni.


Guido Raos
Secondo il parere del sindaco il 90% del flusso veicolare è di transito, non si ferma. Ha manifestato il sospetto che non si fermino ad Osnago ma che si dirigono verso Lomagna o Carnate. Data l’esiguità dei posti a disposizione è possibile che le macchine procedano per trovare uno stallo di sosta nei dintorni oppure che siano movimenti di passaggio di chi ha intenzione di andare altrove.

Davide Castellazzi
Il presidente della Consulta Commercio Claudio Colombo, già capogruppo di maggioranza della passata consigliatura, ha commentato: “L’obiettivo è sicuramente di rendere più fruibile la mattina una piazza che, lo sappiamo tutti, non è stata disegnata per essere fruibile negli anni 2000. Non è una piazza, è una strada e la piazza è a fianco e non è modificabile”. Colombo ha anche aggiunto: “Se pensiamo alla fruibilità della piazza l’analisi dei flussi ci aiuta, ma se pensiamo alla promozione del commercio no”. Ha quindi suggerito un supplemento di indagine sugli accessi negli esercizi commerciali, per risolvere definitivamente ogni dubbio. “Se risultasse che alcuni esercizi ne escono penalizzati, potremmo interrogarci su cosa fare per evitarlo”.



Una preoccupazione colta dall’assessore al Commercio Felice Rocca, che ha riconosciuto come un problema potrebbe costituirsi per la farmacia, nelle domeniche di turno. Sono state segnalate anche le necessità del fiorista. Rocca ha poi evidenziato il caso di via Cavour, una strada particolarmente stretta che ha avuto un’impennata di transiti per effetto della chiusura: “È vero che tutte le vie strette sono più o meno uguali quando hanno un certo volume di traffico, ma via san Carlo ha delle particolarità. Nella prima parte non ha alcun tipo di protezione dei pedoni e se ci si incrocia con una macchina bisogna solo schiacciarsi al muro”. Rocca ha poi sottolineato che la domenica è il giorno in cui ci sono molti più pedoni che sfruttano il vialetto. Ha infine fatto presente che c’è una corte nella vicina via Garibaldi, pure condizionata dall’area pedonale, che non si affaccia su uno spazio pedonale ma direttamente in strada. Sarebbe più complicato quindi uscire per le auto parcheggiate nella corte.



Il consigliere di Progetto Osnago Guido Raos ha considerato opportuno un calcolo sulla presenza dei pedoni. Ha poi auspicato piuttosto di espandere “in modo coraggioso” l’Area 30 e di individuare se necessario un altro senso unico. Di altro avviso un altro membro di Progetto Osnago, Davide Castellazzi, grande sostenitore delle passeggiate e delle pedalate in bicicletta. Auspica un cambio di prospettiva culturale nella popolazione, che però non è riscontrabile con una sperimentazione sul breve tempo, che dunque lascia il tempo che trova. La chiusura della piazza per Castellazzi va fatta. “È una questione di educazione. Se so che la piazza è sempre chiusa mi attrezzo nel tempo, quando capisco che vivere la piazza in un altro modo è meglio. Le abitudini però cambiano nel tempo, in questo caso, in meglio”.

Ruvido il commento del capogruppo di minoranza Marco Riva, secondo il quale l’unico dato certo è quello relativo alla raccolta firme: “La Consulta dovrebbe raccogliere le opinioni delle persone. Sappiamo che c’è stata una raccolta firme. Abbiamo un dato certo e non derivato dalla fantasia o dalla capacità di derivare delle informazioni da dei dati di qualcuno. Non vedo i risvolti economici. Ci sono alternative? Si potrebbe animare l’altra piazza, piazza della pace, che è a disposizione di chi va a fumarsi la canna o di chi vuole farci dentro un giro in moto”. Sulla raccolta firme il presidente della Consulta Urbanistica Canzio Dusi ha replicato: “Non è arrivata alla Consulta, non potevo certo presentarla, non lo sapevo. Non è un dato che è arrivato”. Petizione che non è nemmeno stata poi depositata in Comune. Il sindaco ha sostenuto che per gli esercizi commerciali con particolari esigenze si potrebbero fare delle parziali eccezioni. Gli esercenti dovrebbero comunicare le targhe dei clienti con particolari necessità al Comune per evitare di comminare la sanzione. Per Paolo Brivio le Consulte potranno continuare a produrre delle proprie valutazioni, ma l’intenzione è di non dilungarsi oltre la seconda metà del 2022.


Felice Rocca
I diretti interessati, i commercianti, non hanno fatto sentire la propria voce in questa occasione. Pochi quelli che hanno partecipato all’incontro, pur essendo stati invitati dall’assessore Rocca, e tra quei pochi nessuno ha posto delle domande o avanzato delle considerazioni. Per il disgelo serve ancora tempo.
M.P.
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