Retesalute: bilancio 2021 e budget 2022 da approvare. Quando si convoca l’assemblea?

Su Retesalute è calato il silenzio. Dopo mesi e mesi di perizie, controperizie, accuse incrociate, esposti, denunce liquidazioni volontarie ritirate dopo meno di un anno - cosa quasi mai vista in natura - sul presente e sul futuro dell'azienda speciale pubblica che gestisce e eroga i servizi alla persona nessuno parla più.

Il nuovo CdA guidato dal dottor Antonio Colombo di Casatenovo sta lavorando, come si dice in gergo comune. Certamente in mezzo a una situazione difficilissima tenuto conto della fuga di parecchio personale e della mancanza di ruoli apicali.

Qualche notizia però filtra. Ad esempio il dottor Fabio Clerici, già in predicato lo scorso anno di assumere il ruolo di consulente tecnico data la sua assoluta competenza, sembra sia entrato in azienda apportando un robusto contributo di idee e capacità. Mentre sempre stando alle indiscrezioni il direttore Enrico Bianchini - proposto dal sindaco di Airuno Alessandro Milani - avrebbe le valigie pronte, forse per tornare all'Inail, l'istituto nel quale lavorava prima di essere chiamato dal precedente CdA presieduto da Alessandra Colombo a dirigere l'azienda speciale.

 

Massimo Panzeri e Filippo Galbiati. Sullo sfondo la sede di Retesalute

 

Il nuovo Consiglio di Amministrazione e questi avvicendamenti sono da cogliere come segnali positivi. Nulla invece si muove sul fronte dell'assemblea dei soci ora che, avendo ciascun comune versato la quota di competenza a copertura del disavanzo accumulato negli anni potrebbe e dovrebbe stabilire la linea tattica e strategica cui il CdA si deve attenere.

Invece l'Assemblea è ancora - e nonostante l'accaduto - terribilmente assente. Il budget 2022 non è ancora stato approvato. E il bilancio 2021 è ancora da definire. In assenza di ciò diventa impossibile redigere una contabilità per centro di costo e riprogrammare così il lavoro per i prossimi mesi.

Senza una strategia espansiva - quella che il CdA presieduto da Alessandro Salvioni aveva sviluppato - Retesalute farà sempre fatica a operare nel mercato dei servizi alla persona. Occorre infatti una base di soci assai più ampia per realizzare economie di scala e disporre di un volume di fatturato tale da poter introdurre figure professionali di vertice.

Ma imboccare questa strada sembra fare paura. Per comprendere meglio il concetto bisogna fare un passo indietro, quando appunto grazie a Marco Panzeri e a Emilio Zanmarchi erano interessati a entrare nell'azienda meratese ben 9 comuni dell'area di Carate - e fin qui forse non ci sarebbero stati problemi - e diversi comuni del lago che guardavano con maggiore interesse all'azienda speciale pubblica piuttosto che a un capofila, fosse la Comunità Montana o Lecco.

E mentre gli ambasciatori di Retesalute trascorrevano le serate a spiegare ai diversi sindaci cos'è un'azienda speciale pubblica, qualcuno si è allarmato. E, sarà stata una pura coincidenza, ecco che dopo anni e anni di silenzio, durante i quali né l'Ambito, né i comuni soci, insomma nessuno degli attori e delle comparse ha sollevato un problema, esplode la questione bilanci. Il CdA di Alessandra Colombo parte in quarta denunciando una situazione catastrofica al punto che servono consulenti qualificati per effettuare la diagnosi. Diagnosi ovviamente tragica tanto che i consulenti propongono la liquidazione volontaria alla presidente. Detto fatto si forma un collegio di liquidatori composto tra gli altri dal suddetto consulente e dalla presidente del CdA che ha fatto esplodere il caso.

Partono denunce, si parla di manipolazione dei bilanci, si chiedono i danni al personale che peraltro non aveva poteri decisionali, insomma una sarabanda che preannuncia la chiusura dell'azienda. Poi magicamente dopo una decina di mesi si scopre che se ciascun comune paga i servizi al costo reale in base all'usufrutto si torna in pareggio.

E così accade. L'azienda torna in bonis. Nel frattempo i candidati soci se la sono squagliata e Retesalute resta con i suoi 25 soci-comuni.

Ci sarà tempo e modo per approfondire questa seconda parte della vicenda. Perché qualcuno lo zampino ce lo ha messo e qualcuno altro ha svolto la funzione di braccio operativo.

Per ora attendiamo che il presidente dell'assemblea, lo stesso Massimo Panzeri di cui alcuni sindaci tra cui Filippo Galbiati di Casatenovo avevano chiesto le dimissioni, si decida a convocare l'organismo, cioè gli azionisti per approvare un budget per quanto ormai a metà anno e il bilancio 2021 che, da oggi è fuori termine ordinario.

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