Vent’anni fa Olgiate, Calco, provincia e Ferrovia firmavano il Protocollo d’intesa del raddoppio ferroviario Airuno-Carnate

Circa vent'anni fa, nel maggio del 2002, seduti a un tavolo, i vertici dei comuni di Olgiate e Calco, Provincia di Lecco e Rete Ferroviaria Italiana sottoscrivevano un protocollo d'intesa relativo al raddoppio della linea ferroviaria Carnate-Airuno. Quel momento non fu né l'inizio né tanto meno la fine di una lunga vicenda che tuttavia volgeva al termine, ma fu estremamente importante per la storia di Olgiate Molgora, perché quel documento dettò dei paletti che trasformarono l'aspetto del paese, cercando di attutire la grande opera di raddoppio della linea a beneficio della comunità.

 

Per arrivare a quel punto è necessario però fare un passo indietro. A rendere possibile una lucida e accurata ricostruzione degli eventi che precedettero quell'incontro è l'archivio degli articoli di Merateonline, ma soprattutto il libro "La ferrovia Milano-Lecco nella gran linea della Alpi" (2010) in cui gli autori Lorenzo Brusetti e Massimo Cogliati - appassionati di storia locale - hanno dedicato diverse pagine al raddoppio della linea Carnate-Airuno. Era infatti il 1976 quando una frana distrusse decine di metri di ferrovia presso le Fornasette (Airuno), a cui seguirono negli anni altri piccoli smottamenti tra Airuno e Olgiate. Furono questi episodi a risvegliare in Regione Lombardia l'idea di riproporre il raddoppio della tratta Monza-Calolzio, contestualmente al fatto che in quegli anni andava crescendo il traffico pendolare verso le scuole, le industrie e gli uffici di Lecco e Monza.

 

Nella gallery alcune delle immagini dei lavori del raddoppio lungo la tratta Airuno-Osnago

Nel 1982 ebbero inizio i lavori sulla tratta Airuno-Calolziocorte, affidati al CLEIFER (Consorzio Lombardo Emiliano per le Imprese Ferroviarie), mentre nel 1983 venne presentato il primo progetto di raddoppio della tratta Carnate-Airuno, che i Comuni interessati rifiutarono per "danni paesaggistici e urbanistici". Agli stessi sindaci nel 1985 venne mandato il progetto definitivo redatto da Italferr S.p.a. La Giunta di Olgiate Molgora contestò che "il tracciato scelto ricade talora su aree con destinazione urbanistica diversa da quella per impianti ferroviari, per cui oltre a determinare un maggior disagio economico a cittadini per l'abbattimento di una quantità maggiore di civili abitazioni, rappresenta una turbativa all'autonomia comunale". Non solo, altri dubbi a Olgiate vennero riguardo ai modi e mezzi con cui si sarebbe deviato il torrente La Corna.

 

Nel frattempo, nel 1987, il CLEIFER consegnò il nuovo ponte sull'Adda, due gallerie (la prima breve sotto la strada per Valgreghentino e la seconda lunga 2,4 km che esce a Capiate) e la nuova stazione di Airuno. Ci furono rallentamenti negli anni a causa di una mancanza di finanziamenti, ma alla fine il 10 dicembre del 2000 i primi treni transitarono sul doppio binario tra Airuno e Calolziocorte.

Giovanni Zardoni, Alessandro Brambilla e don Giancarlo Cereda

Pochi mesi dopo, il 29 maggio 2001, Regione Lombardia decretò la ‘Pronuncia di Compatibilità Ambientale' in merito al progetto di raddoppio della tratta Carnate-Airuno redatto nell'85. Il 9 agosto dello stesso anno fu convocata una conferenza di servizi per la valutazione e l'approvazione del progetto. La conferenza venne fissata per il 25 settembre a Roma e fu presieduta dai rappresentanti di Regione Lombardia, Provincia di Lecco e dei Comuni interessati, tra cui Olgiate. In quella sede l'allora sindaco Alessandro Brambilla e l'assessore ai lavori pubblici Emanuele Panzeri chiesero di prendere in considerazione l'idea di interrare la linea ferroviaria in prossimità della stazione di Olgiate, come attraversamento alternativo del territorio comunale. Venne deciso di convocare nuovamente la seduta a Milano il 22 novembre e il progetto venne approvato a maggioranza, rigettando l'ipotesi promossa da Olgiate, che espresse invece un atto formale di dissenso.

 

La "mezza ca'"

Olgiate subì dunque l'approvazione del progetto definitivo, ma le parti interessate vollero riesaminare le motivazioni di tale dissenso e (con riferimento alla progettazione definitiva e le altre documentazioni) raccogliere il consenso generale su una serie di opere integrative. Si arrivò così alla firma del protocollo d'intesa avente lo scopo di "riqualificazione urbana e ambientale del territorio interessato e a un inserimento ottimale del raddoppio della linea ferroviaria nell'ambiente circostante". Qualche anno più tardi il sindaco Brambilla dirà in merito: "Questa procedura prevista per le opere di pubblica utilità automaticamente scavalca e annulla la competenza territoriale dei singoli Comuni. L'interramento avrebbe portato un maggiore investimento economico, ma avrebbe consentito un risparmio su altre opere compensative".

Tuttavia quello che l'amministrazione riuscì a ottenere da RFI fu notevole: "una strada con marciapiede per Olcellera e nuovo sottovia d'immissione su via Cantù; nuovo tracciato viario parallelo a via Carpi con creazione di un nuovo piazzale per autobus e il finanziamento di nuovo posteggio; nuova strada alternativa che partendo dal nuovo piazzale previsto su via Priv. FF.SS, attraverserà via Ripesecche; la realizzazione di una rotonda sovrastante una breve galleria artificiale nella zona del ponte di Bianca; l'utilizzo di un sistema di protezione e raccolta liquidi per proteggere le gallerie Pelucchi da possibile inquinamento di liquidi; l'eliminazione del passaggio a livello e del sottopasso che collegano via Stazione a vie Ripesecche e la sostituzione con un sottopasso largo 3 metri; l'allargamento di via Vittorio Veneto e la creazione del marciapiede; la creazione dell'edificio denominato A.C.E.I. per tutti i comandi e servizi di linea lungo via Papa Giovanni XXIII". E infine: "La definizione di un accordo per la cessione al Comune e l'utilizzo del vecchio tracciato ferroviario". In sintesi: 11 nuovi manufatti, 4 strade, 2 rotonde, un piazzale, un posteggio, un sottovia, un edificio e un binario d'emergenza.

 

 

I lavori iniziarono l'1 settembre 2004 e il 6 ottobre (alla stazione di Carnate) ci fu l'inaugurazione ufficiale del cantiere alla presenza del governatore di Regione Lombardia Roberto Formigoni e del ministro di grazia e giustizia Roberto Castelli. Proprio il giorno dopo, durante i lavori di bonifica da eventuali ordigni bellici, presso lo scalo merci della stazione di Olgiate vennero rinvenute due bombe, fatte poi brillare nella cava di Bagaggera a Rovagnate il 26 ottobre. Nei mesi successivi gli operai si stabilirono negli edifici espropriati e l'asilo di Valmara venne adibito a mensa aziendale. Verso la fine del 2004 fu demolito il primo edificio di Olgiate: la cosiddetta Mezza Ca', posta a monte del ponte di Bianca. Da lì in poi furono molti gli edifici che vennero demoliti, soprattutto a Olcellera inferiore, che a causa del raddoppio venne completamente distrutta. Il 5 maggio 2007 venne abbattuto il ponte di Bianca (datato 1873), due giorni dopo venne aperta la stazione provvisoria di via Veneto. Nel frattempo si costruivano le gallerie: quella tra Olcellera e Airuno (2.250 m) e quella sotto la collina della Roncaglia (370 m). I lavori per la prima galleria iniziarono ad Airuno con l'esplosione di una mina il 2 novembre 2005, solo il 7 luglio 2007 iniziarono gli scavi anche dalla parte di Olcellera. Il 27 febbraio 2008 cadde il diaframma della galleria e in quell'occasione don Giancarlo Cereda benedì la galleria.

Anche la stazione modificò il suo aspetto. Venne eliminato lo scalo merci e i binari abbassati per diminuire il rumore. Durante i lavori la stazione venne spostata provvisoriamente in alcuni container all'inizio di via Papa Giovanni. L'attraversamento era previsto mediante il sovrappasso, ma molti lo consideravano scomodo, motivo per cui alcuni attraversavano i binari usando il passaggio di legno. Proprio in questo modo nel giugno del 2008 un residente di Porchera finì investito da un diretto per Milano.

 

Il progetto prevedeva che alla stazione di Cernusco venissero demoliti la torretta per il rifornimento delle locomotive a vapore e lo scalo merci. La torretta fu effettivamente distrutta, ma l'amministrazione fece modificare il progetto e salvaguardò lo scalo merci, che Piermario Raimondo, un cittadino cernuschese, propose di adibire a "museo della ferrovia Milano-Lecco". Il progetto comprendeva inoltre la realizzazione di 13 nuovi sottopassi tra Carnate, Osnago, Cernusco e Olgiate, e naturalmente l'installazione di barriere fonoassorbenti, che l'ex-sindaco di Olgiate Alessandro Brambilla definì "il punto debole del raddoppio".

Galleria fotografica (vedi tutte le 33 immagini)

Il 26 luglio 2008 venne attivata l'elettricità nella galleria di Olcellera e il 29 luglio tornò in funzione la stazione di Olgiate (con conseguente smantellamento della stazione provvisoria). L'inaugurazione è datata 10 settembre 2008 presso la stazione e municipio di Lecco. Furono 4 anni di lavori intensi quelli svolti dalla Todini S.p.a., i cui cantieri eranoo diretti dal geometra Pierluigi Touscoz, il quale disse qualche tempo dopo: "La Todini ha utilizzato una forza lavoro con 125 maestranze dirette, 20 impiegati e un centinaio di maestranze da aziende subappaltatrici (Beton Villa, Vitali, Perego scavi, Guzzonato). Il tutto per un totale di 250 unità impegnate. Complessivamente si sono contate 620mila ore di manodopera". In tutte quelle ore non si verificarono incidenti mortali né invalidanti. In quattro anni si mossero 450mila metri cubi di materiale da scavo, vennero utilizzati 230 mila metri cubi di calcestruzzo e 18.000.000 kg di ferro da armatura.

 

Cosa rimane di quello che c'era prima? I vecchi sedimi dismessi. Nel luglio del 2007 il sindaco Alessandro Brambilla annunciò: "all'atto della dismissione i tratti abbandonati dovranno essere smantellati dell'armamento, della massicciata e del rilevato. Dovrà inoltre essere eseguita la profilatura del terreno secondo linee coerenti con la morfologia locale e eseguite opere di ripristino al verde. Il tutto per permettere la creazione di aree di rispetto, destinate al verde e all'utilizzo ciclopedonale. Inoltre a seguito degli accordi raggiunti per i previsti interventi sugli altri tratti stradali, si intende realizzare, oltre a diversi marciapiedi, un intero percorso ciclopedonale da Airuno a Cernusco".

 

Foto: archivio Pino Brambilla e archivio Merateonline
Si ringraziano Lorenzo Brusetti e Massimo Cogliati  per la ricostruzione storica

Edoardo Mazzilli
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