Calco: a 30 anni dalla strage di Capaci il Pm Addesso ricorda gli ideali di pace e giustizia
Il dottor Pasquale Addesso
"Un silenzio assordante appena dopo l'esplosione - ha detto l'avv.Motta - un dolore indescrivibile, un sentimento di impotenza dello Stato nei confronti di una realtà criminale sempre più forte. Questo è ciò che abbiamo sentito e provato subito dopo la strage di Capaci, e che ha generato l'incredulità, soprattutto per chi abitava al nord, per l'esistenza di un pericolo che si stava sempre più espandendo e che mirava al controllo dello Stato". In ugual modo Anna Albo, dell'associazione culturale "La Semina", ha sottolineato il termine giustizia, parola il cui peso deve essere valorizzato sin dall'età giovanile poiché, appreso il suo significato, deve portare ad un cambiamento della società.
Pasquale Addesso, che si occupa di criminalità organizzata dal 2009, nei territori di Como, Busto Arsizio e Milano, ha spiegato come l'anniversario della strage non sia solamente un ricordo della morte di due importanti magistrati, ma la memoria di due uomini che hanno dato un senso alla loro esistenza, sacrificandola per gli ideali di correttezza e moralità. Non bisogna però cadere nella semplificazione ricordando il passato come qualcosa di finito, ma tenerlo sempre vivo nella nostra mente ogni giorno della nostra vita. "Molti chiedono se da quel giorno, Falcone e Borsellino, ne sono usciti sconfitti. Hanno detto addio alle loro vite ed alle loro famiglie, pur essendo stati odiati ed insultati da molti colleghi per anni, e pur avendo la possibilità di andarsene immediatamente dalla Sicilia hanno preferito restare e combattere. La mia risposta è che, come dissero chi li conosceva, erano troppo innamorati degli ideali di giustizia e pace, da non poter mai voltare le spalle". Una fedeltà instancabile agli ideali ed uno spirito di servizio alla comunità, che hanno permesso loro di intuire prima degli altri la straordinaria pericolosità della mafia, da estirpare per sperare in un futuro migliore.
Per questo motivo è necessario denunciare sempre ogni forma di criminalità, in modo da contrastare un virus che si infiltra nelle viscere della società e la divora economicamente e socialmente. E ad ogni mutamento e fluidificazione della società, l'attività malavitosa si adatta per rendersi sempre più invisibile ed ingannare la mente della gente, offrendo sul mercato qualsiasi attività illegale sia richiesta. "Molto spesso in Lombardia gli imprenditori hanno l'idea dell'ndrangheta come costo d'azienda, una parte necessaria e fondamentale perchè prestatrice di lavoro. A poco a poco però la presenza diventa sempre più collosa, arrivando ad inglobare l'intera azienda. Per questo il mio problema è quello di far capire a professionisti, imprenditori ed istituzioni, che è meglio svolgere un'attività sana, che collaborare con la criminalità organizzata, seppur difficile e pericoloso.
Strumento della lotta alla malavita, oltre alla magistratura e alle forze dell'ordine è l'educazione. Questo perché la criminalità nasce e si instaura dove vi è un basso livello di istruzione, dove i valori morali sono calpestati e l'unico fine diventa quello economico. Bisogna insegnare l'importanza di una comunità coesa nei valori di parità e rettitudine, soffocando da principio la nascita di esistenze criminali. Concludendo Addesso raccomanda: "Pur essendo un lavoro difficile è necessario continuare ad opporsi al male, fino a quando non resterà nient'altro che serenità e pace. Dobbiamo decidere da che parte stare e, partendo dal nostro piccolo, mai mollare nell'impresa di realizzare una società migliore, seppur più difficile costruire che distruggere".
"Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini" - Giovanni Falcone