La Valletta: donna accusata di maltrattamenti contro il marito

Maltrattamenti contro famigliari e danneggiamenti nei confronti del marito: sono i reati per cui una donna di origini sudamericane, classe 1986, che nel 2020 risiedeva a La Valletta Brianza, è finita oggi al banco degli imputati del Tribunale di Lecco.

Nel processo nato a suo carico, avvocato difensore Talia Vincenzo del foro di Locri oggi sostituito dalla collega Ester Invernizzi, si è costituito parte civile l'ormai ex coniuge, assistito dall'avvocato Biagio Pignatelli.

A raccontare due dei presunti episodi di cui si sarebbe resa autrice la 36enne ed elencati nel capo d'imputazione compilato dalla Procura Lecchese, sono stati gli operanti che nel giro di nemmeno 24 ore sono dovuti intervenire nell'abitazione dei due in fase di separazione.

Prima il maresciallo Davide Arrigoni della stazione carabinieri di Olginate ha ricordato di essere giunto sul posto, la sera del 26 aprile di due anni fa, e di essersi trovato davanti l'odierna parte civile con evidenti graffi sul collo e sulla testa. L'uomo avrebbe chiamato i carabinieri perchè, nel tentativo di portare via da casa alcuni effetti personali sarebbe stato aggredito dalla moglie.

Il maresciallo si sarebbe fatto quindi aprire dalla padrona di casa, trovandosi a trattare con "una persona tranquilla, probabilmente alterata da sostanze alcoliche" come avrebbero suggerito diverse bottiglie di rum e birre sparse per l'appartamento. "Abbiamo quindi trovato segni di lotta" ha continuato il militare, descrivendo i tagli presenti all'esterno della porta della camera da letto utilizzata dall'uomo. I segni sarebbero stati inferti con un coltello dalla donna durante una lite solo il giorno prima. "L'ho visto abbattuto, provato dalla situazione" ha riferito il teste rispondendo alla domanda dell'avvocato Pignatelli in merito allo stato d'animo del proprio assistito all'epoca dei fatti.

Il giudice Giulia Barazzetta ha quindi ascoltato il collega della compagnia di Merate che all'alba dello stesso giorno era stato allertato dai vicini di casa della coppia: "hanno chiesto il nostro intervento perchè intorno alle 6.30 del mattino sentivano delle urla provenire dall'abitazione". Al loro arrivo sarebbe stata la presunta persona offesa ad aprire la porta, mentre la donna dormiva. Secondo la ricostruzione dei fatti riportata in aula dall'operante la donna avrebbe rincorso il marito per casa con un coltello, dopo aver bevuto, perchè non accettava la fine della loro relazione.

Dichiarata conclusa la fase istruttoria le parti sono state invitate a concludere: 2 anni di reclusione e 2000 euro di multa la richiesta del Vpo Mattia Mascaro, cui si è associato con conclusioni scritte l'avvocato di parte civile, mentre l'avvocato Ester Invernizzi ha chiesto l'assoluzione della propria assistita per entrambi i capi di imputazione.

Con un rinvio per repliche al prossimo 12 luglio, il giudice ha spostato a quel giorno la propria decisione sulla vicenda.

F.F.
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