Merate: tre glorie del calcio si raccontano. Targhe di riconoscimento ai presidenti dell'AS
Attilio Biondi
Peppo Riva
Dopo l'addio al calcio giocato nessuno dei tre ha mai abbandonato la passione per il pallone. Bergomi, con un'intera carriera alle spalle in maglia neroazzurra, è stato commentatore del campionato per una ventina di anni e ora allena gli Allievi del settore giovanile dell'Inter. Il meratese Taldo è attualmente direttore sportivo del Genoa, mentre Casiraghi negli anni passati ha allenato anche all'estero, in Inghilterra e in Qatar, con un passato da mister dell'Under 21 azzurra. Ma il vero elemento comune che li lega è l'essere rimasti coi piedi per terra e genuini.
Al centro Massimo Viscardi
Beppe Bergomi, Carlo Taldo e Pierluigi Casiraghi
Nel corso della serata sono stati raccontati alcuni aneddoti, i dietro le quinte di vite da fuoriclasse. Bergomi, divertito delle chat WhatsApp con i compagni delle "Notti Magiche '90", dei Mondiali '82 o della pazza Inter '97-98 di Gigi Simoni, ha raccontato le ore che hanno preceduto la finale dei Mondiali del 1982. Lui, appena diciottenne, si era guadagnato un posto in Nazionale ma come riserva. Con il titolare Antognoni infortunato, è sceso in campo dal primo minuto risultando tra i protagonisti dell'impresa. Lo "zio" ha ricordato di non aver provato particolare tensione nel pre-partita, la conferma di entrare in campo l'aveva avuta d'altronde alle 5 del pomeriggio. "Quando si è giovani si è anche un po' incoscienti - ha aggiunto Bergomi - Poi con gli anni crescono le responsabilità e la maturità. In generale ero però uno di quelli emotivi che sentiva l'avvicinarsi della gara".
I tre ospiti hanno parlato delle differenze che riscontrano tra le giovani leve di oggi rispetto a quelle di ieri. "I calciatori di oggi vogliono tutto e subito. Certi genitori mettono un'eccessiva pressione ai figli, i quali la riverberano poi sul campo" ha commentato il mister dell'Accademia Inter. Quanto ai livelli superiori: "Prima l'ingresso di Appiano Gentile era aperto, i giocatori potevano scambiare qualche parola con i tifosi. Ormai invece è tutto blindato e per fare un'intervista servono mille permessi. Ci si dimentica che dietro a un giocatore c'è un uomo.
Carlo Taldo ha rivendicato le origini meratesi. Ha tirato i primi calci a Robbiate, ha poi giocato a 10 anni nell'AS Merate di Biondi, allenato da Rossetti. Poi la chiamata all'Atalanta. "Qui a Merate mi sento a casa" ha ammesso. Taldo ha analizzato che per un club di A sarebbe opportuno indirizzare le Primavere nei campionati di C, sull'esempio della Juventus che infatti è riuscita ad estrarre dal cilindro un giocatore come Fabio Miretti.
La serata, che si era aperta con la consegna delle targhe di riconoscimento ai presidenti dell'AS Merate Attilio Biondi (dal 1982 al 1990), Peppo Riva (dal 1978 al 1982) e Massimo Viscardi (dal 1994 al 2000), si è chiusa tra gli applausi e le foto di rito, con la possibilità poi di osservare la mostra sui "gloriosi" gialloblù.