Merate: studenti del Viganò nelle terre della lotta alla mafia. L’incontro con Vullo sopravvissuto alla strage di via D’Amelio
La sintesi dello spirito che dovrebbe permeare i viaggi di istruzione scolastici l'ha fatta un ragazzo di 4^A reduce dall'esperienza nelle terre della mafia vissuta con i suoi compagni dell'istituto Viganò di Merate.
Come da tradizione, salvo lo stop causato dalla pandemia, gli studenti della scuola meratese hanno fatto un percorso di istruzione e formazione in classe tramite conferenze, incontri, letture, visione di documentari e approfondimenti e poi sono approdati nelle terre che per tanti anni hanno visto scorrere il sangue dei rappresentanti delle istituzioni e di vittime innocenti.
La prima tappa è stata a Capaci dove hanno trovato la morte il giudice Giovanni Falcone con la moglie e gli agenti della scorta. Accompagnati dalla guida Attilio Lenzi hanno reso onore al monumento che ricorda la strage e si sono recati anche sulla collina da dove è stato azionato l'innesco.
Tra gli incontri più significativi sicuramente quello con i volontari di "Addio pizzo", associazione nata per dire basta all'oppressione della mafia nel mondo economico e commerciale delle loro città.
Per un vero colpo di fortuna gli studenti della 4^C durante la visita in via D'Amelio dove ha trovato la morte il giudice Paolo Borsellino, hanno incontrato Antonio Vullo, unico poliziotto scampato all'attentato omicida, che ha spronato gli studenti a non fermarsi mai alla superficie delle cose, ad approfondire e a conoscere i fatti per poter orientarsi nelle scelte future.
Una frase poi emblematica presa al "No mafia memorial" è rimasta impressa
"Se l'occhio non si esercita non vede, se la pelle non tocca non sa, se l'uomo non immagina si spegne".
"Non è stata una gita scolastica ma una esperienza di vita vera, qualcosa di attualità e vicino anche a noi, che ci deve fare riflettere".
Gli studenti di 4^A e di 4^C accompagnati dalle professoresse Lucilla Barassi, Maria Grazia Rota, Stefania Brigati e Loredana Lombardo hanno visitato i luoghi simbolo della Sicilia, da Capaci passando per Palermo, Brancaccio e fino a Monreale, in due momenti distinti, raccogliendo sensazioni, emozioni, storie che li hanno segnati.
Classe 4^A
Classe 4^ C
Tra gli incontri più significativi sicuramente quello con i volontari di "Addio pizzo", associazione nata per dire basta all'oppressione della mafia nel mondo economico e commerciale delle loro città.
Tra costoro Giorgio Scimeca, titolare di una pasticceria, simbolo della lotta alla mafia che, minacciato, ha compreso come stare sotto i riflettori, per lui avrebbe significato avere maggiore protezione e non sentirsi più solo. Un racconto a tratti commosso, che ha rivissuto gli anni difficili, fatti di incontri per strada con i mafiosi faccia a faccia, di intimidazioni, di segnali palesi di ostilità quotidiana.
L'incontro con Antonio Vullo
Tappa poi per conoscere la storia di don Pino Puglisi e di Peppino Impastato e infine visita al "No mafia memorial" di Monreale dove una raccolta di immagini, video e testi ne ha raccontato la nascita e lo sviluppo in Italia.Per un vero colpo di fortuna gli studenti della 4^C durante la visita in via D'Amelio dove ha trovato la morte il giudice Paolo Borsellino, hanno incontrato Antonio Vullo, unico poliziotto scampato all'attentato omicida, che ha spronato gli studenti a non fermarsi mai alla superficie delle cose, ad approfondire e a conoscere i fatti per poter orientarsi nelle scelte future.
Una frase poi emblematica presa al "No mafia memorial" è rimasta impressa
"Se l'occhio non si esercita non vede, se la pelle non tocca non sa, se l'uomo non immagina si spegne".
S.V.