Verderio: il ''controllo di vicinato'' approda in paese. Incontro informativo coi cittadini

"La sicurezza di una comunità passa attraverso la coesione sociale, la presenza e la condivisione degli spazi pubblici" è il motto dell'associazione "Controllo del Vicinato", il cui progetto è stato esposto a Villa Gallavresi a Verderio. A fare da relatore è stato Raul Piemonti, referente provinciale Monza Brianza-Lecco di ACdV, assieme all'agente di polizia locale Tommaso Scarabelli, al comandante della stazione carabinieri di Merate, Edonio Pecoraro ed al sindaco Robertino Ettore Manega.

Raul Piemonti

Nato negli anni 60/70 negli USA e successivamente arrivato in Gran Bretagna negli anni 80, il progetto di sicurezza del vicinato è giunto in Italia nel 2009, con successiva nascita dell'associazione nel 2013. Costituita da una fitta rete territoriale di volontari e specialisti, che forniscono consulenze alle amministrazioni comunali ed ai privati, desiderosi di apprendere informazioni riguardo la protezione delle abitazioni, l'associazione si sta sempre più espandendo. Prendendo come esempio il lecchese, dove ben 17 comuni hanno già aderito all'iniziativa.

Ma in cosa consiste il gruppo di controllo del vicinato? Esso non è altro che un gruppo di "volontari vedette", il cui compito è avvisare, in caso di avvistata intrusione, furto o altre attività della microcriminalità, le forze dell'ordine. Come ben specificato, non si tratta di attuare dei presidi mobili, inseguire o aggredire i malviventi, controllare le attività dei propri vicini o eseguire addestramenti specifici. Si tratta solo di uno strumento di prevenzione e controllo del vicinato, caratterizzato dalla partecipazione condivisa dei cittadini e dalla cooperazione con le forze dell'ordine, unici soggetti intervenienti nelle azioni di rischio. I partecipanti verranno istruiti su come svolgere al meglio la loro attività: saper riconoscere le auto dei vicini, identificando veicoli sospetti e non della zona; aiutare a rafforzare i punti deboli nelle strutture abitate e nel vicinato; tenere un gruppo WhatsApp utile per le segnalazioni; avvertire tempestivamente le forze dell'ordine, non solo di furti e svaligiamenti in corso, ma anche dei soli tentativi; poter dare segnalazioni dettagliate sui veicoli e sulle persone.

E' stata poi elencata una serie di consigli su come eseguire una buona protezione dell'abitazione, come ad esempio: installare un allarme antifurto e ancora meglio un sistema di videosorveglianza; adottare strumenti ottimali di difesa dell'infrastruttura, quali il cilindro europeo nella serratura della porta blindata, spuntoni sui tubi delle grondaie, le inferriate ai piani vulnerabili; non lasciare segni che indicano che la casa è abbandonata, come lo zerbino arrotolato, la cassetta della posta piena, annunciare la propria assenza agli sconosciuti sui social e lasciare il prato incolto; avere un buon rapporto con i vicini e nel caso lasciare a loro un numero e delle chiavi sostitutive per togliere la posta; dare sempre importanza al cane che abbaia la notte e agli allarmi dei vicini.

"L'obiettivo fondamentale è quindi quello di prevenire le attività di microcriminalità e segnalarle, grazie alla collaborazione delle forze dell'ordine, ma importante è soprattutto il rapporto di unità che si viene a formare nel tempo con gli altri membri del gruppo, andando a creare un vicinato più sicuro e solido. E' inutile lamentarsi sempre quando accadono i furti, se non siamo noi i primi a voler proteggere le nostre abitazioni" ha concluso Piemonti, aiutandosi con la citazione di Einstein: "Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose"

M.Pen.
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